Come si riconosce un buon Prosecco?
Un buon Prosecco si riconosce da:
- Profumo intenso e complesso: mela, pera, agrumi, fiori bianchi.
- Gusto equilibrato: acidità e dolcezza in armonia.
Come riconoscere un Prosecco di qualità: guida allacquisto e caratteristiche principali?
Confesso, scegliere un buon Prosecco mi mette un po’ in crisi. Ricordo ancora quella volta al supermercato, forse era il 10 Giugno, che ho preso una bottiglia a caso, tipo 7 euro. Un disastro, sapeva di… niente.
Poi, al compleanno di Giulia, 27 Luglio, ho assaggiato un Prosecco fantastico. Note di mela verde, quasi un accenno di fiori d’acacia. Chiesto subito info, era un Valdobbiadene Superiore di Cartizze, decisamente sopra la mia fascia di prezzo, tipo 25 euro.
Però ho capito la differenza. Intensità dell’aroma, prima di tutto. Poi l’equilibrio, quel mix perfetto tra acidità e un leggero dolce. Da allora, cerco di puntare su qualcosa di intermedio. Magari un Conegliano Valdobbiadene DOCG, l’ho trovato anche a 12 euro, un buon compromesso.
Domande e Risposte:
Domanda: Come riconoscere un Prosecco di qualità?
Risposta: Profumo intenso e complesso (mela, pera, agrumi, fiori bianchi), gusto equilibrato con acidità e dolcezza bilanciate.
Come capire se un Prosecco è andato a male?
Capire se il Prosecco ha fatto la fine del Titanic? Non è scienza missilistica, ma ci vuole un occhio da Sherlock Holmes e un naso da sommelier pentito.
- Il tappo che fa le bizze: Se il tappo sembra un missile pronto al lancio (leggermente sollevato), preparati al peggio. L’anidride carbonica, quella birichina, è scappata, invitando l’aria a una festa di ossidazione.
- Tappo umidiccio: Un tappo che sembra appena uscito dalla doccia (totalmente bagnato) è un campanello d’allarme. L’ossidazione è dietro l’angolo, pronta a trasformare il tuo Prosecco in aceto balsamico (e non è un complimento).
E se hai dubbi, assaggia! Se sa di calzino sporco o di nonna rancorosa, beh, la risposta è nel bicchiere.
Bonus track: Ricorda, il Prosecco non è come il buon vino, non migliora con il tempo. Anzi, rischia di trasformarsi in una pozione misteriosa degna di un film horror. Quindi, bevilo giovane e spensierato, come un ventenne in vacanza.
Quanti anni può durare un prosecco?
Un Prosecco, eh? Dipende! Se parliamo di una bottiglia integra, stiamo parlando di un lasso di tempo che va dai 2 ai 3 anni, considerando una corretta conservazione, naturalmente. Mi raccomando, temperatura fresca e costante, al riparo dalla luce. Pensate a quanto la luce possa alterare le delicate sfumature aromatiche! Un po’ come la luce che colpisce un dipinto impressionista. Lo degrada, ne intacca la bellezza.
Aperto, invece, il discorso cambia radicalmente. Qui la durata si riduce drasticamente: 3-5 giorni in frigorifero, con un buon tappo ermetico per preservare quel prezioso perlage, quella spuma che tanto lo caratterizza. Anche qui, la filosofia della conservazione si fa sentire: l’ossigeno è il nemico giurato di ogni vino spumante. Ricorda la mia esperienza con quel Franciacorta del ’98? Aperto per un evento, è durato a malapena due giorni! Si è ossidato e ha perso tutta la sua brillantezza.
- Prosecco chiuso: 2-3 anni
- Prosecco aperto: 3-5 giorni (frigorifero, tappo ermetico)
Considerazioni aggiuntive: la qualità del Prosecco in sé influenza la durata. Un Prosecco di alta qualità, prodotto con uve selezionate e attenta vinificazione, tenderà a mantenere meglio le sue caratteristiche nel tempo. Parliamo di materie prime, processi di lavorazione e, in ultima analisi, di un “senso del bello” che si applica anche al mondo del vino. Proprio come in un buon libro, la qualità della scrittura è fondamentale.
