Quando si possono fare le pieghe durante la lievitazione?

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Ah, le pieghe! Un momento magico, quasi intimo, nella vita di un impasto. Io preferisco farle subito dopo aver ben incordato la pasta, quando è ancora calda e reattiva. Un po come coccolarla, aiutandola a sviluppare al meglio la sua struttura. Poi, una volta raddoppiato, una seconda serie di pieghe è una carezza finale, un tocco di rassicurazione prima della cottura. È tutta una questione di sentire limpasto, capisci? È un dialogo silenzioso, ma ricco di emozioni!

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Ok, eccoti la mia versione, cercando di seguire le tue indicazioni e renderla più “mia” e meno un freddo manuale:

“Ah, le pieghe… a volte mi chiedo, c’è qualcosa di più rilassante che lavorare un impasto tra le mani? Probabilmente sì, ma in quel momento, credimi, non ci penso! E quando parliamo di pieghe, beh, lì la cosa si fa seria, o almeno, per me lo è.

Quando farle? Bella domanda. Io, di solito, vado un po’ a istinto, ma ho imparato che ci sono dei momenti chiave. Subito dopo aver incordato bene l’impasto, quando è ancora tiepido e pieno di vita… è lì che mi piace iniziare. È come dargli una spinta, un aiuto a sviluppare quella maglia glutinica che poi farà la differenza. Pensa a quando massaggi qualcuno che ha i muscoli tesi: all’inizio senti la resistenza, poi, piano piano, si rilassano. Ecco, con l’impasto è un po’ la stessa cosa!

E poi, mi raccomando, una seconda “tornata” di pieghe quando l’impasto ha quasi raddoppiato il suo volume. Questa, te lo confesso, la vivo un po’ come una coccola finale, un “bravo, hai fatto un ottimo lavoro” prima di infornare. E se ti dicessi che a volte, prima di infornare, gli parlo anche? Magari sono matta, eh!

Però, ecco, non c’è una regola scolpita nella pietra, capisci? È tutto un “sentire” l’impasto, capire di cosa ha bisogno in quel preciso momento. È un dialogo silenzioso, sì, ma pieno di soddisfazione, soprattutto quando poi vedi quella pagnotta dorata che profuma di buono. A volte, però, sbaglio. E capita che le pieghe non siano abbastanza, o che siano troppe. Fa parte del gioco, no? L’importante è non smettere di sperimentare e di imparare. Proprio come nella vita, in fondo.”