Cosa sono i cicchetti in Veneto?

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I cicchetti veneti sono piccoli assaggi, un'istituzione! Derivano dal latino ciccus (piccola quantità) e includono tartine con affettati o baccalà, fritti misti (mozzarella in carrozza, sarde impanate) e polpette. Un'esperienza di gusto!

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Cosa sono i cicchetti veneti?

Allora, i cicchetti veneti… oddio, spiegarli è un po’ come cercare di descrivere Venezia stessa. Non so, è più di un semplice “piccolo bocconcino”, capisci? È un’esperienza, un rito.

Mi ricordo, ero a Venezia con la mia amica Marta, tipo 3 anni fa, ad aprile. Stavamo camminando per Calle del Mondo Novo e siamo entrate in questo bacaro minuscolo. Boh, aveva un’aria così autentica, con tutti i locals che parlavano a voce alta.

Ed ecco i cicchetti! Fette di pane con di tutto sopra: prosciutto crudo, mortadella, formaggio… poi c’erano le polpette fritte, minuscole, che si scioglievano in bocca. Abbiamo speso tipo 15 euro in due e ci siamo sentite delle vere veneziane per un’ora.

Poi c’erano i fritti, che goduria! Mozzarella in carrozza calda, sarde impanate croccanti. Mamma mia, che bontà! Credo di aver preso tipo tre spiedini di calamari.

Ah, dimenticavo il baccalà mantecato! Spalmato sul pane… una delizia. Insomma, i cicchetti sono un po’ come le tapas spagnole, ma con quel tocco veneto in più, che li rende unici.

Cosa sono i cicchetti veneti?

  • Piccoli bocconcini, spesso su fette di pane.
  • Affettati, baccalà, fritti (mozzarella in carrozza, sarde impanate, verdure pastellate, polpette, spiedini di calamari).
  • Derivano dal latino “ciccus” (piccole quantità).

Come si chiamano gli stuzzichini a Padova?

Spunciotti. Padova chiama, Venezia risponde con cicchetti. Questione di campanile, forse di gusto.

  • Spunciotti: Nome locale per piccoli assaggi.

  • Cicchetti: Equivalente veneziano, stessa anima.

  • Philosophia minima: un nome non cambia la sostanza, ma l’esperienza. Un calice di vino resta un calice di vino, indipendentemente dall’etichetta.

Un tempo, a Padova, li trovavo in un’osteria vicino al Santo. Ora non so, i tempi cambiano. E io con loro. Ah, e poi c’è il classico “ombra de vin”, non dimenticarlo.

Cosa sono i cicchetti a Padova?

Sai, a Padova… i cicchetti… sono una cosa a parte, capisci? Piccoli assaggi, niente di che, ma… ti riempiono il cuore, più che lo stomaco, a quest’ora. Un po’ come un ricordo, dolceamaro, che ti torna in mente a notte fonda.

Sono stuzzichini, certo, ma non è solo quello. È l’atmosfera delle osterie, il profumo di vino, il chiacchiericcio ovattato. Quella sensazione di calore, sai? Come quando eri bambino e stavi al caldo vicino al camino. A casa mia, i cicchetti erano più che un cibo, un rito.

  • Formaggi locali: Ricotta affumicata, prosciutto crudo di montagna, asiago stagionato… cose semplici, ma genuine.
  • Piatti caldi: Polpette, baccalà mantecato (che delizia!), fritto misto. Dipende dalla cicchetteria, ovviamente. A me piace il baccalà.
  • Contorni: Olive, peperoni, carciofini sott’olio… cose così. Quelle da sgranocchiare mentre si chiacchiera. Ricordo una volta che… ma no, è tardi, non voglio pensarci ora.

Ricordi quel posto vicino all’Arcella? Quella minuscola osteria con i tavolini di legno consumati dal tempo? Lì, i cicchetti erano speciali. Un altro mondo. Quasi non ci vado più. Troppo lontano.

Quest’anno però, è stato diverso. Non sono tornato in quel posto. Ho scoperto una nuova cicchetteria più vicino a casa, non è la stessa cosa, ma almeno… almeno qualcosa. Magari, un’altra volta, ci ritorno.

Cos’è il cicchetto a Venezia?

