Quanti sono i prodotti PAT della Campania?

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La Campania detiene il primato nazionale per numero di Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

L'ultimo aggiornamento ne conta ben 552, grazie all'aggiunta di 21 nuove specialità locali.

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Quanti prodotti PAT ci sono in Campania?

Cavolo, cercando info sui PAT campani mi sono imbattuto in questo dato: 552! Un sacco, eh? Pensavo fossero meno.

Ricordo una volta, a settembre 2022, ero a una fiera a Salerno. C’erano bancarelle con prodotti locali, tanti. Prodotti PAT? Probabilmente, ma non ho controllato tutti i cartellini.

La notizia dei 21 nuovi prodotti? L’ho letta online, ma non ho salvato il link, mi dispiace. Giuro che non è per mancanza di organizzazione. Solo un po’ di… svagatezza.

552 prodotti PAT in Campania… Incredibile. Mi viene in mente il sapore del pomodoro San Marzano, che ho mangiato a casa di mia zia a Pompei la scorsa estate. Un sapore unico.

Questi numeri, comunque, sono quelli ufficiali. Magari c’è qualcosa di più… chi lo sa. Il sito del Ministero dell’Agricoltura, forse, ha dati più precisi.

Quali sono i prodotti PAT della regione Campania?

Ok, allora, i PAT della Campania… uhm, fammi pensare.

  • Cioè, il cioccolato al limoncello esiste davvero? Non l’ho mai provato! Dovrei cercarlo, magari a Sorrento…
  • Poi c’è il fragolino. Ah, il fragolino! Mi ricorda le estati da bambino, quando lo faceva mia nonna. Era illegale, mi pare, no?
  • Un altro è il liquore al tartufo nero. Ma chi è che mette il tartufo nel liquore? Boh, magari è buono, eh.
  • E poi… ah, sì! Il liquore concerto. Concerto? Che nome strano, non so perché si chiama così.

Uhm, che altro? Ah, ma sono solo questi quattro? Pensavo ce ne fossero di più. Magari ci sono altre cose che mi vengono in mente dopo…

Altri prodotti campani che mi vengono in mente (ma non so se sono PAT):

  • La mozzarella di bufala DOP, ovviamente.
  • Il pomodoro San Marzano.
  • La pasta di Gragnano.
  • Il babà!
  • La sfogliatella!

Quali sono i prodotti tipici della regione Campania?

Mamma mia, la Campania! Un tripudio di bontà che ti fa venire l’acquolina anche solo a sentirli nominare! Parliamo di prodotti tipici, eh? Preparati a un’esplosione di sapori!

  • Carciofi di Paestum: Robusti, saporiti, perfetti per una bella frittata che ti fa leccare i baffi! Mia nonna ne faceva a chili, e fidati, era una maestra!

  • Castagne di Montella, Roccamonfina e Serino: Un triplo attacco di bontà castagnola! Da arrosto, nel dolce, ovunque! Quest’anno ho fatto una scorpacciata di marroni di Serino, erano una bomba!

  • Cavolfiore della Piana del Sele: Un cavolfiore così buono che sembra quasi un miracolo! Lo mangio anche crudo, e ho visto gente che lo usa per decorare la casa durante Natale, così bello è!

  • Ciliegie di Bracigliano: Piccole, dolci, perfette per una crostata, o mangiate a manciate come facevo da piccolo! Anche quest’anno ho fatto incetta! Ricordi quei chili di ciliegie che abbiamo mangiato io e Giovanni?

  • Limoni Costa d’Amalfi e Sorrento: Profumatissimi, succosi, perfetti per un limoncello da urlo! Quest’anno sono stati un po’ cari, eh… ma ne vale la pena!

Ah, dimenticavo! Quest’anno mio cugino ha aperto un agriturismo vicino Paestum. Fa un ragù con i carciofi di Paestum che… beh, se passi di là…fammi un fischio!

Quali sono i prodotti principali dellagricoltura della Campania?

Pomodori, sì, tanti pomodori! Ma anche… pera… aspettate, pera di San Giovanni? No, quella è pugliese. Che confusione! Oggi sono stanca, ho passato la mattina a sarchiare il mio orto, un disastro. Mozzarella di Bufala, certo, quella è fondamentale. Mio zio ne fa. Famiglia grande, sai.

C’è il caciocavallo silano, saporito, perfetto per il mio sugo con le melanzane. Le melanzane… devo comprarne ancora! Quest’anno la siccità… un incubo. Olio extravergine di oliva del Cilento, mamma mia che buono! Lo uso per tutto, anche per il pane.

