Perché i capezzoli si spaccano?
Ragadi al seno durante lallattamento? La causa è spesso una combinazione di fattori materni, come capezzoli piatti o introflessi, e del neonato, ad esempio un frenulo linguale corto che compromette lattacco corretto.
Capezzoli spaccati: un problema comune, ma non inevitabile durante l’allattamento
I capezzoli spaccati o ragadi rappresentano una delle problematiche più frequenti e dolorose che le neomamme possono affrontare durante l’allattamento. Questo fastidio, oltre a rendere l’esperienza della nutrizione del proprio bambino fonte di sofferenza, può anche influire negativamente sulla produzione di latte e aumentare il rischio di infezioni al seno, come la mastite. Sebbene spesso associato all’allattamento, è importante ricordare che le ragadi non sono una conseguenza inevitabile, ma piuttosto il segnale di un problema che può e deve essere affrontato.
Contrariamente a quanto si possa pensare, raramente la causa è imputabile ad un singolo fattore. Piuttosto, si tratta di una complessa interazione tra caratteristiche materne e del neonato, che crea un circolo vizioso di dolore e difficoltà nell’attacco.
Dal lato materno, una predisposizione anatomica come capezzoli piatti o introflessi può rendere più difficile per il bambino ottenere una presa efficace, portandolo a succhiare in modo scorretto e concentrando la pressione su una superficie ridotta del capezzolo. Anche l’utilizzo di detergenti aggressivi o creme che alterano il pH della pelle, privandola del suo film idrolipidico protettivo, contribuisce ad aumentare la fragilità e la predisposizione alle ragadi. Una scorretta posizione durante l’allattamento può anch’essa causare stress e traumi al capezzolo.
Dal lato del neonato, un frenulo linguale corto, anche detto anchiloglossia, può limitare i movimenti della lingua, impedendo al bambino di prendere correttamente il seno e di creare il vuoto necessario per una suzione efficace. Questa condizione, spesso sottovalutata, può portare il bambino a “masticare” il capezzolo anziché succhiarlo, causando irritazione e ragadi. Altri fattori, come la prematurità o la presenza di particolari sindromi, possono influenzare la coordinazione suzione-deglutizione e contribuire al problema.
È fondamentale, quindi, adottare un approccio multidisciplinare per affrontare il problema delle ragadi. Un consulto con un’ostetrica o una consulente in allattamento IBCLC può aiutare la mamma a individuare e correggere eventuali errori di posizione e attacco. L’osservazione del neonato da parte di un professionista sanitario esperto può identificare la presenza di un frenulo linguale corto o altre problematiche che interferiscono con la suzione. Infine, l’utilizzo di rimedi naturali, come l’applicazione di latte materno sul capezzolo dopo la poppata e l’esposizione all’aria, può favorire la cicatrizzazione e lenire il dolore. In casi più gravi, il medico potrà valutare l’utilizzo di creme specifiche a base di lanolina o altri principi attivi.
Prevenire e curare le ragadi è fondamentale per garantire un allattamento sereno e proficuo, sia per la mamma che per il bambino. Ricordate: chiedere aiuto è il primo passo per risolvere il problema e godersi appieno questo momento speciale.
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