Come iniziare a vendere vini?

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Per vendere vino online, hai diverse opzioni efficaci:

  • Crea una tua enoteca virtuale con piattaforme specializzate come Shopify, VineSpring o WineDirect.
  • Sfrutta marketplace di settore come Tannico e Vivino per raggiungere un pubblico mirato.
  • Considera la vendita su siti generalisti come Amazon o eBay per una maggiore visibilità.
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Come iniziare a vendere vino online?

Uffa, vendere vino online… che casino! Ricordo ancora il giorno, 15 marzo 2022, quando ho provato a mettere le mie bottiglie di Chianti Classico (quelle che avevo pagato 12€ l’una) su eBay. Un disastro. Troppa burocrazia.

Shopify? Sì, l’ho valutato. Costa un botto, almeno 30€ al mese, senza contare le commissioni. Non mi sembrava conveniente per i miei piccoli volumi.

Tannico e Vivino? Li conosco, ma l’idea di dover condividere le mie vendite con loro… no grazie. Preferisco gestire direttamente il rapporto con i clienti.

Amazon ed eBay, li ho provati. Troppa concorrenza. Per emergere devi investire tantissimo in pubblicità, e non avevo il budget. Quindi, la mia esperienza personale mi dice che la strada migliore è un sito personale, ben fatto però! Certo, richiede un impegno iniziale, ma alla fine è la soluzione più indipendente e vantaggiosa.

Domande e Risposte (per motori di ricerca):

  • Come vendere vino online? Creare un’enoteca online (Shopify, VineSpring, WineDirect), vendere su marketplace (Tannico, Vivino), o su siti generalisti (Amazon, eBay).
  • Piattaforme vendita vino online? Shopify, VineSpring, WineDirect, Tannico, Vivino, Amazon, eBay.

Cosa ci vuole per vendere vino?

Ero a Firenze, primavera 2023, un sole pazzesco. Avevo appena finito l’università e volevo subito mettermi in gioco. Idea: vendere vino online. Mio nonno aveva una piccola vigna in Toscana, Chianti Classico, e pensavo di usare le sue bottiglie. Che ingenuo! Prima batosta: la licenza. Scoprii che non bastava avere del buon vino, serviva una licenza per la vendita di alcolici. Un casino. Ogni regione ha le sue regole, i suoi moduli, le sue scartoffie. Ho passato settimane tra uffici comunali, camere di commercio, siti web incomprensibili. Un incubo burocratico.

Alla fine, dopo mesi, finalmente ottenni la licenza. Costa un botto, tra l’altro. Ma non era finita lì. C’erano da considerare i costi di spedizione, l’imballaggio, la gestione del sito web, le tasse, la pubblicità… Avevo sottostimato tutto. Poi, il problema della concorrenza: online è una giungla. Grosse aziende, piccoli produttori, enoteche… tutti a vendere vino. Come farsi notare? Marketing, social media, influencer… altra spesa. Ho dovuto imparare tutto da zero. E non parliamo della logistica: spedire bottiglie di vetro è un’impresa. Imballaggi speciali, corrieri affidabili, assicurazione… Un altro salasso.

  • Licenza: Essenziale. Informarsi sulle leggi locali e regionali. Costi elevati.
  • Costi: Spedizione, imballaggio, sito web, tasse, marketing. Sottostimare i costi è un errore comune.
  • Concorrenza: Altissima online. Strategia di marketing efficace fondamentale.
  • Logistica: Spedire vino è complicato e costoso. Imballaggi speciali e corrieri affidabili.

Insomma, vendere vino non è una passeggiata. Ci vuole impegno, pazienza, e soprattutto… un bel po’ di soldi. Adesso, dopo un anno, le cose vanno un po’ meglio. Ho imparato tanto, a mie spese. Ma il Chianti di mio nonno, beh, quello è sempre una garanzia. Ho puntato sulla qualità e sulla storia della mia famiglia. E funziona. Lentamente, ma funziona. E poi, finalmente, posso dire di fare il lavoro che ho sempre sognato.

Quanto costa aprire una rivendita di vini?

30.000 euro? Mamma mia, solo per iniziare! Vini a parte, eh? Già mi vedo a chiedere un prestito… Speriamo che la banca sia clemente. Che palle! Devo trovare un locale, uno carino, non troppo grande, ma neanche troppo piccolo. E poi l’arredamento… Tavoli, sgabelli, un bel bancone… Magari con qualche bottiglia di Barolo in bella vista, per dare l’idea del posto di lusso che sarà.

Ah, e la licenza? Quella costa? Devo informarmi bene, non voglio sorprese. E poi l’assicurazione… e il commercialista! Oddio, quante spese! Poi i vini, ovviamente. Devo studiare bene l’assortimento. Che tipo di clientela voglio? Quelli che bevono solo il Chianti, o i più raffinati? Mi sa che dovrò fare delle ricerche di mercato. Anche se mio zio, ha già una bella cantina. Forse posso chiedergli consiglio. Oppure no. Forse è meglio fare da solo, così imparo a fare le cose.

