Cosa non si può mangiare a Pasqua?

46 visite

A Pasqua, in particolare il Venerdì Santo, si osserva tradizionalmente l'astinenza dalla carne. Questo precetto deriva dal significato religioso della commemorazione della crocifissione di Gesù, in cui la carne è vista come un simbolo di piacere terreno da evitare in segno di rispetto.

Commenti 0 mi piace

Cibi vietati a Pasqua: quali sono?

Uffa, Pasqua… Quest’anno, il 9 aprile, a casa di mia nonna a Firenze, era tutto un viavai di preparativi. Ricordo il profumo intenso del pane e l’ansia di mia zia per la colomba, costata un’esagerazione: 25 euro!

Il Venerdì Santo, però, niente carne, assolutamente. Mia nonna, che Dio la benedica, era fermissima su questo punto. Era una questione di rispetto, diceva sempre. Un ricordo vivido di lei che preparava un fantastico minestrone di verdura.

Quindi, risposta breve: carne, il Venerdì Santo. Punto. Per il resto, ognuno fa come vuole, a mio avviso.

Quando è peccato mangiare carne?

Il tempo si allunga, un filo sottile che lega i giorni, le stagioni, i ricordi… Il profumo del pane appena sfornato, la luce fioca di una candela… E poi, il Venerdì. Un venerdì qualsiasi, che porta con sé un sapore di cenere e di silenzio, di attesa e di penitenza. Il tempo si fa denso, carico di un’eco antica, di gesti ripetuti nel tempo che scorre, lento come la lava di un vulcano addormentato.

Il peccato. Un peso, lieve come una piuma, ma profondo come l’abisso. Un’ombra che danza nella luce di una chiesa antica, tra i vetri colorati. Mangiare carne. Un gesto semplice, quasi banale, ma che diventa rituale, carico di significato. Un atto di amore o di abbandono. Ricorda i venerdì, gli altri venerdì. Un tempo di riflessione, un tempo sospeso tra la terra e il cielo.

Il mio cuore, allora, pulsa lento, come il battito di un’ala stanca, mentre penso al digiuno. Non solo il digiuno del corpo, ma quello dell’anima. Un’ascesi interiore, una purificazione. Un silenzio che si fa preghiera, un’attesa che si fa speranza.

  • Venerdì: astinenza dalla carne. Non è solo un divieto, ma un’occasione per la riflessione.
  • Digiuno rigoroso: Mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo. Solo un pasto sostanzioso, un’esperienza quasi ascetica.
  • Tre pasti: concessi negli altri venerdì dell’anno. Il corpo nutrito, ma l’anima in ascolto.

Il tempo, il silenzio, la carne: un triangolo di sensazioni. Un’esperienza profondamente personale, legata al mio modo di sentire la fede, legata al mio cammino spirituale, iniziato in quell’estate del 2023, nella piccola chiesa di campagna vicino a casa mia, tra i profumi di lavanda e di terra secca. Ricordo ancora la sensazione di pace e di serenità.

Il peso della tradizione pesa dolcemente, una carezza antica sulla pelle del tempo.

#Cibo #Pasqua #Proibito