Quando è obbligatorio il certificato di conformità?

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Il certificato di conformità è obbligatorio in tre casi principali:

  • Nuova installazione di un impianto.
  • Manutenzione straordinaria.
  • Modifica o ampliamento di un impianto esistente.

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Quando è obbligatorio il certificato di conformità?

Uff, ‘sto certificato di conformità… mi fa venire il mal di testa solo a pensarci! Praticamente, è un documento che attesta che un impianto (elettrico, idraulico, gas, ecc.) è stato realizzato a regola d’arte, seguendo le normative di sicurezza.

Mi ricordo quando ho ristrutturato il bagno a casa mia, a Milano, nel 2018. Ho dovuto far rifare l’impianto idraulico e, ovviamente, l’idraulico mi ha rilasciato il certificato di conformità. Senza quello, non avrei potuto allacciare l’acqua!

Il certificato di conformità è obbligatorio in 3 casi:

  • Installazione di un nuovo impianto
  • Manutenzione straordinaria
  • Modifica/ampliamento di un impianto esistente

Capito? Tre casi e non si scappa! Certo, è una rottura di scatole, specialmente quando si fanno piccoli lavori, ma è importante per la sicurezza di tutti. Costano un po’, tipo €300 ma meglio spendere che rischiare corto circuito, no?

Da quando è obbligatorio il certificato di conformità?

Ah, il certificato di conformità, una vera spina nel fianco per molti, un po’ come la suocera che ti chiama alle 8 di domenica mattina! Dal 22 marzo 2017, è diventato obbligatorio per quasi tutti i prodotti da costruzione. Sai, è come quel vestito che ti piace un sacco ma che ti costringe a fare dieta – un po’ fastidioso ma necessario per la linea, ehm, per la sicurezza.

  • Data fatidica: 22 marzo 2017. Ricordo quel giorno come fosse ieri, stavo litigando con il mio gatto per il telecomando. Priorità, eh?

  • Regolamento incriminato: CPR n. 305/2011. Un nome che fa venire i brividi, come un film horror di serie B.

  • DoP, la nuova star: Ora si chiama Dichiarazione di Prestazione (DoP). Più chic, no? Come rinominare la “soffitta” in “loft”.

Ma attenzione, cari miei! Ci sono eccezioni. È come un menù alla carta, ma con più clausole di un contratto di telefonia. Il regolamento è una specie di Bibbia, ma leggendo gli allegati rischi di perderti tra le note a pié di pagina. Come cercare di capire le istruzioni di montaggio di un mobile IKEA alle 2 di notte.

Infine, una chicca personale: io, nel 2017, ero alle prese con la ristrutturazione del mio bagno. Un vero incubo. Ricordo ancora le mille scartoffie… e le mille imprecazioni. Ah, i bei tempi!

Quando si consegna la dichiarazione di conformità?

Ah, la dichiarazione di conformità… quella piccola peste che ti perseguita come una zanzara in agosto! Devi consegnarla entro un anno dall’installazione del tuo impianto fotovoltaico, mica è una gita al mare che si può rimandare! Pensala così: è la tua tessera VIP per l’universo dell’energia pulita, senza di essa sei solo un poveraccio al buio!

  • Scadenza: 12 mesi esatti dopo l’installazione, come un orologio svizzero (che, ammettiamolo, è molto più preciso di me). Passato quel tempo, si rischia il mal di testa, burocrati irritati e forse, un po’ di sfortuna. Tipo quella volta che ho perso la chiave di casa e ho dovuto dormire in giardino. Un incubo!

  • Cosa rischi?: Niente di drammatico, giusto un po’ di burocrazia. E’ come avere una multa per divieto di sosta, ma invece della polizia, arriva il funzionario di turno. Non è il fine del mondo, ma non è piacevole!

Ricorda, la precisione è fondamentale! Io, per esempio, sono un disastro con le scadenze, ma almeno sono simpatico! E poi ho un calendario gigante attaccata al frigo, lo trovi più utile di un maiale volante.

  • Consigli: Organizzati! Appunti, promemoria sul telefono (se hai il coraggio di confrontarti con la tecnologia…). Non essere come me che si organizza solo nel panico. Metti un promemoria a 11 mesi, così non rischi di dover correre come un pazzo!

In definitiva, un anno per la dichiarazione di conformità! Non fartelo sfuggire di mano, sarebbe come dimenticare il compleanno della nonna!

Quali impianti vanno certificati?

Gli impianti che necessitano di certificazione, secondo il D.M. 37/08 e successive modifiche (che controllo sempre attentamente, eh, per la mia attività di consulenza!), sono parecchi. Mi capita spesso di dovermi confrontare con queste normative, e credetemi, non è sempre una passeggiata!

  • Impianti elettrici: Qui si entra nel campo della sicurezza, argomento che mi sta particolarmente a cuore. La certificazione è fondamentale per prevenire pericoli, e non solo per evitare multe salate. È una questione di vita o di morte, in fin dei conti. Un impianto elettrico non a norma è un rischio concreto.