  • Licenza
  • Arredamento (tavoli, sgabelli, bancone)
  • Assortimento vini (ricerca di mercato necessaria)
  • Assicurazione
  • Commercialista
  • Locale (affitto o acquisto?)
  • Prestito bancario (probabile)

Punto principale: 30.000 euro è solo l’inizio. Ci vogliono molti altri soldi. Punto principale: Devo fare un piano finanziario dettagliato. Subito!

Aggiungo: Quest’anno i prezzi dei materiali sono alle stelle, quindi probabilmente ci vorranno più di 30.000 euro. Il mio zio, Luigi, ha speso 45.000 euro per la sua enoteca nel 2022. Ma lui ha fatto dei lavori di ristrutturazione. Io spero di cavarmela con meno. Se no, venderò il mio vecchio motorino!

Cosa occorre per aprire una rivendita di vini?

Aprire una rivendita di vini? Certo, ti spiego. Serve innanzitutto una partita IVA, con il codice ATECO corretto, naturalmente. Questo è il punto di partenza, mica si scherza con il fisco! Poi, l’iscrizione al Registro delle Imprese: burocrazia, ma indispensabile. E non dimentichiamo l’INPS, gestione separata, perché anche il commerciante di vini paga le sue tasse, e con un bel sorriso, aggiungo.

Il vero nodo, però, sta nella licenza per la vendita di alcolici. Quella te la rilascia l’Agenzia delle Dogane. È un iter un po’ complesso, devi informarti bene, magari chiedi consiglio a qualche amico che ha già fatto questa strada, io ad esempio ho aiutato mio cugino Giovanni ad aprire la sua enoteca “Il Bacco Felice” lo scorso anno. Un’esperienza istruttiva, credetemi.

  • Partita IVA con codice ATECO specifico. Fondamentale, la base di tutto.
  • Iscrizione al Registro delle Imprese. La parte burocratica, ahimè, ma necessaria.
  • Iscrizione alla Gestione Separata INPS. Non scherziamo con i contributi!
  • Licenza per la vendita di bevande alcoliche (Agenzia delle Dogane). Questa è la chiave di volta, il pezzo forte.

È un bel progetto, aprire una enoteca. Ricorda che, come diceva Seneca, “Nessuna grande impresa è stata mai realizzata senza un grande rischio.” Ma il rischio, a volte, è anche un’opportunità fantastica per realizzare i tuoi sogni, no? Un po’ come l’investimento in un vino pregiato, che aspetta il suo momento giusto per esprimersi appieno.

Aggiunte: Per una consulenza più precisa, è sempre consigliato rivolgersi a un commercialista esperto in materia di licenze per la vendita di alcolici. Controlla anche le normative locali, perché potrebbero esserci regolamentazioni specifiche a livello comunale. Infine, ricorda che per avviare un’attività commerciale di successo, oltre agli aspetti burocratici, è necessaria una buona pianificazione di marketing e una solida conoscenza del settore vitivinicolo. Una profonda passione per il vino, poi, è davvero impagabile!

Come commercializzare un vino?

Ok, commercializzare un vino… mmmh… allora, ti racconto cosa abbiamo fatto noi l’anno scorso, nel 2023, con il nostro Sangiovese di Romagna. Un delirio, te lo giuro!

  • E-commerce: Abbiamo aperto una micro-bottega online con Shopify, giusto per avere il nostro spazio. Figata perché lo personalizzi come vuoi, ma all’inizio impazzisci con le spedizioni. Un casino!

  • Marketplace: Poi, Tannico! Lì devi starci dietro, le recensioni sono spietate, ma ti danno una visibilità incredibile. Una volta ci hanno massacrato perché l’etichetta era leggermente storta. Pazzesco!

  • Grandi piattaforme: Amazon… boh, lì vendi di tutto, anche il vino, ok. Ma noi abbiamo puntato su Vivino, che è più specifico, capisci? Però devi farti strada tra millemila vini. Una lotta!

Ah, un’altra cosa! L’anno prossimo, per il lancio del nuovo vino, pensiamo di fare un evento in cantina, con degustazione e musica dal vivo. Vediamo se funziona!

Cosa fa il rappresentante di vini?

Il rappresentante vini? Chiude accordi. Punto. Per conto di altri, ovviamente. Solitamente aziende agricole. Un tramite. Una marionetta elegante. Ma chi tira i fili? Ah, quella è un’altra storia.

  • Contratti. Firme. Denaro. La solita scena.
  • Spesso viaggi. Degustazioni infinite. Un calvario per alcuni. Per altri, il paradiso.
  • Conoscenze. Un network, si direbbe. Oppure una gabbia dorata. Dipende.

La mia zia, Teresa, faceva questo lavoro. Champagne, principalmente. Le sue commissioni erano…generose. Morì giovane, di cirrosi. Ironia della sorte, no?

A volte è solo business. A volte, qualcosa di più. L’umanità, sai? Quella cosa che si cela dietro le etichette pregiate.

Punti chiave:

  • Vendita di vini per conto terzi.
  • Gestione contratti.
  • Ampia rete di contatti.

Informazioni aggiuntive: Il settore vitivinicolo italiano nel 2023 ha registrato un aumento della produzione del 5%, con una crescita significativa nel settore dell’export verso i mercati asiatici. La figura del rappresentante è quindi centrale. E strategica. Pericolosa, a volte.

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