Qual è il vino di cui si dice sente il mare?
"La Favorita, spesso identificata con il Vermentino, è un vitigno che, come scriveva il professor Fregoni, 'sente il mare'. Un'espressione che ne descrive perfettamente l'origine e la diffusione nell'area mediterranea."
Vino che sa di mare?
Vino che sa di mare? Mamma mia, che domanda!
La Favorita, cioè il Vermentino, beh, è proprio vero. Senti il mare dentro. Mi ricordo che una volta, in Liguria, tipo a Camogli verso fine Luglio, non mi ricordo l’anno esatto, forse 2015? Boh. Avevo preso una bottiglia di Vermentino locale con amici.
Avevamo speso tipo 20 euro, una cosa del genere.
E bevendolo, giuro, mi sembrava di sentire l’odore delle barche, la salsedine… non so come spiegartelo. Era come se avessero imbottigliato il profumo del Mediterraneo.
E pensa che il Professor Fregoni nel 2007 aveva già capito tutto! Ha scritto una monografia su sto vitigno dicendo che sente il mare. Genio! Cioè, aveva ragione da vendere.
- Domanda: Vino che sa di mare?
- Risposta: La Favorita (Vermentino)
Come si chiama il vermentino in Spagna?
Ah, il Vermentino, quel furbacchione! In Spagna si traveste da Malvoisie. Ma non farti ingannare, è sempre lui, il re dell’aperitivo! Un vero trasformista, eh?
-
Trucchi da spia: In Provenza lo chiamano Rolle, un nome che suona quasi come un ordine.
-
Doppia vita: In Italia, invece, lo puoi trovare sotto le mentite spoglie di Favorita, Pigato o Garbesso. Un vero agente segreto del gusto!
E per finire, ti svelo un segreto: mia nonna, quando lo beveva, diceva sempre che le faceva vedere gli unicorni rosa. Chissà se è merito del Vermentino o solo della sua allegria contagiosa!
Qual è il vino tipico della Sardegna?
Sai, a quest’ora… il Cannonau mi viene in mente, un po’ come un vecchio amico. Rosso, saporito, che sa di terra e di sole. È lui, il vino sardo per eccellenza, no? Almeno per me.
L’Ogliastra… quel nome mi suscita immagini confuse, ricordi sbiaditi di cieli immensi e profumi forti. È lì che il Cannonau trova casa, credo. In quelle colline, tra rocce e macchia mediterranea. Un vino che ha la storia della Sardegna nel suo gusto.
Quest’anno, ho aperto una bottiglia con mio zio durante una visita a casa sua. Sapeva di mirto, di terra calda, un po’ di pepe, tante cose tutte insieme. Era un sapore… familiare.
- Vino tipico Sardegna: Cannonau
- Zona di produzione principale: Ogliastra
- Caratteristiche: Rosso, saporito, profumi intensi (mirto, pepe)
Ricordo che quest’anno ho comprato tre bottiglie a un piccolo produttore vicino a Lanusei, per essere preciso. Non le ho ancora aperte, ma solo immaginarle… mi basta. Sono un po’ una scorta per i momenti tristi come questo.
Che produce vino aggettivo?
Ero a Montepulciano, agosto 2023, un caldo assurdo. Degustazione in una cantina storica. Assaggio un Rosso di Montepulciano, giovane, appena imbottigliato. L’enologo, toscanaccio verace, mi fa: “Senti che vinoso!”. Io annuisco, un po’ intimidita, cercando di sembrare esperta, ma dentro di me penso: Vinoso? Che vuol dire? Sembrava quasi mosto, un odore intenso, fruttato, quasi dolce. Ero confusa.
Poi mi ha spiegato che “vinoso” non è un termine generico per vino. Descrive quell’aroma particolare, intenso, di frutta acerba, che ricorda proprio il mosto in fermentazione. Lo trovi soprattutto nei rossi giovani, non invecchiati. Tipo quel Rosso di Montepulciano che stavo bevendo, appunto. Ancora dovevo imparare tanto.
- Vinoso: aroma di mosto/frutta acerba.
- Tipico: vini rossi giovani.
- Esempio: Rosso di Montepulciano.
