Chi ha il colesterolo alto può mangiare i calamari?

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I calamari, pur essendo ricchi di colesterolo, possono essere consumati con moderazione anche da chi ha il colesterolo alto o problemi cardiovascolari. È fondamentale rispettare il limite giornaliero di colesterolo raccomandato: non superare i 300 mg, riducendo lapporto a 200 mg in caso di patologie cardiache.

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Calamari e Colesterolo Alto: Un Amore Possibile, ma con Moderazione

La domanda sorge spontanea per molti amanti della cucina di mare: Chi ha il colesterolo alto può gustare i calamari senza sensi di colpa? La risposta, fortunatamente, non è un categorico “no”, ma un cauto “sì, con moderazione e consapevolezza”.

I calamari, come molti altri frutti di mare, sono indubbiamente ricchi di colesterolo. Tuttavia, è cruciale fare una distinzione importante: il colesterolo alimentare, assunto con il cibo, ha un impatto minore sui livelli di colesterolo nel sangue rispetto a quanto si pensasse un tempo. Il fegato, infatti, regola la produzione di colesterolo in base all’apporto dietetico, compensando in parte l’assunzione esterna.

Quindi, qual è la chiave per godersi i calamari senza mettere a repentaglio la salute cardiovascolare?

Il segreto sta nel rispetto delle linee guida sul consumo di colesterolo. Per chi soffre di ipercolesterolemia o di patologie cardiache, è fondamentale tenere sotto controllo l’apporto giornaliero di colesterolo, idealmente non superando i 200 mg al giorno. Per la popolazione generale, il limite raccomandato si attesta intorno ai 300 mg giornalieri.

Questo significa che una porzione modesta di calamari, consumata occasionalmente e all’interno di una dieta equilibrata e ricca di fibre (che contribuiscono ad abbassare il colesterolo), può essere inclusa senza troppi timori.

Ecco alcuni consigli pratici per consumare calamari in modo più sano, soprattutto se si ha il colesterolo alto:

  • Porzioni controllate: Evitare di esagerare con le quantità. Una porzione ragionevole può essere considerata intorno ai 100-150 grammi.
  • Metodi di cottura leggeri: Preferire cotture al vapore, alla griglia, al forno o in padella con pochissimo olio, evitando fritture che aumentano notevolmente l’apporto di grassi saturi e colesterolo.
  • Accompagnamenti salutari: Abbinare i calamari a verdure fresche, insalate miste e cereali integrali. Evitare salse elaborate, maionese e condimenti troppo ricchi.
  • Frequenza: Non consumare calamari (o altri frutti di mare ricchi di colesterolo) troppo frequentemente. Limitarsi a una o due volte al mese può essere una buona strategia.
  • Consultare il medico: Parlare con il proprio medico curante o un dietologo è fondamentale per ricevere consigli personalizzati, basati sulla propria condizione di salute e sui propri livelli di colesterolo.

In conclusione, la risposta alla domanda iniziale non è un semplice “sì” o “no”. I calamari possono far parte di un’alimentazione equilibrata anche per chi ha il colesterolo alto, a patto che vengano consumati con moderazione, consapevolezza e nel contesto di uno stile di vita sano. La chiave è ascoltare il proprio corpo, monitorare i livelli di colesterolo e seguire i consigli del proprio medico. Godersi un piatto di calamari cucinati in modo sano può essere un piacere consentito, senza compromettere la salute del cuore.

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