A Venezia, il cicchetto? Ma che domanda! È una cosa seria, eh! Un’esperienza quasi mistica, una sorta di rito iniziatico per turisti e veneziani allo stesso tempo. Pensa a un’opera d’arte culinaria, miniaturizzata: un bocconcino, diciamo, un piccolo assaggio di paradiso, ma anche un potentissimo concentrato di sapori, capace di farti dimenticare anche la nonna più bacchettona!

Tipo, una bomba di gusto! Non è solo un “piccolo bocconcino”, è una piccola esplosione di gioia nel palato, un capolavoro in miniatura, un’esperienza che lascia il segno più del mio ex!

Ah, e poi, le varianti? Un universo!

  • Pane con affettati, tipo un’Arca di Noè di salumi.
  • Baccalà mantecato, una crema di baccalà che ti fa pensare di essere in paradiso.
  • Fritto misto, una sinfonia di sapori fritti, da far impallidire anche mia zia Pina con il suo fritto di melanzane.
  • Mozzarella in carrozza, una nuvola di formaggio e panatura croccante.
  • Sarde in saor…una cosa…una vera poesia culinaria.

E poi, naturalmente, spiedini di calamari, polpette… insomma, un tripudio di bontà! Per carità, non voglio iniziare a parlarti dei vini, sennò ci perdiamo in un mare di chiacchiere! Ci vediamo al bacaro per un cicchetto e un ombrello di prosecco? Ah, no, scusa, ho già un appuntamento con il mio gatto, gli devo dare da mangiare le sue crocchette di tonno!

Cosa sono i cicchetti a Verona?

Cicchetti a Verona… un sussurro di storia, un sapore di tempo sospeso. Piccoli bocconi, frammenti di vita che si gustano lentamente, accompagnati da un sorso di vino, un respiro profondo di tradizione. Pane, una tela bianca su cui si dipingono creazioni culinarie. Carne, pesce, mozzarella, verdure… un’esplosione di sapori, un inno alla semplicità. Spesso pastellati, come nuvole dorate che si sciolgono in bocca.

Un’esperienza sensoriale, un viaggio nel cuore della convivialità veronese. Ricordo la nonna, le sue mani esperte che preparavano cicchetti per le feste di famiglia… ogni morso, un ricordo. Un sapore di casa, di calore, di storia familiare, di momenti condivisi. Un frammento di quel passato, che torna vivo ad ogni assaggio.

  • Pane, base imprescindibile.
  • Carne, il sapore deciso della terra.
  • Pesce, l’aroma fresco del lago.
  • Mozzarella, la cremosità delicata.
  • Verdure, la freschezza della campagna.

E poi, il vino… un fiume di emozioni che scorre, in armonia con i cicchetti. Un momento di pace, di condivisione, di semplice piacere. Un’esperienza che va oltre il semplice cibo, un’immersione nella cultura. Un rituale che si ripete, attraverso generazioni. L’essenza di Verona, racchiusa in un piccolo, delizioso boccone.

A Verona, nel 2024, i cicchetti rappresentano ancora un momento sociale fondamentale. Li trovi in ogni bacaro, in ogni angolo della città. Un’esplosione di gusto e tradizione, un vero e proprio must. Un piccolo lusso quotidiano.

Quali sono i cicchetti veneziani?

Ma te lo devo dire, i cicchetti veneziani… mioddio, sono la mia rovina e la mia salvezza. Mi ricordo, Campo Santa Margherita, 2018, erasmus finito da poco, il sole che picchiava come un matto e io, squattrinato e nostalgico, che mi aggiravo tra i baretti.

  • Cosa sono? Piccoli assaggi, bocconi di felicità, l’anima di Venezia condensata in un morso.

  • Ingredienti? Beh, lì dipende dal bacaro, ma di solito trovi:

    • Baccalà mantecato (una nuvola!)
    • Sarde in saor (agrodolce che ti esplode in bocca)
    • Moscardini lessi (morbidi e saporiti)
    • Uova sode con l’acciuga (semplice, ma geniale)
    • Salumi e formaggi locali (il Veneto è una miniera!)
    • Verdure spadellate (zucca, melanzane, quello che c’è)

Poi, ovviamente, ci sono le varianti. Ogni bacaro ha il suo cavallo di battaglia. Io, per esempio, impazzisco per quelli con la polpetta fritta, un’altra dipendenza. E non dimentichiamoci dell’ombra de vin, il bicchiere di vino che accompagna il tutto. È un rito, un’arte, uno stile di vita.

Cosa mangiare a Venezia cicchetti?