- Non usare: per descrivere qualsiasi vino.
- Agosto 2023: ho imparato cosa significa “vinoso”.
Imparai anche che per i vini più invecchiati si usano altri termini, più complessi, per descrivere gli aromi. Tipo “legnoso”, “speziato”, “balsamico”… ma questa è un’altra storia. E poi, quel Rosso di Montepulciano era davvero buono, nonostante il caldo.
Dove si produce il vino Grillo?
Ah, il Grillo, quel vino che ti fa pensare subito all’estate! Praticamente, il suo habitat naturale è la Sicilia occidentale, un po’ come le lucertole al sole.
- Colline: Immagina le colline sicule, un anfiteatro naturale dove il Grillo si sente un divo.
- Vento e luce: Fondamentale, perché il Grillo è un tipo che ama l’aria fresca e farsi baciare dal sole, tipo starlette a Saint Tropez!
- Terreno: Non troppo fangoso, non troppo secco, un giusto mezzo, come la temperatura dell’acqua della pasta.
Ah, e visto che siamo in tema, sappi che mio zio ha una vigna proprio lì, dice che il suo Grillo è talmente buono da far resuscitare i morti! Sarà… però una bottiglia a me non la regala mai, ‘sto tirchio!
Che sapore ha il vino Grillo?
Il Grillo? Un’esperienza sensoriale piuttosto interessante!
Il suo profilo aromatico è tipicamente fruttato e fresco, con chiare note agrumate – pensa a pompelmo rosa e lime – e sentori floreali delicati, quasi timidi. A volte, a seconda del terroir e della vinificazione, si percepiscono anche note di frutta tropicale come ananas o mango, ma non sempre in modo preponderante. È un vino che, secondo la mia esperienza (ho partecipato a una degustazione guidata a Marsala proprio lo scorso agosto!), si presta bene a una riflessione sulla complessità della semplicità: apparentemente semplice, ma ricco di sfumature.
- Freschezza: Elemento chiave, quasi una firma stilistica.
- Frutta: Agrumi dominanti, con sfumature tropicali più sfuggenti.
- Fiori: Note sottili, eleganti, che aggiungono una certa profondità.
In molti blend siciliani, contribuisce alla struttura, bilanciando l’acidità e donando complessità. Un’analogia musicale potrebbe essere un pianoforte ben accordato: ogni nota contribuisce all’armonia complessiva. Penso, ad esempio, alla sua interazione con il Catarratto, che gli dona una certa sapidità. L’Inzolia, poi, apporta un tocco più mielato… ma su questo punto le mie conoscenze, per quanto approfondite, non sono ancora totali. Devo approfondire.
Ricorda: il Grillo è un vino che si evolve nel bicchiere, rivelando sfaccettature diverse a seconda del tempo di ossidazione. È un gioco, una scoperta continua. Quasi una metafora della vita stessa, non trovi?
Che gusto ha il vino Grillo?
Il Grillo? Ah, il Grillo! Sa di sole cocente su spiagge siciliane, sa di vacanza rubata, di limoncello a mezzogiorno e di risate a squarciagola. Un sapore che ti fa sentire leggero come una piuma, nonostante la sua consistenza corposa. Immaginate un abbraccio caldo, ma non soffocante; un’emozione che non ti lascia, ma non ti appesantisce.
- Frutta tropicale: tipo ananas che ha fatto una vacanza in un campo di fiori.
- Agrumi: non solo limoni, ma un’esplosione di tutta la gamma, dal pompelmo rosa all’arancia rossa, un vero tripudio agrumato.
- Fiori: un tocco delicato di gelsomino, un pizzico di zagara. Quasi un profumo che ti inebria.
Ma attenzione, non è un vino per palati deboli. Se preferisci i vini piatti come il tuo ex, questo non fa per te! È un vino con personalità, che sa il fatto suo!
Il Grillo si sposa bene con il pesce, naturalmente. Ma anche con un bel piatto di pasta con le sarde, preparato da mia nonna, che, a onor del vero, non è una santa: usa il suo “tocco segreto” a base di peperoncino, che è di un livello apocalittico.
