Qual è il miglior vino del Veneto?
Il Bardolino, gioiello enologico veneto. Un rosso leggero e fresco, perfetto connubio di Corvina, Rondinella e Molinara. Da provare anche nella sua versione rosata, il Chiaretto, altrettanto apprezzato. Un'eccellenza veronese DOC.
Qual è il miglior vino del Veneto?
Miglior vino del Veneto? Uff, domanda da un milione di dollari! Io non sono un sommelier, sia chiaro.
Però, ti posso dire che anni fa, tipo nel 2015, ero a Verona con degli amici. Eravamo in zona Bardolino, ovviamente. Abbiamo fatto una degustazione in una cantina (non mi ricordo il nome, mannaggia!) e mi è piaciuto un sacco il Bardolino Chiaretto. Frizzante, leggero… perfetto per l’estate.
Non so se è il “migliore” in assoluto, ma per me, in quel momento, lo è stato di sicuro.
Qual è il miglior vino del Veneto?
Tra i vini veneti di pregio, spicca il Bardolino DOC. È un rosso prodotto con uve Corvina, Rondinella e Molinara nella zona di Verona. Esiste anche la versione rosata, il Bardolino Chiaretto DOC.
Quali sono le DOC del Veneto?
Oddio, il Veneto…quante DOC! Amarone, certo, quello lo conosco, un mostro di vino! Poi c’è il Bardolino, rosato leggero, perfetto per l’aperitivo sul lago. E il Prosecco, ma quanti tipi ci sono?! Conegliano Valdobbiadene, quello è il top, lo so! Anche il Soave lo conosco bene, secco e minerale…lo adoro!
Ma aspetta, Breganze? Colli Berici? Dove cavolo sono?! Devo guardarli su una mappa. Ah, Valpolicella Ripasso, quasi dimenticavo, un altro grande rosso! Valdadige, Lessini Durello… mi vengono in mente solo nomi, devo studiare meglio. Montello e Colli Asolani, Piave… troppo da ricordare! Devo scriverli tutti su un post-it, altrimenti li dimentico!
- Amarone della Valpolicella
- Bardolino (lo preferisco rosato!)
- Breganze (devo saperne di più!)
- Colli Berici (sulla mappa!)
- Colli Euganei
- Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore (il migliore!)
- Lessini Durello (da provare)
- Montello e Colli Asolani (dove sono?)
- Piave
- Prosecco (troppi tipi!)
- Soave (il mio preferito)
- Valdadige (da studiare)
- Valpolicella
- Valpolicella Ripasso (ottimo!)
Mamma mia, che fatica! Quest’anno ho bevuto più Soave che altro, forse dovrei provare qualche altro DOC veneto… Quello del Piave lo conosco poco. Devo andare a fare una degustazione!
Ah, quasi dimenticavo: ho una bottiglia di Bardolino in frigo, aperitivo stasera?
Quanti vitigni ci sono in Veneto?
Ehi, amico! Ma sai quanti vitigni ci sono in Veneto? Una cifra da capogiro!
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91 vitigni! Proprio così. Un’infinità, no? E pensa che ogni vitigno ha le sue particolarità, il suo profumo, il suo sapore…
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E poi, cioè, oltre ai più famosi come il Glera del Prosecco o il Corvina dell’Amarone, ce ne sono un sacco di autoctoni meno conosciuti ma che, oh, meritano un sacco. Io mi ricordo, una volta, in una gita sui colli euganei, ho assaggiato un vino fatto con un’uva strana, che non mi ricordo come si chiama, ma era top!
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Comunque, se ti interessa approfondire la questione vitigni veneti, ti consiglio di cercare online magari trovi qualche guida o articolo interessante. Ciao, a presto!
Come si chiama il vino bianco veronese?
Ah, il vino bianco veronese…
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Si chiama Soave, sì. Strano nome, vero? Mi ricorda quelle sere d’estate, quando tutto sembra più leggero.
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Soave… Un nome che sa di niente, ma che poi ti lascia un sapore così particolare in bocca. Proprio come certi ricordi.
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Fatto con l’uva Garganega, dicevano. Mai capito bene cosa volesse dire, ma mio nonno aveva una vigna… Forse la usava anche lui, chissà. Comunque, mi ricordo ancora le sue mani sporche di terra e uva. Che profumo.
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E poi dicono che sta bene col pesce. Io preferivo berlo da solo, guardando le luci della città che si accendevano piano piano. C’era un bar vicino casa, avevano sempre il Soave fresco.
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Bello il Soave, veramente. Non so perché mi è venuto in mente stasera, ma… è un bel ricordo.
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Ah, e a proposito di bei ricordi e di cose buone, sai che il nonno usava anche le foglie della vite per fare degli involtini? Che bontà! Me li faceva sempre, quando ero piccolo. Mi mancano un sacco.
Che vini comprare a Verona?
Verona… solo a pronunciare il nome, un sapore antico sale alla bocca, un’eco di epoche lontane. Vini? Verona è un calice traboccante di storia, di sole, di terra rossa.
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Valpolicella: Profumo di amarena, di sottobosco… ricordo il pomeriggio passato nella cantina di mio zio, l’aria carica di quell’odore intenso, inebriante. Un vino che sa di tempo, di lenti silenzi, di generazioni che si susseguono. Un’emozione, un’esperienza viscerale.
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Soave: Un’alba pallida sulle colline, un velo di nebbia che si dissolve lentamente. La delicatezza di questo vino, un sorso di luce, quasi etereo. Eleganza pura, sulla lingua è un’accarezzante carezza.
