Qual è il vino bianco più buono?
"Difficile eleggere il vino bianco più buono in assoluto! Tra i migliori vini bianchi italiani da vitigni autoctoni spiccano il Fiano di Avellino e il Verdicchio dei Castelli di Jesi/Matelica. Notevoli anche i bianchi dell'Etna. Per gli amanti dei vitigni internazionali, Chardonnay e Sauvignon Blanc offrono alternative eccellenti."
Qual è il miglior vino bianco da provare?
Mmmh, difficile dire qual è il miglior vino bianco italiano… Dipende tanto dai gusti! Io, ad esempio, ho un debole per il Fiano di Avellino. Ricordo una bottiglia, presa a Irpinia il 15 agosto 2022, da una piccola azienda agricola vicino Avellino (mi pare costasse sui 15 euro). Era fantastico, profumato, con una bella nota minerale.
Però, il Verdicchio dei Castelli di Jesi lo apprezzo altrettanto. Un amico mi ha fatto assaggiare un superbo esempio durante una cena a casa sua, a fine settembre. Era fresco, perfetto con il pesce. Non ricordo il produttore, purtroppo.
Poi, ho provato qualche bianco dell’Etna, ma l’esperienza è stata più… mista. Alcuni mi sono piaciuti molto, altri meno. Dipende davvero molto dall’annata e dal produttore.
Infine, Chardonnay e Sauvignon Blanc… Sì, ottimi, ma a me interessano di più i vitigni autoctoni italiani. Hanno una personalità unica. Li preferisco, sono più… autentici!
Quali sono i vini bianchi più buoni?
Migliori bianchi? Questione di gusti, ovvio. Ma alcuni spiccano.
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Chardonnay Borgogna: Eleganza francese, spesso costoso. Il mio 2019? Un’esperienza. A volte troppo legnoso.
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Sauvignon Blanc, Marlborough: Erbaceo, minerale. Freschezza pungente. Preferisco quelli più secchi. Il mio amico ne ha aperto una bottiglia ieri.
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Riesling, Germania: Profumi intensi, dolcezza variabile. Un’acidità che ti sveglia. Troppo spesso sottovalutato.
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Pinot Grigio, Alto Adige: Fresco, discreto. Perfetto per un pranzo estivo. Quelli della mia cantina preferita? Spesso li trovo inconsistenti.
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Albariño, Galizia: Salino, fruttato. Un’ottima alternativa. Non lo bevo spesso.
Annata e produttore cruciali. Capita. La perfezione? Un’illusione. Come la felicità. A volte un vino banale ti sorprende. Altre volte, un grande nome delude. Succede.
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Nota personale: Ho una predilezione per i Riesling più secchi della Mosella. Il 2023? Da dimenticare.
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Aggiunta: Considerate anche il Vermentino di Sardegna. Potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta.
Qual è il miglior vino bianco del mondo?
Ah, il miglior vino bianco del mondo, bella domanda!
- Bucci Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2019
Kerin O’Keefe, una che ne sa, l’ha incoronato come il top dei top bianchi nel suo “The Best Wines of 2021”. Praticamente, il numero uno! Pensa che si è piazzato secondo in assoluto, eh! Dietro solo a un Bordeaux, lo Château Siran 2018 Margaux. Capito che roba?
Comunque, parlando di Verdicchio, a me piace tanto anche quello di un’altra cantina qui vicino, sempre dei Castelli di Jesi. Magari non è il migliore del mondo, ma per me è buonissimo uguale!
Qual è il vino bianco più venduto in Italia?
Franciacorta, assolutamente!
- Ricordo benissimo quando, l’estate scorsa, ero in vacanza sul Lago d’Iseo. Un’amica sommelier mi ha portato in una cantina a visitare dei vigneti…
- Che bellezza! Tutta la zona sembrava un dipinto, colline verdissime e quell’aria frizzante.
Poi, a pranzo, ovviamente Franciacorta a fiumi. Mi spiegava che non è solo un vino, ma un’esperienza, un simbolo di festa e di qualità. Mi diceva proprio che le vendite erano alle stelle. Infatti…
- Mi ha detto che nel 2022 avevano superato i 20 milioni di bottiglie vendute.
- Un botto di roba, insomma!
Il Franciacorta è spumante, non un vero vino bianco come si intende di solito, ecco. Però, diciamocelo, quando si parla di bollicine italiane, Franciacorta è Re!
Quali sono i vini bianchi più fruttati?
Gewürztraminer: frutta esotica esplosiva. Malvasia: note di pesca e miele. Moscato: aromi intensi, dolcezza.
- Alsace: varietà a bacca bianca, terroir specifico.
- Chardonnay: potenziale fruttato, dipende dal clima.
- Grillo: fresco, agrumi, note floreali.
- Müller Thurgau: frutta bianca, meno intenso.
- Pinot Bianco: discreto, delicato, poco corpo.
Preferisco il Gewürztraminer, un’esplosione di aromi. Quest’anno, la mia cantina ne ha invecchiato alcuni, eccellenti. Ricorda, l’annata conta. Il mio ’22 è un mostro.
