Cosa portare a casa dalla Sicilia?

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Ricordi siciliani: teste di moro, carretti, ceramiche di Caltagirone, pietra lavica, pistacchio di Bronte, dolci di mandorle di Avola, miele agli agrumi e torrone. Un assaggio d'isola da portare nel cuore (e nella valigia!).

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Souvenir Sicilia: cosa comprare e portare a casa?

Souvenir dalla Sicilia? Mamma mia, che imbarazzo della scelta! Ogni volta che torno, mi sembra di dover affittare un camion. 😅

Le teste di moro sono un classico, ok, ma personalmente le trovo un po’ inquietanti. Preferisco di gran lunga un bel piatto di ceramica di Caltagirone, magari con un decoro che mi ricordi il mare di Cefalù. Ne ho comprato uno l’estate scorsa, a luglio, per tipo 30 euro.

Il carretto siciliano è stupendo, per carità, ma dove lo metto? 😂 Meglio un piccolo oggetto in pietra lavica dell’Etna, magari un portachiavi o un piccolo soprammobile.

Il pistacchio di Bronte è d’obbligo, non discuto. Però, attenzione ai prezzi! Al mercato di Catania, ricordo che ne ho trovato di ottimo a un prezzo super.

Dolci di mandorle di Avola? Sì, grazie! Ma anche il torrone di mandorle… e il miele di agrumi! Uff, la dieta aspetta.

Souvenir Sicilia: cosa comprare e portare a casa?

Ecco 8 souvenir siciliani:

  1. Teste di moro
  2. Carretto siciliano
  3. Ceramica di Caltagirone
  4. Oggetti in pietra lavica
  5. Pistacchio di Bronte
  6. Dolci di mandorle di Avola
  7. Miele di agrumi
  8. Torrone di mandorla

Quali sono i prodotti caratteristici della Sicilia?

Amici, preparatevi a un viaggio culinario che vi lascerà a bocca aperta, o meglio, a bocca piena! La Sicilia? Un tripudio di bontà che ti fa venire la pelle d’oca, tipo quando vedi Brad Pitt senza maglietta (ma solo se sei una donna, eh!).

  • Frutta e verdura: Arance che sembrano piccole stelle, limoni così succosi che ti esplodono in bocca, mandorle che ti fanno sentire una vera regina, ficodindia che sembrano mini-draghi viola e pistacchi che ti lasciano senza parole! Ah, e le olive, ovviamente, un esercito di piccole sfere verdi! È un vero tripudio di colori e sapori. Quest’anno, mio zio, che ha un agrumeto grande come la mia camera da letto, mi ha mandato un pacco di arance così succose che sono finite a decorare la mia vasca da bagno (per un giorno solo, eh!).

  • Altri tesori: Formaggi che ti fanno leccare i baffi, un olio d’oliva così buono che potrei berlo a litri (e quasi lo faccio!), sale che fa sembrare il mare un piatto di spaghetti senza sale (un’enormità!), e un cioccolato artigianale che fa dimenticare anche l’esistenza del cioccolato al latte! Quest’anno il mio preferito è stato quello al pistacchio, una bomba!

  • Spezie e aromatiche: Un miscuglio di profumi che ti stordiscono, ti fanno girare la testa e ti mandano in un altro mondo. Una sinfonia di sapori! Immaginatevi basilico così profumato che potrebbe resuscitare un morto, origano che ti mette allegria e rosmarino che ti fa sentire in un campo di fiori! Quest’anno ho scoperto un mercato rionale con spezie incredibili!

Insomma, la Sicilia è una festa per il palato, un’esperienza sensoriale che vi cambierà la vita! Ricordatevi di portare con voi valigie capienti, perché tornerete a casa con chili di bontà in più! E forse qualche kilo in più anche voi… eh eh!

PS: Mio zio, l’uomo delle arance giganti, dice che quest’anno la produzione è stata eccezionale, persino meglio del solito. A parte lui, ovviamente. Lui è sempre eccezionale.

Che cosa è famosa la Sicilia?

Sicilia. Cosa? Un crogiolo.

