Quali sono le 12 lingue riconosciute in Italia?

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LItalia tutela dodici minoranze linguistiche: albanese, catalana, tedesca, greca, slovena, croata, francese, francoprovenzale, friulano, ladino, occitano e sardo. Queste comunità godono di specifiche tutele legislative per la conservazione e promozione delle proprie lingue e culture.

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Un Mosaico di Voci: Le Dodici Lingue Tutelate in Italia

L’Italia, spesso celebrata per la sua arte, la sua storia e la sua gastronomia, custodisce un tesoro forse meno conosciuto, ma di inestimabile valore: la sua ricchezza linguistica. Oltre all’italiano, lingua ufficiale, il paese protegge e valorizza dodici minoranze linguistiche, un vero e proprio mosaico di voci che contribuisce a definire l’identità culturale italiana in modo unico e sfaccettato.

Questo riconoscimento non è solo un gesto di rispetto, ma un impegno concreto sancito dalla legge n. 482 del 1999, “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”. Tale legislazione mira a preservare e promuovere queste lingue, garantendo alle comunità che le parlano la possibilità di conservare la propria cultura e le proprie tradizioni.

Ma quali sono, nel dettaglio, queste dodici lingue che arricchiscono il panorama linguistico italiano?

  1. Albanese: Presente in diverse regioni del Sud Italia, in particolare in Calabria, Sicilia, Molise, Puglia e Basilicata, l’albanese d’Italia, detto arbëreshë, conserva caratteristiche arcaiche e rappresenta una testimonianza preziosa delle migrazioni albanesi nel XV secolo.

  2. Catalano: Parlato nella città di Alghero, in Sardegna, il catalano algherese rappresenta un’isola linguistica frutto della dominazione catalano-aragonese medievale. La sua conservazione è un simbolo di resistenza culturale e di legame con la Catalogna.

  3. Tedesco: Diffuso in Alto Adige/Südtirol, dove gode di uno statuto di autonomia speciale, il tedesco è riconosciuto come lingua co-ufficiale insieme all’italiano. La convivenza tra le due lingue è un elemento distintivo di questa regione.

  4. Greco: Residuo delle antiche colonie greche della Magna Grecia, il greco-calabro e il griko salentino sopravvivono in alcune aree della Calabria e del Salento. Queste comunità conservano tradizioni e un patrimonio linguistico unico, testimonianza di un passato millenario.

  5. Sloveno: Parlato in Friuli-Venezia Giulia, soprattutto nelle province di Trieste, Gorizia e Udine, lo sloveno condivide una storia secolare con queste terre. La presenza di una forte minoranza slovena contribuisce alla ricchezza culturale della regione.

  6. Croato: Presente nella regione del Molise, con particolare riferimento al comune di Acquaviva Collecroce (Živavoda Kruč), il croato molisano rappresenta una testimonianza delle migrazioni croate nel corso dei secoli XV e XVI.

  7. Francese: La Valle d’Aosta è una regione bilingue, dove il francese è riconosciuto come lingua co-ufficiale insieme all’italiano. La presenza del francese risale a una lunga storia di legami culturali e politici con la Francia.

  8. Francoprovenzale: Parlato in alcune valli alpine del Piemonte e della Valle d’Aosta, il francoprovenzale, o arpitano, rappresenta una lingua di transizione tra il francese e l’occitano, con caratteristiche linguistiche distintive.

  9. Friulano: Diffuso in Friuli, il friulano è una lingua retoromanza riconosciuta e tutelata. La sua vitalità è sostenuta da un forte senso di identità regionale e da un impegno attivo nella sua promozione.

  10. Ladino: Parlato nelle Dolomiti, in Trentino-Alto Adige, il ladino rappresenta un’altra lingua retoromanza. Le comunità ladine sono particolarmente attive nella preservazione della propria lingua e cultura.

  11. Occitano: Presente nelle valli alpine del Piemonte e della Liguria, l’occitano, o lenga d’òc, condivide una storia e una cultura comuni con le regioni dell’Occitania francese.

  12. Sardo: Parlato in Sardegna, il sardo è una lingua romanza con caratteristiche linguistiche uniche e distinte dall’italiano. La sua tutela è fondamentale per la conservazione dell’identità culturale sarda.

La tutela di queste dodici lingue non è solo un dovere morale, ma un’opportunità. Permette di preservare un patrimonio culturale inestimabile, promuovere la diversità e rafforzare il senso di appartenenza delle comunità che le parlano. Investire nella loro conservazione significa investire nel futuro di un’Italia più ricca, più inclusiva e più consapevole della propria storia complessa e affascinante. L’Italia, attraverso queste dodici lingue, ci offre un esempio di come la diversità linguistica possa essere una fonte di ricchezza e di crescita per l’intera società.

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