Che vino usare per sfumare il ragù?

44 visite

"Per sfumare il ragù, opta per un Lambrusco, che con la sua freschezza bilancia la ricchezza del ragù di carne. In alternativa, un Montefalco Rosso, strutturato e versatile, esalterà il sapore delle tagliatelle all'uovo."

Commenti 0 mi piace

Quale vino sfumare il ragù?

Allora, quando faccio il ragù, eh, la domanda del vino è sempre lì. Io, sinceramente, ho provato sia il Lambrusco che il Montefalco Rosso.

Il Lambrusco, devo dire, mi ha sorpreso. Quella frizzantezza lì, quasi come un piccolo schiaffo, pulisce bene la bocca dopo ogni forchettata di ragù. Ricordo che la prima volta che l’ho usato era un Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, comprato a Modena, se non sbaglio, a 7 euro la bottiglia. Una goduria!

Il Montefalco Rosso, invece, è più corposo. Ricordo che l’ho usato una volta che avevo fatto un ragù un po’ più ricco, con la salsiccia. Un abbinamento top, devo ammettere. Il suo sapore intenso si sposava alla perfezione. Però, ecco, se il ragù è più leggero, forse è un po’ troppo.

Quindi, dipende dal ragù, secondo me. Più leggero? Lambrusco. Più “ciccioso”? Montefalco. E poi, oh, i gusti son gusti. Provare per credere!

Domanda: Quale vino sfumare il ragù?

Risposta: Lambrusco (per ragù leggero) o Montefalco Rosso (per ragù ricco).

Quale vino si usa per sfumare?

  • Bianco secco: Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Chardonnay. Nessun errore. Funzionano.
  • Frutti di mare: Vino liquoroso. Esalta il sapore. Forse troppo.
  • Scarti: Brodi. Bisque. Non sprecare.
  • Il vino è un’illusione. Un attimo. Un sapore.
  • Il mio vicino usava il Marsala. Diceva che gli ricordava la Sicilia.
  • “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Lavoisier lo sapeva. Anche in cucina.
  • Quest’anno ho provato con un Gewürztraminer. Esperimento.
  • Informazioni aggiuntive

    • Acidità: Un vino acido aiuta a sgrassare e bilanciare i sapori ricchi.
    • Corpo: Un vino più corposo regge meglio cotture lunghe.
    • Profumo: Considera gli aromi del vino. Devono integrarsi con il piatto.
    • Ricorda: La qualità del vino si riflette nel piatto. Non usare fondi di bottiglia.

Quando sfumare col vino il ragù?

Sfumare il ragù col vino… un gesto quasi sacro, un’alchimia di profumi e sapori che si intrecciano, un momento sospeso nel tempo, caldo come il tegame. Il calore, alto, bruciante quasi, un abbraccio intenso che abbraccia la carne, la fa cantare. È lì, in quel picco di calore, che il vino deve danzare, liberando la sua anima.

  • Il rosso per le carni rosse, un’unione antica, quasi predestinata.
  • Un matrimonio di profumi intensi, un abbraccio profondo.
  • Il vino rosso, un balsamo, che sgrassa la carne, pulisce l’anima del ragù.

Poi, l’evaporazione, lenta, dolce, come un respiro profondo. L’alcool, che si perde nell’aria, lasciando dietro di sé solo un ricordo, un’eco di potenza. E gli aromi, oh, gli aromi! Esplodono, si moltiplicano, un crescendo di sensazioni, un inno alla vita. Ricordo la nonna, che sfumava il suo ragù con il Lambrusco di Sorbara, un vino della sua terra, un vino di famiglia. Quel profumo, ancora oggi, mi trasporta a casa. Quel tegame, fumante, pieno di storia, di ricordi…

  • Il calore massimo è fondamentale.
  • L’evaporazione completa dell’alcool è essenziale per esaltare gli aromi.
  • L’abbinamento vino-carne è essenziale.

Quest’anno, ho usato un Barbera d’Alba, un vino corposo, perfetto per il mio brasato di manzo. Il risultato? Magnifico, un’esperienza sensoriale che ha rapito il mio cuore, e il palato, ovvio.

A cosa serve il vino in cucina?

Ah, il vino in cucina! Ma che te lo dico a fare, lo sai anche tu no? Serve a un sacco di cose, altroché!

  • Gusto e aroma, ovvio. Cioè, dai, un goccio di vino rosso nel ragù della nonna fa tutta la differenza. Mia nonna, per esempio, ci mette sempre un bicchierino di Chianti.

  • Acidità e corpo: mica solo per berlo! Un po’ di acidità sgrassa, alleggerisce i sapori troppo pesanti. Il corpo, invece, da spessore al sugo, non so se mi spiego…

  • Colore. Eh, certo, anche l’occhio vuole la sua parte! Un risotto allo zafferano con un goccetto di vino bianco, diventa ancora più bello, diciamocelo.

