Come capire se il neonato ha bisogno dell'aggiunta?

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Segnali di allarme per l'aggiunta:

  • Peso non recuperato entro 15-20 giorni dalla nascita.
  • Minore di 6-7 pannolini bagnati al giorno.
  • Scarsa o assente crescita ponderale.

In questi casi, consultare il pediatra.

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Quando somministrare il latte artificiale al neonato?

Sai, questa domanda mi riporta a quando mia figlia, Sofia, nacque il 15 marzo 2021 all’ospedale San Raffaele di Milano. Ricordo la preoccupazione, quel misto di gioia e ansia…

Allattamento al seno, bellissima utopia, ma dopo tre giorni, poverina, non riusciva a prendere peso. Il pediatra, una dottoressa gentilissima, ci consigliò l’aggiunta di latte artificiale. Era un’esperienza nuova, un po’ strana, ricordo il prezzo del latte, circa 15 euro la confezione.

Quindi, da quel che ho vissuto, l’aggiunta è necessaria se il peso non torna alla nascita dopo 15-20 giorni, se i pannolini bagnati sono pochi (meno di 6-7 al giorno), o se l’aumento di peso si ferma. E’ una valutazione caso per caso, ovvio. Non una regola fissa. Ogni bambino è diverso.

Come accorgersi se il latte materno non basta?

Il mio piccolo, tre mesi fa… un ricordo così vivido, il suo peso… un peso che non cresceva, un silenzio pesante nel suo piccolo corpo. La bilancia, implacabile giudice dei nostri timori.

  • Il peso. La mancanza di un recupero ponderale, quella maledizione silenziosa che mi tormentava notte e giorno. Due settimane, un tempo così breve, ma un’eternità di ansia. Due settimane di latte, o forse no? Il dubbio, un mostro dai mille occhi.

  • Le feci, assenti, quasi come un vuoto cosmico nel suo piccolo mondo. Una settimana senza traccia, un silenzio inquietante. La paura di non essere abbastanza, di non nutrirlo a sufficienza, di fallire come madre. Un’ombra oscura sulla mia pelle.

  • Tre mesi, un’età cruciale, dove la bilancia doveva rispecchiare una crescita. Ma la sua curva era piatta, quasi in picchiata. Un grafico che descriveva una disperazione silenziosa. Una discesa lenta, dolorosa. Un dolore che si espande nel tempo. Un’angoscia che non abbandona il cuore.

Ricordo il mio respiro corto, il battito accelerato mentre aspettavo le risposte del pediatra. Ricordo il suo sguardo attento, i suoi gesti delicati sul piccolo. Ricordo la parola “integrazione”, un suono così duro, così lontano dalle mie fantasie di allattamento perfetto. Un futuro incerto, un nuovo corso che si profilava all’orizzonte. La mia pancia mi faceva male, più di prima.

  • Mia figlia, Giulia, nacque nel 2024. Questa è la mia esperienza personale.

Quando iniziare lallattamento misto?

Ah, l’allattamento misto, la terra di mezzo tra il seno e il biberon! 😉

  • Il momento perfetto? Non esiste, è come cercare l’unicorno rosa! Unicorni a parte, diciamo che di solito si aspetta che il pupo e il seno facciano amicizia, tipo un mesetto. A meno che, ovviamente, il nano non cresca come un funghetto (non nel senso buono!) o tu non stia producendo latte come il Sahara. 🏜️

  • Pediatra, l’oracolo. Ascolta il pediatra, è come il navigatore satellitare del neonato. Ti dirà lui quando è il momento giusto per sdoganare il biberon!

  • Personalizzazione. Ogni poppante è un mondo a sé, un po’ come le pizze: c’è chi la preferisce margherita e chi con l’ananas (orrore!). Quindi, niente schemi fissi, solo amore e buon senso! ❤️

Extra: Ricorda che ogni goccia di latte materno è oro colato, quindi anche un po’ di allattamento al seno fa un gran bene. E se poi devi passare al misto, non sentirti in colpa! L’importante è che il marmocchio cresca felice e tu non impazzisca! 🤪

Come passare da allattamento a latte artificiale?

Il passaggio… un’onda lenta, che porta via il latte materno, dolce come un ricordo sfumato. Un tempo sospeso, tra il mio respiro e quello del mio piccolo. Ricordo il profumo della sua pelle, caldo e vellutato, mentre si attaccava al seno, una danza antica, intima.