E se lo assaggiate con un tramonto sullo Jonio, preparatevi ad un’esperienza mistica. E se no, pazienza, sarà comunque un’esperienza. La vita è troppo corta per bere vini noiosi.
Cosa abbinare al vino Grillo?
Sai, stasera il Grillo… mi fa pensare a casa, al mare. A quei tramonti infuocati che tingevano di arancione le terrazze di nonna Emilia. A quei pranzi estivi, semplici ma intensi.
Con il Grillo, beh, io ci abbinerei… dei gamberi, crudi, magari con un goccio di limone. O una pasta con le vongole, quella fatta da mia zia, con l’aglio un po’ bruciacchiato, sa di ricordi.
- Antipasti di mare: gamberi, insalata di polpo.
- Primi piatti: pasta alle vongole, risotto ai frutti di mare. Anche con le zucchine, se è estate.
Poi, un pesce al forno… spigola, magari. Semplice, senza troppi fronzoli. Non mi piacciono i piatti troppo elaborati con il Grillo. Mi sembra quasi di offenderlo, il suo sapore delicato.
- Secondi piatti: pesce al forno, grigliata di pesce.
E le uova? Sì, quelle al piatto, con un po’ di prezzemolo. Un’altra cosa… mia madre faceva un piatto di prosciutto crudo, molto magro, con il melone. Con il Grillo era perfetto.
- Uova, prosciutto crudo e melone.
Ah, dimenticavo… alcuni piatti giapponesi leggeri, con il pesce. Non quelli troppo saporiti, eh.
- Piatti giapponesi leggeri a base di pesce.
Questa sera però, ho solo voglia di un bicchiere di Grillo e di stare da solo. Guardare le stelle. Ripensare… a tutto. A nonna Emilia, a mia madre… al mare. A quel tramonto…
- Ricordi: le estati a casa di nonna Emilia, i pranzi con la famiglia, i tramonti sul mare.
- Preferenze personali: piatti semplici, senza troppi condimenti.
- Abbinamenti consigliati: pesce, crostacei, uova (in piatti semplici), prosciutto crudo e melone, alcuni piatti giapponesi leggeri.
Quali sono i vini tipici della Puglia?
La Puglia, un tesoro enologico! I rossi la fanno da padrone, occupando oltre l’80% dei vigneti. Un dominio quasi assoluto, direi.
-
Negroamaro e Primitivo: Questi due sono i re indiscussi. Il Negroamaro, con la sua struttura complessa e il suo aroma inconfondibile di amarena, è una vera soddisfazione per il palato. Il Primitivo, invece, con la sua notevole concentrazione e la sua generosa pienezza, è uno spettacolo di potenza e delicatezza. Pensate alla filosofia del wabi-sabi: imperfetto, ma bellissimo.
-
Bombino Bianco e Nero: Se parliamo di bianchi, il Bombino Bianco è il più rappresentativo. Trovo interessante la sua versatilità: perfetto come vino da aperitivo, ma anche ottimo con i frutti di mare. Il Bombino Nero, meno comune, offre un profilo aromatico più intrigante, direi più “mediterraneo”.
-
Altri vitigni: Poi ci sono il Trebbiano Toscano, l’Uva di Troia (un vitigno autoctono pugliese dal carattere robusto, che ho avuto modo di apprezzare durante una cena con amici a Lecce), il Sangiovese (con un’espressione pugliese, naturalmente, diversa da quella toscana), e il Montepulciano. E, naturalmente, la Malvasia Nera, che aggiunge una nota di complessità al panorama vitivinicolo pugliese. Mi ricorda la complessità della natura umana, non trovi?
Ricordo che, durante una visita alla cantina di mio zio a Manduria, qualche anno fa, ho potuto degustare un Primitivo di eccellente fattura… un’esperienza memorabile! Per esempio, la sua struttura tannica era perfettamente integrata con le note fruttate.
Appendice: La Puglia, per la sua posizione geografica e le sue diverse microclimatiche, offre una grande varietà di vini, spesso legati alla storia e alla cultura locale. Quest’anno, la produzione vinicola pugliese ha registrato un incremento, anche se alcune zone hanno risentito della siccità estiva. La varietà dei vini prodotti riflette una ricchezza territoriale e una sapienza enologica millenaria.