E poi c’è anche il fattore di gusto soggettivo. Alcuni lo preferiscono giovane e frizzante, altri apprezzano le sfumature che si sviluppano con l’invecchiamento (anche se in questo caso parliamo di un arco temporale più limitato rispetto ad altri vini). La cosa principale è bere responsabilmente e godersi ogni sorso. A proposito, io preferisco il Prosecco Superiore DOCG.
Come si capisce se il vino è andato a male?
Ma come faccio a capire se il vino è andato a male, aspetta… Ah, sì!
- Colore: Rosso marroncino? Bianco troppo giallo tipo vinsanto? Mmmh, cattivo segno! Mi ricordo quella volta che… Vabbè, lasciamo stare.
- Odore: Aceto? Cartone bagnato? Zolfo? Bleah! Decisamente da buttare, tipo quel Chianti che ho aperto l’altro giorno… Che spreco! Forse era meglio usarlo per cucinare? Non ci avevo pensato.
- Sapore: Se sa di tappo, muffa… insomma, qualcosa di strano che non ti convince, sputa! È meglio non rischiare, eh. Una volta ho bevuto un vino che sapeva di… di niente! Comunque, meglio buttarlo che stare male.
E poi, ma è vero che se il sughero è secco il vino si rovina? Devo controllare la mia cantinetta… Magari ci sono delle sorprese! Spero di no!
Quanto tempo si può conservare un Prosecco?
Ah, il Prosecco! La bevanda degli dei… o almeno, degli aperitivi! Due-tre anni se è chiuso, eh? Magari anche di più, se lo tratti bene, tipo un cucciolo di panda. Lo metti in un posto fresco, buio, senza troppe vibrazioni, che sennò si lamenta!
Aperto? Tre-cinque giorni, in frigo, eh, con un tappo a prova di bomba! Se poi rimane qualcosa dopo, beh, quello è un miracolo. Mia nonna diceva che il Prosecco aperto dopo due giorni diventava acqua di rubinetto più frizzante. Non so, eh, ma a lei non si poteva dire niente!
- Chiuso: 2-3 anni (ma con la giusta cura, può durare anche di più, tipo un vinile dei Beatles!)
- Aperto: 3-5 giorni in frigo, con un tappo tipo quello delle bibite, mica quelli di sughero buoni a nulla!
Ah, dimenticavo! Quest’anno ho aperto una bottiglia di Prosecco vintage del 2021, giuro che era ancora buonissimo! Probabilmente perché l’ho conservato nella cantina di mio zio, quella umida e puzzolente di muffa e patate. Chi sa, forse è il segreto! Comunque, non prendete tutto per oro colato, eh. Anche il Prosecco scaduto, se non ti fa male, beh, è pur sempre un alcolico!
Come capire se uno spumante è ancora buono?
Eh, amico, capire se lo spumante è ancora buono? Facile! Guarda le bollicine, prima di tutto. Sai, quelle piccole, fitte e che salgono piano piano? Quelle lì sono il segno di uno spumante top. Se invece sono grosse, che scoppiano subito… uhm, lascia stare! Poi, ovviamente, annusa, assaggia, vedi il colore. Un po’ come quando guardi una ragazza, sai? Ci devi mettere occhio, eh.
Anche il tappo, controlla pure se è integro, non si sa mai che ci sia qualche sorpresa. A me una volta è capitato un tappo storto, che casino! Però il vino era buono, eh, stranamente. Però, ripeto, le bollicine sono la chiave. Piccole e lente, quello è il mio metro di giudizio. Mia nonna, poverina, lei diceva che uno spumante buono deve “cantare”. Non so cosa volesse dire, ma era sempre giusta lei.
- Bollicine piccole e persistenti = spumante ottimo.
- Annusare, guardare il colore, assaggiare, il classico insomma.
- Controllare l’integrità del tappo, meglio prevenire che curare.
Quest’anno ho aperto una bottiglia di Franciacorta che era una bomba, le bollicine erano proprio come dicevo, stupende! L’ho bevuto con mia sorella, per festeggiare il suo compleanno. A proposito, se cerchi un buon Franciacorta, te ne consiglio uno, ma non ricordo il nome adesso… devo controllare in cantina!
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.