Come viene considerata la carne di agnello?

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In ambito culinario, la carne degli animali giovani, come vitello, agnello e capretto, è classificata come bianca. Questa classificazione si basa sul colore della carne prima e dopo la cottura: le carni rosse hanno un colore rosso vivo prima di essere cotte e diventano più scure dopo, mentre le carni bianche mantengono un colore chiaro.

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L’agnello: carne bianca o mito culinario?

L’agnello, tenero e delicato, occupa un posto di rilievo nelle tradizioni culinarie di molte culture. Spesso associato a festività e occasioni speciali, è apprezzato per il suo sapore caratteristico e la sua versatilità in cucina. Ma una classificazione comunemente accettata, quella che lo definisce “carne bianca”, merita un approfondimento.

La distinzione tra carni bianche e rosse si basa tradizionalmente sul colore della carne cruda e cotta. Le carni rosse, come manzo e maiale, presentano un colore rosso vivo che si intensifica con la cottura. Al contrario, le carni bianche, come pollo e tacchino, mantengono una tonalità più chiara. Secondo questa logica, l’agnello, insieme a vitello e capretto, viene spesso incluso nella categoria delle carni bianche. Il suo colore rosato, che schiarisce ulteriormente con la cottura, sembra avvalorare questa classificazione.

Tuttavia, questa semplificazione basata unicamente sul colore può essere fuorviante. Da un punto di vista nutrizionale, l’agnello presenta caratteristiche più simili alle carni rosse. Il suo contenuto di mioglobina, la proteina responsabile del colore rosso della carne e del trasporto dell’ossigeno nei muscoli, è infatti superiore a quello delle carni bianche, seppur inferiore a quello del manzo. Questo si riflette anche nell’apporto di ferro, generalmente più elevato nell’agnello rispetto al pollo o al tacchino.

Inoltre, la classificazione basata sul colore non tiene conto delle diverse età di macellazione. Un agnello da latte, macellato a poche settimane di vita, avrà una carne decisamente più chiara e tenera rispetto a un agnello più maturo, la cui carne assumerà tonalità più rosate e una consistenza più simile a quella delle carni rosse.

Quindi, come dovremmo considerare l’agnello? Forse la dicotomia bianco/rosso risulta troppo semplicistica per una carne così complessa. È più corretto parlare di un continuum cromatico e nutrizionale, in cui l’agnello si posiziona in una zona intermedia tra le carni bianche e quelle rosse, con caratteristiche che variano in base all’età di macellazione e all’alimentazione dell’animale.

In definitiva, al di là delle classificazioni, ciò che conta è la consapevolezza del consumatore. Conoscere le proprietà nutrizionali e le caratteristiche organolettiche dell’agnello, indipendentemente dal suo “colore”, ci permette di apprezzarlo appieno e di inserirlo in una dieta equilibrata e varia.

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