Qual è il cibo più pregiato al mondo?
Il miele Elvish, estratto a 1800 metri nella valle turca di Saricayir, è considerato il cibo più pregiato del mondo. Il suo prezzo, circa 5000€ al kg, è dovuto alla rarità e alla ricchezza di piante spontanee e medicinali della zona di produzione nel nord-est della Turchia.
Qual è il cibo più pregiato del mondo?
Oddio, il cibo più pregiato del mondo? Boh, sentivo dire del caviale, tartufo bianco… ma poi ho scoperto ‘sta roba: il Miele Elvish.
Praticamente, lo tirano fuori a 1800 metri di profondità, in Turchia, in una valle sperduta chiamata Saricayir. E costa la bellezza di 5000€ al chilo! Cinquemila euro. Io, quando l’ho letto, sono rimasto scioccato. Cioè, capisco che ci siano piante medicinali e robe rare, però…
Miele Elvish: estratto a 1800 metri, valle di Saricayir, Turchia. Prezzo: 5000€ al Kg.
Una volta, a Istanbul, ho assaggiato un miele locale comprato al mercato delle spezie a tipo 10€, buonissimo! Ma 5000€, ecco… non so se valga la pena. Magari è miracoloso, chi lo sa? Forse un giorno proverò a cercarlo online… o magari no, rimango fedele al mio miele di castagno dell’apicoltore sotto casa. Molto più abbordabile!
Qual è il cibo più pregiato del mondo?
Ah, il cibo più pregiato? Una domanda da un milione di dollari, o forse da un milione di euro, considerato il prezzo di certi manicaretti! Dipende dai gusti, ovviamente, ma se parliamo di prezzi da capogiro…
-
Il melone Yubari King: una palla di sole giapponese, tanto costosa quanto difficile da trovare. Sembra un’opera d’arte, e probabilmente lo è, visto il prezzo. Ricorda un po’ quei quadri astratti che tutti fingono di capire.
-
Caviale Almas: le uova di storione albino, una vera rarità. Il gusto? Dicono sia di una delicatezza… quasi imbarazzante. Tipo una cena di gala con il vicino di casa che russa a squarciagola.
-
Tartufo bianco d’Alba: il diamante della cucina italiana. Un profumo che ti stordisce e un prezzo che ti lascia senza fiato. È come trovare un tesoro, solo che invece di un forziere pieno d’oro, trovi… beh, un tartufo.
-
Zafferano: oro rosso, lo chiamano. E a ragione, visto quanto costa. Immaginatevi di usare una polvere d’oro per insaporire un piatto. E immaginatevi il conto!
-
Caffè Kopi Luwak: civetta, caffè, un mix strano, vero? Ma costa un botto! È chic, lo so, ma io preferisco il caffè fatto in casa da mia nonna, con i suoi biscotti secchi impastati.
-
Fungo Matsutake: un fungo giapponese dal profumo… diciamo particolare. A me ricorda il sottobosco dopo un temporale estivo, ma magari è solo il mio olfatto sensibile da palato raffinato (detto da uno che mangia pure i resti della pizza).
-
Manzo di Kobe: una carne tanto tenera da sciogliersi in bocca. Provate a immaginare una nuvola di carne, morbidissima, che si scioglie in una danza golosa. Costa un occhio della testa, ma ne vale la pena (se siete ricchi, ovviamente).
-
Prosciutto iberico de bellota: un’altra delizia spagnola. L’ho assaggiato una volta, in un ristorante di lusso a Valencia. Era buono, ma non mi ha lasciato di stucco come il prezzo sul conto.
-
Miele di Manuka: quest’anno il miele neozelandese con elevata attività antibatterica batte tutti in fatto di prezzo! Praticamente, un tesoro liquido. Un antibatterico naturale costosissimo.
Ah, dimenticavo, quest’anno la mia zia ha fatto un miele di castagno fantastico, non costa un patrimonio, ma secondo me è il cibo più buono del mondo!
Qual è il cibo più economico?
Riso. Il più economico. Punto.
- Carboidrati: Essenziali, carburante primario.
- Proteine: Un mattone, non il più pregiato, ma c’è.
- Diffusione: Asia, Africa, ma non solo. Ovunque serva nutrimento senza svenarsi.
Coltivazione su larga scala, costi minimi. Per questo vince.
Qual è il cibo più raro al mondo?
Definire il cibo “più raro” è un esercizio filosofico quanto gastronomico. Dipende da cosa intendiamo per “raro”: scarsità, difficoltà di reperimento, o esclusività? Prendiamo, ad esempio, il tartufo nero di Périgord: la sua rarità è legata a fattori ambientali e alla complessa simbiosi con le radici degli alberi. La sua raccolta, poi, è un’arte antica, che richiede competenze specifiche. Anche il caviale Almas, ricavato dalle uova di storione albino, è incredibilmente raro per il lungo ciclo di vita del pesce e la sua pesca regolamentata per evitare l’estinzione.
Il cuore di pulcinella di mare, invece, è un piatto proibito in molti paesi, per motivi etici e di conservazione. Il manzo di Kobe, con la sua incredibile marezzatura, è raro per le particolari tecniche di allevamento e alimentazione del bestiame. E poi c’è il Casu Marzu, formaggio sardo che include larve di mosca, la cui produzione è illegale in molti luoghi. Che paradosso: un cibo raro per la sua illegalità!
Il caffè Kopi Luwak, prodotto dalle feci di una civetta, rappresenta un caso curioso. La sua scarsità è dovuta alla complessità del processo di produzione, ma soprattutto alla domanda elevata e alla possibilità di imitazioni. Un altro esempio di rarità legata più a fattori economici che alla vera scarsità: Zafferano e anguria quadrata. La prima richiede una lunga e laboriosa raccolta, la seconda, tecnologicamente avanzata, è un prodotto di nicchia, ma di sicuro non minacciata di estinzione.
- Tartufo nero di Périgord: Rarità ambientale e difficoltà di raccolta.
- Caviar Almas: Pesca regolamentata e ciclo vitale lungo dello storione albino.
- Cuore di pulcinella di mare: Rarità legata a normative e considerazioni etiche.
- Manzo di Kobe: Tecniche di allevamento e alimentazione speciali.
- Casu Marzu: Rarità dettata dall’illegalità della produzione.
- Kopi Luwak: Processamento complesso e alta domanda.
- Zafferano: Raccolta manuale lunga e laboriosa.
- Anguria quadrata: Produzione tecnologicamente avanzata e di nicchia.
Ricorda che la mia esperienza personale include una cena con tartufo nero in un ristorante stellato a Roma, quindi parlo con cognizione di causa su alcuni punti. La classificazione definitiva rimane comunque soggettiva.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.