Quali sono i vitigni siciliani?

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Sicilia: un'isola di vitigni! Nero d'Avola, Frappato, Nerello Mascalese e Cappuccio, Perricone dominano tra i rossi. Fra i bianchi, il Moscato d'Alessandria (o Zibibbo) regna sovrano, regalandoci il prezioso Passito di Pantelleria. Un patrimonio ampelografico di inestimabile valore.

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Vitigni siciliani: quali sono i migliori?

Uhmm, Sicilia… vini! Amo la Sicilia, ci sono stata a luglio 2023, a Noto. Bellissima. Vini? Beh, ricordo un Nerello Mascalese, un rosso intenso, pagato circa 15 euro, un’esperienza sensoriale incredibile, profumi di terra e ciliegia… Ricordo la bottiglia, era alta e snella.

Frappato? L’ho assaggiato, ma non ricordo dove, forse un’osteria a Ragusa? Meno intenso del Nerello, più leggero, ma comunque buono, un’altra bella scoperta.

Nero d’Avola? Ovunque! Classico, sicuramente l’ho bevuto, ma non saprei dire di più, troppo comune forse, non mi ha lasciato un ricordo preciso. Quelli che mi hanno colpito sono stati altri.

I bianchi? Zibibbo, già… Passito di Pantelleria! Non l’ho mai assaggiato, ma solo a sentirlo nominare, mi viene una gran voglia di andarci. Devo andarci.

In definitiva, per me Nerello Mascalese è il top. Poi, Frappato, poi il resto. Questa è solo la mia esperienza, eh! Ogni palato è diverso.

Vitigni siciliani principali:

  • Rossi: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Frappato, Perricone.
  • Bianchi: Moscato d’Alessandria (Zibibbo).

Quante sono le cantine in Sicilia?

Cantine in Sicilia. Migliaia. Un numero preciso? Irrilevante. Conta la sostanza, non la quantificazione. Grandi aziende, piccole realtà familiari. Vite ad alberello, filari a perdita d’occhio. Un’isola di contrasti, anche nel vino. Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Grillo. Nomi che sanno di sole e di mare.

  • Nessun dato ufficiale definitivo. Fluttuazioni continue. Registri incompleti, aggiornamenti lenti. La burocrazia.
  • Definizione di “cantina”. Produzione? Imbottigliamento? Distinzioni che sfumano.
  • Entità regionali. Fonti potenziali, ma la ricerca è faticosa. Tempo. E a che pro?

Ricordo una vendemmia a Marsala, anni fa. Il profumo del mosto nell’aria. Un’esperienza sensoriale. Indelebile. Questo conta. Non i numeri. Le cantine siciliane sono un universo frammentato. Un mosaico. Ogni tessera ha la sua storia. Il suo valore. A volte, basta un sorso per capirlo. Io, personalmente, preferisco l’Etna Rosso. Un carattere deciso. Come la terra da cui nasce. E poi il Passito di Pantelleria. Dolce, intenso. Un elisir. Ma questa è un’altra storia.

Cosa si intende per vitigno aromatico?

Sai, a quest’ora, pensandoci… un vitigno aromatico? È uva, certo, ma… è come se avesse un’anima profumata, più intensa, sai? Non è solo succo, è… magia. Un’esplosione di odori che ti prende, ti avvolge. A volte dolce, a volte speziato, a volte… misterioso. Come un ricordo che non riesci a definire, ma che ti scalda dentro.

Mi vengono in mente i profumi dei miei vini preferiti, quelli di nonna Emilia. Profumo di frutti rossi maturi, di mirtilli selvatici raccolti al tramonto… e poi, quel tocco di pepe nero, così leggero… un brivido che ti percorre la schiena.

  • Profumi intensi: Non sono aromi deboli, ma decisi, riconoscibili.
  • Complesso: Non un solo profumo, ma tanti insieme, intrecciati.
  • Varietà di aromi: Fruttati, floreali, speziati, erbacei… dipende dall’uva.
  • Vini speciali: Creano vini unici, con personalità ben definite.

Quest’anno ho provato un Vermentino sardo, una meraviglia. Sapeva di ginestra, di mare, di sale… profumi di casa mia, sai? Un po’ come… tornare a essere bambino.

Ricordo anche un Gewürztraminer, lo scorso autunno, tutto cannella e chiodi di garofano. Un calore strano, quasi invernale, mentre fuori era già buio. Strano, vero? Come questi pensieri notturni, che si intrecciano, si confondono… ma poi, all’alba, diventa tutto più chiaro.

#Sicilia #Vino #Vitigni