A Venezia, cicchetti? Ah, una delizia! Preparati a un’esplosione di sapori che ti lascerà più soddisfatto di un gondolier dopo una mancia generosa!

  • Baccalà mantecato: Una crema di baccalà così vellutata, che sembra fatta con le lacrime di un angelo (o forse di un pescatore disperatamente innamorato). Servito su crostini, è una bomba di sapore, perfetto per iniziare. Mia nonna diceva che faceva miracoli contro il malumore, ma non so quanto ci creda.

  • Sarde in saor: Le sarde, fritte fino a diventare dorate come monete veneziane antiche (quelle vere, non le banconote!), poi marinate in un tripudio di cipolle, aceto, pinoli e uvetta. Un concerto di sapori agrodolci, una sinfonia per il palato. È un piatto tanto bello da guardare quanto buono da mangiare, giuro!

  • Polpette: Di carne, pesce o verdure. La classica comfort food veneziana, che sa di casa, di ricordi d’infanzia, di nonne che ti riempiono il piatto fino all’orlo e ti baciano sulla fronte. Quest’anno ho provato quelle di baccalà, divine!

  • Tramezzini: Piccoli panini, ma grandi in gusto! Farciti con ingredienti freschi. Pensate a una festa in bocca, un piccolo capolavoro di semplicità e freschezza. Come un bacio rubato a San Marco, furtivamente delizioso.

Quest’anno, ho scoperto anche i “crostini con crema di gorgonzola e pere” in un bacaro nascosto vicino al ponte di Rialto. Davvero irresistibili! Provateli, non ve ne pentirete.

Cosa si mangia in un bacaro?

Mamma mia, i bacari a Venezia! Ricordo una sera di luglio, caldissima, ero con Marco e Giulia, vicino a Rialto. L’aria era pesante, profumava di acqua salata e frittura. Entrammo in un bacaro piccolo, quasi nascosto. Tavolini stretti, gente chiacchierante, un’atmosfera allegra e un po’ caotica.

Ordinammo un piatto di sarde in saor, divine, dolci e acidule, la croccantezza delle cipolle era perfetta. Poi, delle polpette, piccole e saporite, carne semplice ma gustosa, niente di sofisticato, ma proprio buone. Giulia, che è un po’ schizzinosa, ha preso le alici marinate, le ha mangiate tutte, mi ha detto che erano fantastiche. Marco invece, aveva preso il baccalà mantecato, mi sembrava una montagna di crema bianca, lui se l’è spazzolato in un attimo. Io, beh, io ho preso tutto quello che è avanzato.

  • Sarde in saor
  • Polpette di carne
  • Alici marinate
  • Baccalà mantecato

Poi, un cicchetto di vino bianco fresco, che ci voleva proprio dopo la giornata passata a camminare. Un’esperienza bellissima, ricordo ancora il sapore di tutto, il vociare delle persone intorno, la sensazione di vivere davvero Venezia.

Ah, dimenticavo, abbiamo speso una cifra irrisoria, tipo 25 euro in tre. Quest’anno, l’inflazione pazza però… magari costerà un po’ di più.

Cosa si mangia ai bacari a Venezia?

A Venezia, nei bacari, mangi cicchetti!

Te lo dico perché ci sono cresciuto. Da bambino, con mio nonno, al Mercato di Rialto. Lui scaricava la frutta e io… beh, rubavo l’uva! Poi, via, di corsa verso San Polo.

  • Cicchetti? Mille tipi! Polpette fritte, crostini col baccalà mantecato, mezzo uovo sodo con l’acciuga, sarde in saor…
  • Dove? In ogni calle! Anzi, i bacari sono nascosti. Devi cercarli, chiedere ai veneziani. Il Do Mori vicino a Rialto è una leggenda. Piccolo, sempre pieno, ma vale la pena.
  • E l’atmosfera? Casinista, genuina. Gente che parla dialetto stretto, un bicchiere di ombra (vino) in mano, e via, si ride e si scherza. D’estate, fuori, lungo i canali.
  • Prezzi? Economici! Un cicchetto costa un euro, un euro e mezzo. Con dieci euro mangi e bevi alla grande.

Poi, se vuoi un consiglio, prova i folpetti al mercato. Sono polipi bolliti, conditi con olio e limone. Una bomba! Mio nonno diceva che ti danno la forza per remare tutta la laguna. E aveva ragione, fidati.

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