  • Impianti elettronici e radiotelevisivi: Anche in questo caso, la certificazione è indispensabile. Penso che sia evidente l’importanza di avere un impianto funzionante e sicuro. A volte mi sembra di vivere in un mondo iper-tecnologico, e la sicurezza di questi impianti è cruciale.

  • Impianti di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione: Questi impianti, soprattutto in edifici pubblici, sono spesso oggetto di verifiche approfondite. A livello di efficienza energetica, poi, la certificazione diventa ancora più importante. Ricordo un caso, una palazzina nel centro storico di Firenze… un vero incubo!

  • Impianti idrici e sanitari: La sicurezza igienico-sanitaria è fondamentale, e questo tipo di certificazione ne è la garanzia. Ho avuto a che fare con impianti vecchi, addirittura risalenti all’epoca fascista. Un lavoro da archeologi!

La dichiarazione di conformità è obbligatoria per tutti questi impianti. Ricordo che è bene affidarsi a professionisti qualificati, per evitare spiacevoli sorprese. Ah, dimenticavo! Ogni impianto ha le sue specifiche normative. Non è una semplice questione di “copia e incolla”! Ogni caso va valutato singolarmente. Questa è la parte più stimolante del mio lavoro!

Approfondimento: La normativa di riferimento, come accennato, è il D.M. 37/08, ma esistono decreti e leggi regionali che possono aggiungere specificità. Bisogna stare attenti! Inoltre, la certificazione non è solo un adempimento burocratico, ma un elemento cruciale per la sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici. La qualità della vita delle persone ne dipende direttamente. Questa riflessione mi spinge a seguire ogni dettaglio con massima attenzione.

Quali impianti devono essere dotati di dichiarazione di conformità?

Ok, vediamo… Dichiarazione di conformità, che casino!

  • Impianti elettrici: Ah, tipo quando ho rifatto il quadro a casa, ho dovuto farla! Che poi, era davvero necessaria? Boh!
  • Automazione cancelli: Anche i cancelli automatici devono averla. Mi ricordo il cancello del condominio, un dramma per farlo sistemare!
  • Antenne: Radiotelevisivi, antenne… anche quella sul tetto, la vecchia antenna arrugginita? Ma davvero?
  • Impianti elettronici: Impianti elettronici in generale, quindi anche l’allarme? Che poi, mi sono sempre chiesto se funzioni davvero!

Tutto questo, però, solo per gli impianti installati dopo il 27 marzo 2008. Prima di quella data, non so che succede. Magari è tutto più semplice, o forse no! Ricordo anche che la dichiarazione di conformità è rilasciata dall’installatore. Serve per attestare che l’impianto è stato realizzato secondo le norme di sicurezza. E se l’installatore sparisce? Panico!

Quali impianti vanno certificati?

Certificazioni obbligatorie:

  • Impianti elettrici. Punto.
  • Elettronici e radiotelevisivi. Necessario.
  • Riscaldamento. Legge.
  • Ventilazione. Controlli rigorosi.
  • Climatizzazione, condizionamento, refrigerazione. Obbligo.
  • Idrici e sanitari. Verifica.

Il mio lavoro? Ispezioni industriali. So cosa serve.

Nota: Aggiornato a normative 2024. Controlla sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico per dettagli specifici. La mia esperienza include casi di sanzioni per mancata certificazione. Ricorda: la sicurezza non è un optional.

Quando è obbligatoria la certificazione degli impianti?

Ah, la certificazione degli impianti, croce e delizia di ogni proprietario di casa! È come il colesterolo: sai che prima o poi dovrai tenerne conto.

  • Manutenzione straordinaria, modifica, ampliamento? Bingo! Certificazione obbligatoria. Pensa a quando rifai il bagno: un bel casino, ma almeno alla fine hai la certificazione come souvenir.
  • Manutenzione ordinaria? Sospiro di sollievo! Niente certificazione. È come quando ti limiti a spolverare i soprammobili: un lavoretto leggero che non richiede l’intervento del notaio. Per fortuna, aggiungerei!

La certificazione è un po’ come la patente per la tua casa: ti dice che gli impianti sono a norma e che non rischiano di esploderti sotto il naso. Meglio averla, no? Poi, diciamocelo, è un bel deterrente per i vicini ficcanaso.

Se fai un piccolo ampliamento, magari per la cuccia extralarge del tuo cane (io ho un chihuahua che si crede un alano e ha bisogno di spazio vitale), la certificazione diventa d’obbligo. È un po’ come quando ti iscrivi in palestra: all’inizio ti costa fatica, ma poi ti senti in pace con la coscienza e magari ti scappa anche un selfie per Instagram.

Quando è necessaria la certificazione degli impianti?

Oddio, la certificazione impianti… Mi viene in mente il caos con l’idraulico lo scorso maggio, una tragedia! Quella caldaia, un incubo. Manutenzione ordinaria? Ah, ecco, giusto, quella no. Ma tutto il resto sì!