Poi, non so se lo sai, ma il vino aiuta anche a marinare la carne, la rende più tenera. Io, per esempio, quando faccio lo spezzatino, lo lascio marinare nel vino rosso per una notte intera. Fa-vo-lo-so!

Cosa si può usare al posto del vino per sfumare?

Che palle, stavo pensando a quello stufato… Il vino, mannaggia a me, l’ho finito. Cosa posso usare?

Mah, birra, certo. Va bene per la carne, la ammorbidisce, sai? L’ho usata io stesso un paio di volte, con quello spezzatino di cinghiale che ho fatto a Natale. Ricordo che venne buono.

Per il pesce, un po’ più difficile. Mio nonno, Dio lo abbia in gloria, usava il brandy. Con le seppie, ricordo il profumo… Forse whisky o cognac andrebbero bene lo stesso.

Poi c’è la grappa, mia zia la mette nelle salse, quelle rosse, quelle per i tortellini. La vodka? Non l’ho mai usata per sfumare.

  • Birra: ideale per carni.
  • Brandy, Whisky, Cognac: adatti a pesce e crostacei.
  • Grappa: ottima per salse.
  • Vodka: adatta a salse e primi piatti, ma personalmente non l’ho mai provata così.

Sai, a volte mi perdo in questi pensieri notturni, questi ricordi legati ai sapori… oggi ho visto quella pubblicità della Birra Moretti, che mi ha ricordato il sapore di quella che ho usato per la carne di manzo del 27 aprile scorso. Ecco perché la birra mi è venuta subito in mente.

Quando si usa il vino in cucina?

Il vino in cucina non è un vezzo, ma un’arma. Si usa per:

  • Sfumare: Alcool evapora, resta l’anima del vitigno. Intensifica i sapori. Un segreto per fondi di cottura indimenticabili.

  • Marinature: Il vino ammorbidisce, aromatizza. Prepara la carne a una metamorfosi in cottura.

  • Salse: Il vino è collante, esaltatore. Trasforma un condimento banale in un’esperienza.

Non tutte le bottiglie meritano la pentola. Un vino mediocre la infangherà. Un vino superbo la nobilità.

Come si sfuma con il vino?

Ah, sfumare col vino, un’arte! Allora, diciamo che è super importante:

  • Padella rovente: Deve essere bella calda, altrimenti il vino fa un effetto brodino, capito?
  • Bordi strategici: Versa il vino non al centro, ma ai lati. Lì c’è il sughetto più gustoso, insomma dove ha rosolato bene la carne, ad esempio, o le verdure.
  • Niente coperchio subito!: Aspetta che l’odore forte dell’alcol evapori, altrimenti ti rimane l’amaro. Io di solito aspetto un minuto, ma dipende dalla quantità di vino. Devi sentire che profuma di buono, non solo di vino forte.

E poi, un trucchetto che uso io: se ho fretta, alzo un po’ la fiamma per fare evaporare più velocemente l’alcol. Funziona sempre! Ah, una volta ho usato il prosecco al posto del vino bianco… che profumo! Prova anche tu, a volte le cose inaspettate sono le più buone. Ovviamente, scegli il vino giusto per il piatto.

A cosa serve sfumare con il vino?

Sfumare col vino: un colpo da maestro.

  • Scioglie il grasso, amalgama i sapori. Un abbraccio vellutato.
  • Equilibra, spezza la monotonia del grasso. Taglio netto, gusto pulito.
  • Profumo, anima il piatto. Un segreto sussurrato, non urlato.

Il vino non è acqua. È storia, terra, sole. Un tocco che trasforma. Io, nel risotto ai funghi, uso un Gewürztraminer. Note aromatiche che esaltano il bosco nel piatto. Tu, cosa scegli?

Per cosa si usa laceto in cucina?

L’aceto in cucina è un vero jolly, un po’ come l’olio extravergine d’oliva, ma con un’acidità che stuzzica il palato. L’aceto di vino, in particolare, si presta a mille usi:

  • Esaltatore di sapori: Una spruzzata su verdure grigliate o pesce fresco, come faceva mia nonna con l’insalata di pomodori, fa miracoli.
  • Conservante naturale: Abbassando il pH, l’aceto inibisce la crescita di batteri. Pensate alle giardiniere sott’aceto, una delizia che si conserva a lungo!
  • Marinatura: Ideale per intenerire carni e pesce, conferendo un sapore unico. Ricordo una marinatura con aceto balsamico che preparai per un arrosto, un successo!

L’acidità dell’aceto può anche essere vista come una metafora della vita: un pizzico di asprezza che, ben dosata, esalta la dolcezza.

  • Vinagrette: La base per condire insalate, con olio, sale e pepe. Un classico intramontabile.
  • Salse: Ingrediente segreto di molte salse, come la maionese o la salsa tartara.
  • Deglassare: Per raccogliere i succhi di cottura sul fondo della pentola, creando una salsa saporita.

Un consiglio extra? Provate ad aggiungere un cucchiaino di aceto balsamico in un risotto ai funghi, vi stupirà.

#Ragù #Sfumare #Vino Rosso