Perché il Campari è rosso?

10 visite

Il caratteristico colore rosso del Campari deriva dallacido carminico, un pigmento estratto da insetti cocciniglia (Dactylopius coccus e Kermes vermilio), o, in alternativa, prodotto da batteri geneticamente modificati. Questo processo di estrazione fornisce la tonalità vibrante della bevanda.

Commenti 0 mi piace

Il Rosso Inconfondibile: La Storia e le Origini del Colore del Campari

Il Campari. Solo il nome evoca immagini di aperitivi estivi, di serate eleganti e di un gusto amarognolo inconfondibile. Ma oltre al sapore, un elemento caratterizza immediatamente questa bevanda: il suo colore rosso intenso e vibrante. Ma da dove proviene questa tonalità così particolare, che lo rende immediatamente riconoscibile tra tutti gli altri liquori?

Per molti anni, la ricetta del Campari è stata avvolta nel mistero, un segreto gelosamente custodito. Oggi, sappiamo che il suo colore iconico, un tempo legato a voci di ingredienti esotici e leggende metropolitane, ha una base scientifica precisa. La tonalità profonda e accesa che definisce il Campari è principalmente attribuibile all’acido carminico.

Questo pigmento, di origine naturale, veniva tradizionalmente estratto da due specie di insetti: la cocciniglia (Dactylopius coccus) e il Kermes vermilio. Questi piccoli insetti, parassiti di alcune piante, producono l’acido carminico come meccanismo di difesa. Il processo di estrazione, benché laborioso, permetteva di ottenere un colorante potente e stabile, capace di conferire al Campari la sua colorazione distintiva. Immaginate l’impegno necessario per raccogliere un numero sufficiente di questi minuscoli insetti per colorare la produzione su vasta scala di una bevanda così popolare!

Tuttavia, i tempi cambiano e la tecnologia avanza. Oggi, la produzione di acido carminico ha abbracciato nuovi orizzonti. In alternativa all’estrazione dagli insetti, si ricorre sempre più spesso alla produzione biotecnologica. Batteri geneticamente modificati vengono utilizzati per sintetizzare l’acido carminico in laboratorio. Questo approccio offre diversi vantaggi: una maggiore sostenibilità, una maggiore efficienza nella produzione e, soprattutto, la possibilità di controllare con precisione le caratteristiche del pigmento ottenuto.

L’utilizzo di batteri geneticamente modificati non deve spaventare. Si tratta di un processo rigorosamente controllato e regolamentato, che garantisce la purezza e la sicurezza del colorante finale. In definitiva, che provenga da insetti o da batteri, l’acido carminico rimane l’artefice del colore iconico del Campari.

Quindi, la prossima volta che gusterete un Campari, magari spruzzato con un po’ di seltz e una fetta d’arancia, ricordatevi che dietro quel rosso intenso c’è una storia affascinante, un connubio tra tradizione e innovazione, un piccolo segreto che contribuisce a rendere questa bevanda un’icona del gusto e dello stile italiano. E, forse, alzerete il bicchiere con un po’ più di consapevolezza, apprezzando non solo il sapore, ma anche la storia racchiusa in quel colore inconfondibile.

#Alcolici Perché Il Campari È Rosso? #Bitter #Colore