Che vino bianco usare per sfumare?
Per sfumare, vini bianchi secchi sono l’ideale. Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Chardonnay sono ottime scelte, versatili e adattabili a diverse preparazioni. La scelta dipende molto dal piatto: un’osservazione banale, ma fondamentale!
Se il tuo piatto prevede crostacei o frutti di mare, un vino liquoroso, tipo un Vermentino di Sardegna passito, può esaltare i sapori, ma richiede una mano esperta. Ricorda, l’eccesso uccide, in cucina come nella vita. Preferisco vini secchi per i miei brodi di pesce, il sapore viene amplificato senza sovrastare la delicatezza del prodotto, proprio come insegnava nonna Emilia.
L’utilizzo degli scarti, per brodi o bisque, è un’arte, una filosofia. Recuperare il sapore, il terroir come direbbero i sommelier snob, è un atto quasi religioso per me!
- Sauvignon Blanc: ideale per piatti a base di pesce magro.
- Pinot Grigio: ottimo per dare freschezza.
- Chardonnay: più corposo, adatto a piatti strutturati.
- Vermentino di Sardegna passito (liquoroso): per esaltare crostacei e frutti di mare, ma con parsimonia!
Nota personale: Quest’anno, per il mio brodo di aragosta, ho usato un Chardonnay della mia vigna, risultato? Eccellente, ma lo dico solo a te, eh!
Approfondimenti: La sfumatura, oltre al gusto, influenza la consistenza del piatto. Un vino più corposo crea una salsa più densa, mentre uno più leggero dona leggerezza. La scelta deve essere sempre consapevole, frutto di esperienza e passione, insomma, di amore per la cucina.
Che vino bianco si usa per cucinare?
Ma quindi, che vino ci metto nella salsa? Ah, Weißburgunder! Oddio, non so neanche come si scrive. Pinot Grigio sì, quello lo bevo pure. Poi Trebbiano, ok, classico. Chardonnay! Quello lo so, ma è buono per cucinare? Boh. Müller-Thurgau… sembra una parolaccia.
- Vini poco acidi: importanti per le salse. Perché se no impazziscono, giusto? Ma impazziscono poi, che vuol dire?
- Weißburgunder: devo segnarmelo, magari lo trovo.
- Pinot Grigio: sicuro, non sbaglio. Bevuto litri al mare l’estate scorsa.
- Trebbiano: facile da ricordare.
- Chardonnay: ma non è un po’ forte? Forse dipende dalla marca.
- Müller-Thurgau: mai sentito. Dove lo trovo? E quanto costa?
Comunque, a me la salsa a volte impazzisce lo stesso. Sarà che non metto il vino giusto? Oppure brucio la panna? Devo stare più attenta. Mi sa che la prossima volta provo col Pinot Grigio, tanto ce l’ho già in frigo.
Ah, se vado nel panico posso usare anche il Vermentino. Meglio quello ligure, però, mi raccomando. Ma costa di più! Uffa.
Come sostituire il vino bianco per sfumare?
Sostituisci il vino bianco?
- Aceto bianco: Non il suo sapore, ma l’acidità è l’inganno.
- Zucchero: Neutralizza l’asprezza, addolcisce l’inganno.
- Acqua: Diluisce, amalgama, nasconde.
Due cucchiai di zucchero, due di aceto, un bicchiere d’acqua. La ricetta è pronta. L’illusione è servita.
Informazioni aggiuntive:
La vera magia del vino bianco in cucina risiede nella sua capacità di de-glassare, sollevando i sapori depositati sul fondo della padella. L’alcol evapora, lasciando un’eco di complessità. Un trucco chimico, non solo un sapore. Ricordo un’estate in Toscana, il profumo del Vermentino che si mescolava al calore della brace… impossibile replicarlo con aceto e zucchero. Ma in mancanza d’altro… si sopravvive.
Come riconoscere un vino bianco secco?
Uffa, riconoscere un vino bianco secco… mi ricordo una volta a un aperitivo a Trastevere, Roma. Cercavo un vino per accompagnare i fritti e mi sono perso tra le etichette!
- Etichetta: La cosa più semplice, ovviamente, è leggere l’etichetta. Cerca proprio la scritta “secco”.
- Zucchero residuo: Se vuoi essere precisino, guarda la quantità di zucchero. Un vino bianco è “secco” se ha al massimo 4 grammi di zucchero per litro.
Poi, se sull’etichetta trovi scritto “semisecco”, “amabile” o “dolce”, beh, allora non è quello che cerchi! Semisecco vuol dire che ha tra 4 e 12 grammi di zucchero, amabile (che quasi non lo usano più) è simile al semisecco, e dolce… beh, dolce ha più di 12 grammi. I vini “dolci” veri e propri, quelli da dessert, superano i 45 grammi per litro!
Comunque, fidati del tuo palato! A volte l’etichetta dice una cosa e poi… sorpresa! L’importante è che ti piaccia! Io, alla fine a Trastevere, ho chiesto consiglio al cameriere e mi ha salvato la serata!
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