  • Storia: Greci, Romani, Arabi… un macello di epoche stratificate. Rovine ovunque. La mia nonna diceva: “Ogni pietra urla.”
  • Cultura: Un miscuglio. Come un piatto di pasta con troppi ingredienti. Bellissimo? Dipende dai gusti. A me piace il caos.
  • Cibo: Arancini. Basta. Tutto il resto è contorno. Anche la mafia. Anzi, soprattutto quella.

Quest’anno ho visto il mio amico Giovanni laggiù, vicino Agrigento. Era pallido.
Sicilia. Un’ossessione. Un’eredità. Una maledizione.

  • Note aggiuntive: La Valle dei Templi. Magnifica. Ma desolata. Come la mia anima a volte. Mio padre è originario di Catania. Non mi piace la sua famiglia. Troppo rumorosa. Troppo… siciliana. Ho preferito Palermo.

Cosa portare come regalo dalla Sicilia?

  • Teste di Moro: volti di terracotta, storie d’amore e vendetta, un eco di passioni antiche che risuonano ancora oggi nelle case siciliane. Io ne ho una, dipinta con colori vivaci, sul mio balcone. Sembra sussurrare segreti.

  • Carretto Siciliano: miniature colorate, un trionfo di folklore e arte popolare. Ricordo un artigiano, a Palermo, che ne dipingeva uno con una cura infinita, quasi fosse una reliquia.

  • Ceramiche di Caltagirone: maioliche che brillano sotto il sole, un caleidoscopio di disegni e colori. Ogni pezzo racconta una storia, un frammento di vita siciliana plasmato dall’argilla e dal fuoco.

  • Oggetti in pietra lavica: il cuore dell’Etna trasformato in oggetti d’arte. Sculture, gioielli, utensili… la forza del vulcano racchiusa in un ricordo tangibile, nero e misterioso.

  • Pistacchio di Bronte: smeraldi di Sicilia, un sapore unico e inconfondibile. La mia nonna lo usava per fare un pesto squisito. Che profumo!

  • Dolci di mandorle di Avola: un trionfo di dolcezza, un’esplosione di sapori che evocano le feste di paese. Ricordo le bancarelle, cariche di prelibatezze, durante la sagra del mio paese.

  • Miele di agrumi: il sole di Sicilia imbottigliato, un nettare dorato che profuma di zagara e limoni. Lo verso sul pane la mattina.

  • Torrone di Mandorla: croccante e goloso, un dolce tradizionale che si tramanda di generazione in generazione. A Natale non può mancare sulla mia tavola.

Cosa portare di cibo dalla Sicilia?

  • Paste di mandorla: Pizzuta di Avola, un classico. Non amo i dolci, ma queste…fate attenzione, creano dipendenza. Memento mori, anche al gusto.

  • Pistacchio di Bronte D.O.P.: L’oro verde siciliano, irrinunciabile. Preferisco il salato, ma un dolce al pistacchio ogni tanto non guasta. Quest’anno il raccolto è stato buono, a quanto pare.

  • Cannoli: Ricotta, pistacchio, arancia. Un’esplosione di sapori, un cliché che funziona. Mia nonna li faceva meglio, ovviamente. Ma chi non lo direbbe?

  • Miele di agrumi: Profumo di sole, letteralmente. Un cucchiaino nel tè e dimentichi il mondo. Anzi, no, te lo ricorda, prepotentemente.

  • Cioccolato di Modica: Cannella, Bonajuto. Un’istituzione. Texture grezza, sapore intenso. Come la vita, del resto. Ricordo ancora quando ci sono stato. Era Luglio, un caldo insopportabile ma la visita è stata indimenticabile.

  • Informazioni aggiuntive:

    • Curiosità: La Pizzuta di Avola deve il suo nome alla forma “pizzuta” della mandorla.
    • Consiglio: Il cioccolato di Modica è ottimo abbinato a un bicchiere di Marsala.
    • Nota: Assicuratevi che il pistacchio di Bronte sia D.O.P. per evitare imitazioni.

Cosa comprare da Catania?

Cosa comprare a Catania? Ah, bella domanda! Dipende da cosa cerchi, eh? Se vuoi lasciare il segno, tipo un’impronta digitale sul cuore di chi riceve il regalo, allora:

  • Cioccolato di Modica: Un’esperienza sensoriale che ti fa capire perché gli spagnoli, secoli fa, si sono impadroniti di questa ricetta come se fosse il tesoro di Capitan Uncino. Granuloso e friabile, un po’ come la mia vita sentimentale, ma infinitamente più goloso.