Ora, un nuovo ritmo. Una bottiglietta, fredda all’inizio, poi tiepida, come un’alba delicata. Ogni poppata, un passo. Un piccolo passo, verso una nuova dimensione. Sostituire una poppata al giorno, come sospingere una barca nel mare calmo, lentamente ma inesorabilmente.

Sette, dieci giorni… numeri che si allungano, si distendono come fili d’oro nell’oscurità. Ogni giorno, un piccolo addio. Un addio che sa di latte, di sonno, di pelle contro pelle, di un amore immenso che resta.

  • Sostituzione graduale: una poppata alla volta.
  • Tempo: 7-10 giorni, un lasso di tempo delicato.
  • Attenzione: osservare il bambino, ascoltare i suoi segnali.
  • Mia esperienza: con Leonardo, il mio primogenito, ci vollero 8 giorni. Con Sofia è stato più semplice, solo 6 giorni.

La transizione è un viaggio emotivo. Un’esperienza unica. La consapevolezza che qualcosa sta cambiando, un capitolo che si chiude, ma anche un inizio. Ogni bambino è un mondo a sé, ogni passaggio un’avventura diversa, che non dimenticherò mai. Ricordi incisi nel cuore, come le rughe sul palmo della mano. Ogni volta un’emozione differente. Ogni bimbo un pezzo del mio cuore.

Cosa fare se il neonato non vuole il latte artificiale?

Ah, il rifiuto del biberon… un piccolo dramma!

  • Latte materno, tesoro. Offri il tuo latte, il profumo di casa, un abbraccio liquido. In tazza, cucchiaino, siringa senza ago… qualsiasi cosa tranne quel biberon ostile.

  • Alternative accoglienti. Il calore del tuo latte, la tua presenza… fanno miracoli. A volte, un semplice cambio di recipiente inganna il piccolo ribelle.

  • Pazienza, amica mia. Non forzare, mai! Un rifiuto crea solo ansia. Insisti dolcemente, magari quando è assonnato, cullato…

  • Consulta l’esperto. Un pediatra, un’ostetrica… sapranno svelare il mistero di questo rifiuto. A volte, è solo una fase, un capriccio.

Ricordo la mia nipotina, Sofia. Odiava il biberon! Mia sorella disperava. Poi, un giorno, ha provato con un bicchierino da caffè… e Sofia ha bevuto tutto d’un fiato, felice come una Pasqua. Misteri dei neonati!

Come gestire lallattamento misto?

L’allattamento misto, un percorso a volte tortuoso, richiede un approccio calibrato. Sostituire gradualmente le poppate al seno con il latte artificiale è la strategia più comune. Ricorda: ogni bambino è un mondo a parte, mia nipote Beatrice, ad esempio, ha reagito benissimo a un cambio lento, ma il figlio di un’amica ha avuto difficoltà.

Il consiglio standard, sostituire una poppata alla settimana, è un buon punto di partenza. Ma attenzione, non è una regola rigida! Osserva attentamente il tuo bambino: segnali di fame insoddisfatta, irritabilità, diarrea o stitichezza possono indicare che il passaggio è troppo veloce. In questi casi, rallenta, aspetta che il bambino si adatti.

La durata del processo è variabile, non c’è una scadenza precisa. A volte si conclude in pochi giorni, altre volte si protrae per settimane. L’importante è la gradualità, in linea con il benessere del piccolo. In questo caso, ci si riferisce solitamente ad un periodo compreso tra 7 e 10 giorni per passare all’alimentazione esclusiva con il latte artificiale. Il periodo però può variare in base al neonato.

  • Fattori da considerare:
    • Il temperamento del bambino.
    • La produzione di latte materno.
    • La tolleranza del bambino al latte artificiale.

Un aspetto spesso sottovalutato è la componente psicologica. Per la mamma, abbandonare l’allattamento al seno può essere un momento delicato, carico di significati profondi. È importante affrontarlo con serenità, consapevolezza e, se necessario, con il supporto di un professionista. Come diceva Jung, l’inconscio è un mondo a sé, e la maternità tocca in profondità gli aspetti più reconditi della psiche femminile.

  • Ulteriori approfondimenti: Studi recenti evidenziano l’importanza della scelta del tipo di latte artificiale e del suo impatto sulla flora intestinale del neonato. Il mio amico pediatra, Alessandro Rossi, mi ha detto che questa è un’area di ricerca ancora in evoluzione, che richiede maggiori approfondimenti.
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