Come capire se il vino è ossidato?

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Il vino ossidato si riconosce dal colore più scuro, tendente al marrone o allarancione. Allolfatto, presenta note di vernice o smalto, mentre al palato risulta piatto, amaro e astringente. La conservazione in luogo fresco e buio, lontano da fonti di calore e luce, aiuta a prevenirne lossidazione.
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Un Sorso di Ombre: Come Riconoscere il Vino Ossidato

Il vino, come un essere vivente, respira. Ma a differenza nostra, il suo respiro può trasformarsi in un respiro di morte, portando alla sua ossidazione. Questo processo, che alterna il gusto e il profumo, è un nemico silenzioso del vino, un’ombra che ne offusca la brillantezza.

Come riconoscere un vino ossidato?

L’occhio è il primo a percepire il cambiamento: il vino ossidato assume un colore più scuro, tendente al marrone o all’arancione. La sua brillantezza, simbolo di gioventù e freschezza, svanisce.

L’olfatto poi conferma il sospetto. Il vino ossidato emana un aroma pungente, simile a quello di vernice o smalto, che sostituisce i profumi fruttati e floreali originali.

Infine, al palato si palesa la vera natura del vino ossidato: piatto, amaro e astringente. Il suo sapore, un tempo ricco e complesso, diventa monocorde e spiacevole.

Un nemico silenzioso, ma controllabile:

L’ossidazione è un processo naturale, ma può essere rallentata o addirittura prevenuta. La conservazione del vino in luogo fresco e buio, lontano da fonti di calore e luce, è la chiave per preservare la sua freschezza. Il freddo e l’oscurità sono i suoi migliori alleati, rallentando il processo di ossidazione.

Un’ultima annotazione:

L’ossidazione non è sempre sinonimo di vino “cattivo”. In alcuni casi, come ad esempio nei vini fortificati, l’ossidazione è un processo ricercato che contribuisce a creare aromi e sapori unici. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, l’ossidazione è un’ombra che offusca la bellezza del vino, un’ombra che vale la pena evitare.