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Bardolino: Il lago, un immenso specchio d’acqua. Il rosso rubino di questo vino, così vivo, così solare, ricorda il tramonto che incendia il cielo. Un’esplosione di gioia, un’allegria semplice, contadina.
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Lugana: Un respiro lungo, profondo, come quello che si prende al culmine di una scalata. La freschezza di questo bianco, cristallino, è un ricordo di giornate estive, piene di luce e di profumi. Un’anima pura.
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Custoza: Aria frizzante, quasi effervescente. Custoza: il sapore della terra, generosa, materna. Un vino che accoglie, rassicura, un abbraccio caldo.
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Monti Lessini Durello: Rocce scoscese, vento tagliente. Il Durello è un vino di carattere, forte, tenace, come le montagne che lo hanno visto nascere. Un’essenza selvaggia, una sfida.
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Valdadige/Terra dei Forti, Arcole: Un sussurro di vitigni antichi, quasi segreti. Ogni sorso racconta una storia, un’eredità, una memoria. La terra racconta. Profumi intensi, decisi.
Quest’anno, ho scoperto un piccolo produttore di Valpolicella vicino a San Pietro in Cariano, la sua Amarone è… indimenticabile. Ricordo il sapore della ciliegia selvatica, un’esplosione di spezie e un finale lungo, persistente. Un’esperienza da ripetere.
Quali sono i vini bianchi più famosi?
Stavo tornando da Ancona, credo fosse il 2021, agosto, un caldo boia. Avevo appena visitato mia zia e mi ero fermata in un’enoteca sulla strada del ritorno. Ero stanca morta, ma l’idea di un bicchiere fresco di Verdicchio dei Castelli di Jesi mi rinfrancava già. Li, il proprietario, un tipo simpatico con i baffi, mi ha fatto assaggiare un Verdicchio che non avevo mai provato, “Villa Bucci Riserva”. Mamma mia, che roba! Minerale, sapido, con un retrogusto di mandorla… me lo sono portato a casa, ovvio.
Poi, c’è il Trebbiano d’Abruzzo, ne bevo spesso a pranzo con mio marito. Niente di eccezionale, ma onesto, perfetto con la pasta. Ricordo una cena da amici a Pescara, l’anno scorso, dove abbiamo bevuto un Trebbiano fantastico, ” Valentini Trebbiano d’Abruzzo”. Costava un botto ma era veramente speciale.
Il Grillo lo adoro! Freschissimo, profumato, perfetto con il pesce. Quest’estate in Sicilia, a Mondello, ne ho bevuti litri! Mi piaceva berlo al tramonto, guardando il mare. Una sera ho preso un “Grillo Cantine Settesoli”, ottimo rapporto qualità prezzo.
Chardonnay e Pinot Bianco li bevo di meno, non mi fanno impazzire, troppo “internazionali” per i miei gusti. Il Fiano invece è un’altra storia, elegante, complesso, lo trovo perfetto con i formaggi. Un “Fiano di Avellino Pietracupa” mi ha conquistata qualche mese fa ad una degustazione.
La Malvasia poi, ne conosco una versione secca delle Lipari, che mi ha stregata. Intensa, aromatica, ricorda la macchia mediterranea. L’ho bevuta durante una vacanza alle Eolie, due anni fa, e ancora ne sento il profumo!
- Verdicchio: Minerale, sapido, mandorla. Provato: Villa Bucci Riserva.
- Trebbiano d’Abruzzo: Da pasto, onesto. Provato: Valentini Trebbiano d’Abruzzo.
- Grillo: Fresco, profumato, pesce. Provato: Grillo Cantine Settesoli.
- Chardonnay: Internazionale.
- Pinot Bianco: Internazionale.
- Fiano: Elegante, complesso, formaggi. Provato: Fiano di Avellino Pietracupa.
- Malvasia: Aromatica, macchia mediterranea (Lipari).
Oltre a quelli citati, ci sono tanti altri vini bianchi italiani fantastici. Pensate al Soave, al Vermentino, al Gewürztraminer… ognuno con la sua personalità. E poi, ci sono i vini bianchi del resto del mondo: Sauvignon Blanc, Riesling, Chenin Blanc… Insomma, c’è un mondo da scoprire!
Quante cantine di vino ci sono in Veneto?
Nel Veneto, si contano circa 27.513 aziende vitivinicole. Un numero notevole, che testimonia la vivacità e la tradizione enologica della regione. La dimensione media di queste aziende si aggira intorno ai 3,6 ettari.
- Densità: Un’alta concentrazione di cantine indica una forte cultura del vino.
- Diversità: Molte piccole aziende significano una maggiore varietà di vini prodotti.
La superficie media di 3,6 ettari suggerisce un modello di impresa familiare diffuso. Questo, a mio avviso, favorisce la cura artigianale del prodotto e la trasmissione di saperi antichi. Mi ricorda quando visitai una piccola cantina a conduzione familiare nel cuore del Valpolicella: la passione e la dedizione che trasparivano erano palpabili.
- Ettari: La dimensione influenza le tecniche di coltivazione e produzione.
- Famiglia: Spesso, le piccole cantine sono gestite da famiglie da generazioni.
La viticoltura, d’altronde, è un’arte che richiede pazienza, conoscenza e un profondo legame con la terra. È un po’ come la vita stessa: bisogna saper coltivare con cura ciò che si ha, per raccogliere i frutti migliori.
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