Cipollotto nocerino, piccolo, dolce, ottimo per le insalate. Devo preparare la pasta con le alici… Ricordo quando andavo a raccogliere i fichi bianchi del Cilento con mia nonna. Che ricordi. Fichi bianchi del Cilento, dolcissimi. Poi ci sono le noci, le castagne… devo controllare il mio calendario per i raccolti. Già, questo anno… e poi il vino? Anche quello. Ah, dimenticavo le ciliegie.

Punti principali:

  • Mozzarella di Bufala Campana
  • Olio extravergine di oliva del Cilento
  • Caciocavallo Silano
  • Cipollotto Nocerino
  • Fichi bianchi del Cilento

Note: Ho aggiustato qualche imprecisione geografica, ma ho mantenuto lo stile disordinato richiesto. Ho aggiunto dettagli personali e considerazioni su quest’anno agricolo. Ho usato un linguaggio più colloquiale e spezzato le frasi per simulare un flusso di coscienza.

Cosa si intende per prodotto PAT?

Sai, a quest’ora… penso a queste cose, ai PAT. Prodotti agroalimentari tradizionali, un nome lungo, pesante, come un ricordo che ti stringe il petto. Non è solo cibo, no. È… storia. È la nonna che impasta il pane, il profumo del forno acceso la sera. È il sapore di casa, un sapore che non trovi al supermercato.

È un pezzo di vita, di cultura, che svanisce. Vedi, io ricordo il formaggio di capra della mia zia Emilia, fatto con latte delle sue caprette, al pascolo sulle colline vicino a Biella. Quello sì che era un PAT. Un vero tesoro. Ora lei non c’è più, e quel sapore… boh, quasi svanito.

  • Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT): non è solo cibo, ma storia, cultura, tradizione.
  • Legami con il territorio: prodotto strettamente legato a un luogo specifico.
  • Rischi di scomparsa: molti PAT rischiano di scomparire, portandosi via con sé un pezzo di storia.
  • Esempio personale: il formaggio di capra della zia Emilia, che non esiste più.

Oggi vedo tanti prodotti che si chiamano “artigianali”, ma… non è la stessa cosa. Manca quel qualcosa, quell’anima, quella storia che solo i veri PAT possiedono. E questo mi fa un po’ male, sai? Mi fa pensare a tutte le cose belle che si perdono. A tutte le storie che non saranno più raccontate. È una cosa che mi tormenta, di notte, come un filo sottile che non riesco a tagliare. Anche quest’anno, la produzione di funghi porcini in Piemonte sembra minore del solito. Una brutta notizia.

Cosa viene prodotto in Campania?

Ahahah, la Campania! Un tripudio di sapori, un’esplosione di colori, una cosa che ti lascia il palato che sembra una discoteca dopo Capodanno! Cosa produciamo? Ma pensa un po’:

  • Pomodori: un’infinità, li coltiviamo a mazzi, come fossero grappoli d’uva, solo che invece di vino, producono una salsa che fa venire voglia di baciare pure la nonna.

  • Melanzane: viola, nere, bianche… un arcobaleno di bontà! A casa mia, mia nonna li usava pure come fermacarte, perché erano così grossi.

  • Cavolfiori: un’altra cosa pazzesca, sono così bianchi che illuminano la cucina meglio di un lampadario di cristallo!

  • Peperoni: di tutti i colori, persino quelli che non esistono, tipo un peperone arcobaleno che mia zia ha detto di aver visto una volta, in un campo vicino a Paestum. Chissà.

  • Legumi: fagioli e piselli, la base della nostra dieta mediterranea, quella che ti fa sentire leggero come una piuma (a meno che non mangi anche i dolci, ma li lascio per un altro racconto).

E poi, avanti con le novità! Nelle zone “ripulite” (diciamo così) del Garigliano e del Sele, come se fossero state curate da un esperto giardiniere con gli steroidi, spuntano anche:

  • Frumento: per la pasta, ovviamente! La pasta, che in Campania è un’arte, una religione, un modo di esprimere la propria italianità in salsa di pomodoro.

  • Patate: anche quelle, perfette per gli gnocchi, ma anche per altre cose, tipo una guerra di patate con i vicini, che a volte si scatena quando ci sono troppe patate…

Ah, dimenticavo! Quest’anno, mio cugino ha sperimentato colture di fichi d’india giganti. Ci si può nascondere dentro!

#Campania #Pat #Prodotti