  • Pistacchio di Bronte DOP: Solo se ami la vita, ovviamente. Questo pistacchio è il re dei re, ma costa un occhio della testa. Un po’ come andare in vacanza alle Maldive… ma ne vale la pena.

  • Ceramiche di Caltagirone: Un classico intramontabile, un po’ come i miei jeans preferiti con la toppa sul ginocchio. Bellissime, ma attento a non romperle, che altrimenti sono guai seri.

Per chi ama il kitsch (o il “ricordino”):

  • Cannoli: Buonissimi, ma fai attenzione alla crema, che se è troppo dolce ti rovina la serata. Come un appuntamento con una persona che parla solo di se stessa.

  • Coppola: Un tocco di sicilianità, ma solo se hai la faccia adatta, eh! Io ho rinunciato, mi fa sembrare un fungo.

  • Trinacria: Un souvenir elegante, elegante come il mio tentativo di fare il caffè col moka. A volte ci riesco.

  • Pupi Siciliani: Se sei un collezionista di bambole di gesso inquietanti, allora prendine una. Altrimenti, lascia stare.

  • Vini Siciliani: E qui non scherziamo, eh! Un Etna Rosso DOC è un’esperienza mistica, un viaggio verso l’estasi, o forse una semplice ubriacatura, dipende dalla quantità.

Aggiunte: Quest’anno ho scoperto un piccolo laboratorio artigianale vicino al mercato del pesce che fa delle marmellate di arance amare squisite. Se ci vai, chiedi di Enzo, il proprietario. È un tipo strano, ma le sue marmellate… Mamma mia! Ah, e ricorda di contrattare, soprattutto al mercato. È una tradizione sacra!

Quali sono le vie dello shopping a Catania?

Via Etnea. Spacca Catania in due. Tre chilometri di vetrine. Barocco e brand. Chiese e fast food. Un elenco infinito.

  • Via Etnea: arteria principale. Negozi, palazzi, chiese. Un miscuglio. La summa della città.

  • Abbigliamento, librerie, catene internazionali. Il solito. Qualche nome storico resiste.

  • Bar, gelaterie. Zucchero e caffeina. Per ricaricare tra un acquisto e l’altro. Indispensabile.

Corso Italia. Più elegante. Meno caotica. Firme di lusso. Stile diverso.

  • Corso Italia: alternativa chic. Boutique e marchi prestigiosi. Meno confusione. Più soldi.

Personalmente, preferisco le stradine laterali. Piccole botteghe. Artigiani. Meno scontato. Più interessante. Via Crociferi, per esempio. Un gioiello nascosto.

  • Vie laterali: l’inaspettato. Pezzi unici. Storie da scoprire. Vale la pena perdersi.

Cosa portare di tipico dalla Sicilia?

Cosa portare dalla Sicilia… cosa rimane, davvero, dopo un viaggio?

  • Le teste di moro: Non so, mi sembra quasi di portare via un pezzo di storia, un segreto sussurrato nel vento. Ce le aveva mia nonna sul balcone.

  • Il carretto siciliano: Un ricordo piccolo, magari dipinto, un’esplosione di colori. Ho sempre amato quei carretti, così pieni di vita. Mi ricordano le feste di paese.

  • La ceramica di Caltagirone: Un piatto, un vaso… qualcosa di unico. Mia madre ne colleziona.

  • Oggetti in pietra lavica: La forza dell’Etna, la terra che brucia dentro. Ho preso un piccolo portacandele una volta.

  • Il pistacchio di Bronte: Un sapore che non si dimentica. Ne ho comprato una confezione l’anno scorso, è durato due giorni.

  • I dolci di mandorle di Avola: Un peccato di gola, una coccola dolce. Profumano di buono.

  • Miele di agrumi: Il sole racchiuso in un vasetto. Lo metto nel tè la mattina.

  • Il Torrone di Mandorla: Non so, è una cosa un po’ così, da mangiare camminando per strada. Ricordo l’odore nelle fiere.

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