Perché i carboidrati provocano sonnolenza?

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Leccessivo consumo di carboidrati raffinati, privi di fibre, proteine e grassi, causa un picco glicemico seguito da unipersecrezione insulinica. Questultima, influenzando lattività cerebrale, induce stanchezza e sonnolenza. La chiave è lequilibrio nutrizionale e un basso indice glicemico.

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La sonnolenza post-pranzo: la verità sui carboidrati e la stanchezza

La sensazione di stanchezza e sonnolenza dopo un pasto ricco di carboidrati è un’esperienza comune, spesso liquidata con un semplice “abbiocco post-prandiale”. Ma cosa si cela dietro questa reazione fisiologica? La risposta, in molti casi, risiede nel tipo di carboidrati consumati e nel loro impatto sul nostro sistema endocrino.

Non tutti i carboidrati sono creati uguali. Mentre cereali integrali, frutta e verdura apportano energia a lento rilascio, accompagnata da preziose fibre, vitamine e minerali, i carboidrati raffinati, come quelli presenti in pane bianco, pasta non integrale e dolci, si comportano diversamente. Privi di fibre, proteine e grassi “frenanti”, questi ultimi vengono digeriti e assorbiti rapidamente, provocando un brusco aumento della glicemia (il livello di zucchero nel sangue).

Questo picco glicemico innesca una risposta altrettanto rapida da parte del pancreas, che rilascia grandi quantità di insulina per riportare la glicemia a livelli normali. L’insulina, in questo contesto, agisce come una sorta di “chiave” che permette al glucosio di entrare nelle cellule e fornire energia. Tuttavia, un’eccessiva secrezione insulinica, stimolata dal rapido assorbimento dei carboidrati raffinati, può portare ad un abbassamento repentino della glicemia, una condizione nota come ipoglicemia reattiva.

Ed è proprio questa fluttuazione glicemica, questo “saliscendi” energetico, a contribuire alla sensazione di stanchezza e sonnolenza. L’ipoglicemia reattiva, infatti, può influenzare l’attività cerebrale, privando i neuroni del glucosio necessario per funzionare correttamente. Inoltre, l’insulina favorisce la produzione di triptofano, un amminoacido precursore della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del sonno. L’aumento dei livelli di serotonina, combinato alla diminuzione di glucosio disponibile per il cervello, può quindi amplificare la sensazione di sonnolenza.

La chiave per evitare questo circolo vizioso non è eliminare completamente i carboidrati dalla dieta, ma scegliere quelli giusti. Privilegiare alimenti a basso indice glicemico, ricchi di fibre, come cereali integrali, legumi, frutta e verdura, permette un rilascio graduale di glucosio nel sangue, evitando picchi glicemici e la conseguente ipersecrezione insulinica. Inoltre, abbinare i carboidrati a fonti di proteine e grassi sani contribuisce a rallentare ulteriormente l’assorbimento degli zuccheri, promuovendo un senso di sazietà più duraturo e un livello di energia costante throughout the day. In sintesi, l’equilibrio nutrizionale è fondamentale per mantenere un livello energetico ottimale ed evitare la fastidiosa sonnolenza post-prandiale.