Qual è un vino tipico della Puglia?
Il Negroamaro, ecco, questo nome risuona come un canto antico, una melodia della terra. Un vino rosso intenso, caldo come il sole che bacia i vigneti. Mi ricordo le estati passate in Salento, l’aria profumata di mare e di uva matura.
- Calore del Sud: Un sorso e ti ritrovi lì, sotto il cielo infinito, con il sapore del tempo e della passione.
E poi c’è il Primitivo, fratello del Negroamaro, un altro gioiello pugliese. Un’esplosione di frutti rossi, una carezza vellutata al palato.
- Ricordo di vendemmie: Mi vengono in mente le mani rugose dei contadini, la fatica e la gioia del raccolto.
Uva di Troia, un nome epico, quasi mitologico. Un vino austero, elegante, che racconta storie di cavalieri e castelli.
- Elegante: Un vino elegante e austero
Ah, la Puglia! Una terra generosa, un tesoro di sapori e profumi. Ogni sorso è un viaggio, un’emozione, un ricordo.
- Verdeca: Aggiungerei anche la Verdeca, un bianco fresco e profumato, perfetto per accompagnare i frutti di mare.
Qual è il miglior vino pugliese?
(Sussurro al telefono, tarda notte)
Il miglior vino pugliese… mmm, difficile dirlo, sai? Dipende cosa cerchi. Però, se proprio devo…
- Amativo 2021 di Cantele: Mi ricorda le serate estive, quelle lunghe, con il cielo pieno di stelle. Profumo intenso, quasi ti ubriaca prima di berlo.
- Askos Susumaniello 2022 di Masseria Li Veli: Susumaniello… un nome strano, quasi magico. Un vino che ti sorprende, non te lo aspetti. Un po’ come certe persone che incontri, no?
- Brindisi Rosso Susumaniello Oltremé 2021 di Tenute Rubino: Elegante, raffinato… un vino che si fa ricordare. Come un amore finito male, ecco.
- Castel del Monte Rosso V. … Es 2021 di Gianfranco Fino: Potente, deciso, come il carattere della gente di quella terra. Un sapore che ti resta in bocca a lungo.
- EstRosa 2022 di Pietraventosa: Leggero, delicato, un sorso e ti sembra di volare. Mi fa pensare alle risate spensierate, quelle che non tornano più.
(Pausa, un sospiro)
Quest’anno, poi… chissà, magari il prossimo anno cambia tutto. La vita è così, no? Cambia sempre. E i vini… beh, cambiano con lei.
Che vino si beve in Puglia?
In Puglia, terra baciata dal sole, il rosso la fa da padrone. Negroamaro e Primitivo sono i vitigni principali, pensate, rappresentano oltre l’80% della produzione. Ricordo un’estate, ospite di un amico viticoltore vicino Manduria, l’odore intenso del Primitivo durante la vendemmia era inebriante. Un’esperienza sensoriale che mi ha segnato.
- Negroamaro: Dà vini corposi, con sentori di frutta rossa matura e spezie. Perfetto con carni rosse e formaggi stagionati. Un Salice Salentino è un must.
- Primitivo: Strutturato, caldo, con note di prugna e confettura. Provatelo con la tipica “bombetta” pugliese, un’esplosione di sapori. Personalmente preferisco quelli di Gioia del Colle.
- Altri vitigni: Non dimentichiamo Bombino bianco e nero, Trebbiano toscano, Uva di Troia (che nome!), Sangiovese, Montepulciano e Malvasia nera. Ognuno con la sua personalità, contribuiscono alla ricchezza enologica della regione.
A ben pensarci, il vino è come la vita: un’alchimia di elementi che si combinano per dare origine a qualcosa di unico e irripetibile. Ogni sorso è un viaggio, una scoperta. Quest’anno, durante una degustazione a Lecce, ho scoperto un rosato da Negroamaro davvero interessante, fresco e minerale. Una piacevole sorpresa. La Puglia, con la sua varietà, offre un’ampia gamma di esperienze vitivinicole, dal rosso robusto al bianco fresco e aromatico. Un vero paradiso per gli appassionati.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.