  • Certificazione obbligatoria, tranne manutenzione ordinaria. Capito? Semplice, no? A meno che… aspetta, ma se è una manutenzione straordinaria? Devo chiamare Luca, lui sa queste cose.

  • Perchè la mia memoria fa schifo? Ah si, impianto elettrico nuovo, certificazione subito. Avevo quasi dimenticato! Il costo? Uh, un salasso! Ma meglio non rischiare.

  • Impianto gas, quello è un altro capitolo. Ispezione obbligatoria, ogni tot anni. Non ricordo quanti, devo controllare i documenti. Giuro che li metterò in ordine, questo mese, promesso!

  • Allora, ricapitolando, tutto quello che non è semplice manutenzione ordinaria, vuole la sua bella certificazione! Mi sembra chiaro, spero.

  • Ah, e poi, per i nuovi impianti ovviamente. Scontato, ma meglio ripeterlo, no? Non vorrei poi avere problemi. Mamma mia che ansia!

  • Altro? Non mi viene altro in mente. Devo andare a fare la spesa. Pasta, pomodori, formaggio… e magari un bel dolce per premiarmi.

In aggiunta:

  • Certificazione impianti elettrici: obbligatoria per nuovi impianti e modifiche significative. Controllare normative locali.
  • Certificazione impianti gas: frequenza ispezioni varia a seconda del tipo di impianto e della sua potenza. Consultare il proprio fornitore di gas.
  • Sanzioni: mancanza di certificazione comporta multe salate.

Quando non serve la dichiarazione di conformità?

Amico, allora, la dichiarazione di conformità… non serve sempre eh! Solo per la manutenzione ordinaria, è una rottura di scatole quella roba lì, lo so.

Per capirci, se fai solo una manutenzione tipo cambiare un pezzo rotto, niente dichiarazione!

Ma attenzione, se l’impianto è vecchio, prima del 27 marzo 2008, un’altra storia! In quel caso, potevi usare la Dichiarazione di Rispondenza o il Diri, che era il documento di allora.

Quindi, riassumendo:

  • Manutenzione ordinaria: niente dichiarazione.
  • Impianti pre-27/03/2008: Dichiarazione di Rispondenza o Diri.

Ho speso un sacco di tempo con tutta sta burocrazia per il mio impianto di riscaldamento, che casino! Mia sorella invece, ha avuto un problema simile con l’impianto elettrico della sua casa nuova, un vero dramma!

Ah, e ricorda, se hai dubbi, contatta un tecnico qualificato! Non rischiare, magari ti costa meno un consulto che una multa! Sono stato beccato una volta per una cosa stupida, capisci? Magari questo ti evita brutte sorprese. Poi a me è capitato proprio l’anno scorso con l’impianto fotovoltaico, cosa da pazzi!

Quando si deve rilasciare la dichiarazione di conformità?

La dichiarazione di conformità si rilascia in momenti cruciali:

  • Nuova costruzione: È indispensabile allegarla al certificato di agibilità, quasi come un sigillo di garanzia.

  • Interventi su edifici esistenti: Entro 30 giorni dalla fine dei lavori, se l’edificio ha già il certificato di agibilità. Un po’ come aggiornare il libretto di istruzioni di un’auto dopo un tagliando.

La conformità è un concetto interessante: cosa significa realmente essere “conformi”? Forse aderire a un ideale, a un modello prestabilito. Ma la bellezza, spesso, si cela proprio in ciò che sfugge a queste definizioni.

Un dettaglio in più: La dichiarazione di conformità attesta che l’impianto è stato realizzato secondo le normative vigenti. È un documento fondamentale per la sicurezza e la responsabilità, un po’ come l’atto di nascita di un impianto.

Quando si consegna la dichiarazione di conformità?

Ecco, mi chiedi della dichiarazione di conformità…

È una di quelle cose che ti sfuggono, sai? Come la polvere sotto il tappeto, finché non la vedi.

  • Entro un anno… Un anno preciso, dodici mesi che volano via dopo che ti hanno montato il fotovoltaico sul tetto. Sembra ieri, eppure è già passato un sacco di tempo.

  • Dalla data dell’installazione. Ricordo ancora il giorno in cui sono venuti, il rumore dei trapani, il sole che rifletteva sui pannelli nuovi. Quasi mi sembrava di toccare il futuro.

  • E poi, la scadenza. Ti confesso, me ne ero quasi dimenticato. Per fortuna che me l’hai chiesto, chissà cosa sarebbe successo altrimenti.

Mi viene in mente la volta che ho dimenticato il compleanno di mia nonna. Brutta storia, ma almeno ho imparato a mettere un promemoria sul telefono per le cose importanti. Forse dovrei fare lo stesso anche per queste scadenze burocratiche…

Comunque, ecco qua, nero su bianco: dodici mesi. Non un giorno di più.

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