Quali sono gli ingredienti del bollito misto piemontese?

Ok, ecco una versione più personale e “parlata” della lista degli ingredienti del bollito misto piemontese:

“Ah, il bollito misto piemontese… solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca! Me lo ricordo sempre preparato dalla nonna, un profumo che invadeva tutta la casa. Ma, insomma, cosa ci voleva dentro di preciso? Cerchiamo di fare mente locale…

Allora, partiamo dalla base. Innanzitutto, immancabile, la gallina! Almeno un chilo, eh, che deve dare sapore al brodo. Mi ricordo che la nonna la prendeva sempre dal contadino, una gallina ruspante come si deve.

Poi, per la carne, via col brione di vitello, circa 600 grammi. Che poi, a dirla tutta, mi sono sempre chiesta cosa fosse di preciso il brione. Boh, misteri della cucina piemontese!

E poi la lingua! Mezzo chilo di lingua. A me non è mai piaciuta tantissimo, ma nel bollito ci sta, devo ammetterlo. Dava un tocco un po’… diverso.

Non può mancare il cappello del prete, bello massiccio, 800 grammi almeno. Che poi, perché lo chiamano così? Chi lo sa! Forse perché assomiglia a un cappello?

E per dare un po’ di morbidezza al tutto, il biancostato, circa 400 grammi. Buonissimo!

La coda di vitello, ecco, quella la ricordo bene! Circa 300 grammi, e la nonna diceva che era fondamentale per dare gelatinosità al brodo. Aveva ragione, eh!

Ah, e non dimentichiamoci dell’ossobuco! Mezzo chilo di ossobuco, con tutto il suo midollo gustoso. Chi non lo adora?

E, ovviamente, per dare un tocco di colore e sapore, le carote, quanto basta. La nonna ne metteva sempre tante, diceva che facevano bene.

Insomma, questo era più o meno l’armamentario per un bollito misto degno di questo nome. Che poi, diciamocelo, la cosa più importante non sono gli ingredienti in sé, ma l’amore e la pazienza con cui lo si prepara, no? Altrimenti, che bollito misto è?”

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