Quali sono i grani antichi in Italia?

Grani antichi… che fascino, vero? Mi viene in mente il profumo del pane di una volta, quello che faceva mia nonna. Verna, per esempio. Un nome così semplice, eppure racchiude una storia, un sapore perso, quasi dimenticato. Chissà quanti ne esistono ancora, di questi grani? Ricordo una volta, in un piccolo forno in Umbria, ho assaggiato un pane fatto con il Farro. Era… diverso. Più ruvido, più saporito, un sapore che ti rimaneva in bocca, non come quei pani bianchi e insipidi di oggi. Poi c’è il Senatore Cappelli, quello con le spighe altissime, quasi come fossero antenne verso il cielo. L’ho visto una volta in un campo, ondeggiava al vento… che spettacolo! E il Gentil Rosso, poi… Un nome che suona quasi nobile, non trovate? Mi immagino i contadini di un tempo che lo seminavano, con le mani nella terra, curandolo con amore. Oggi si parla tanto di “ritorno alle origini”, di riscoperta dei sapori autentici… ma sarà poi vero? Quanti di noi sanno davvero cosa significa? A volte mi sembra quasi una moda, una di quelle cose che si dicono tanto, ma poi… boh. Non so, forse mi sbaglio. Però, quando sento il profumo del pane fatto con questi grani antichi, beh… qualcosa dentro di me si muove. È come un ricordo lontano, un’emozione che torna a galla. E mi chiedo: ma quanti altri tesori stiamo perdendo, senza nemmeno accorgercene?

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