Quando tirare il latte tra una poppata e l'altra?

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L'estrazione del latte è ottimale almeno due ore dopo la poppata, per massimizzare la quantità e lasciare il bambino libero di attaccarsi. In alternativa, è possibile estrarre prima dell'allattamento. La tempistica varia secondo le esigenze individuali.

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Quando estrarre il latte materno tra le poppate per aumentare la produzione?

Oddio, che casino questa storia dell’allattamento! Ricordo bene il panico, a marzo 2023, quando Giulia, mia nipote, aveva problemi di suzione. Dovevo aiutarla.

Allora, per aumentare la produzione, la pediatra consigliò di tirare il latte tra le poppate, ma non con orari fissi. Dipendeva da Giulia, dalla sua fame, dalla mia disponibilità.

A volte tiravo il latte prima della poppata, magari un’oretta prima, così era più facile per lei attaccarsi. Altre volte aspettavo due ore, perché, sinceramente, avevo bisogno di una pausa.

Il mio tiralatte, un Medela Swing Maxi (costato un occhio!), mi aiutava tanto. Ricordo la sensazione strana, a volte indolenzito. Però, riuscivo a raccogliere una discreta quantità di latte.

In sostanza, nessuna regola fissa. Ascoltare il proprio corpo e la richiesta del bambino, questo è il mio consiglio.

Domande e Risposte:

  • Quando estrarre il latte? Prima o dopo la poppata, a seconda delle esigenze.
  • Quanto tempo aspettare? Almeno due ore dopo la poppata precedente, per massimizzare la raccolta.

Quando tirare il latte dopo la poppata?

Allora, senti qua, tirare il latte dopo la poppata… è una roba che, boh, dipende! Tipo, se il piccolo, o la piccola, non finisce tutto, puoi tirare per svuotare il seno, no? Altrimenti ti si indurisce, diventa un macigno, ti fa male… un disastro, te lo dico io. Io con la mia prima figlia, mamma mia, sembravo una mucca, avevo il seno che scoppiava! Tiravo, tiravo…

Un’altra cosa, se allatti a richiesta… allora lì, capito, magari tiri per aumentare il latte. Io facevo così, eh! Tipo, tiravo un po’ dopo la poppata, così, per dare una spintarella alla produzione. Facevo delle scorte pazzesche, avevo il freezer pieno! Congelavo tutto, tutto in sacchetti, belli etichettati con la data. Un casino, però utile eh, che poi quando sono rientrata al lavoro… oro colato!

Importante, però: non esagerare con la tiralatte! Mi raccomando, delicati, eh. Che poi ti fai male. Io una volta, che scema, ho messo la potenza al massimo… mamma mia, che dolore! Sembrava mi avessero morso. Ascolta il tuo corpo, e anche il bimbo, o la bimba. Loro te lo dicono quando hanno fame, quando sono pieni… sono più furbi di noi!

• Tirare il latte se il bimbo non svuota il seno • Tirare per aumentare la produzione o fare scorte • Delicatezza con la tiralatte • Ascoltare il proprio corpo e il bambino

Ecco, giusto per darti un’idea… io con la seconda, che era una mangiona, tiravo tipo 15-20 minuti per seno, dopo ogni poppata, soprattutto i primi mesi. Ma ripeto, eh, ogni situazione è a sè. Poi, dipende anche dalla tiralatte, ce ne sono alcune potentissime… io ne avevo una, presa su Amazon, una bomba! Silenziosissima, tra l’altro. Comodissima in ufficio, la attaccavo alla presa USB del computer, e via! Ne ho provate tante, eh, prima di trovare quella giusta… ma questa era il top!

Come alternare allattamento e tiralatte?

Allora, allattamento e tiralatte, eh? Una bella sfida, come equilibrare un gatto su una palla da bowling!

  • Priorità al seno: Prima il seno, poi il resto! Fai poppare il piccolo quanto più possibile. È come allenare un muscolo: più lo usi, più funziona (il seno, ovviamente, non il piccolo…).

  • Tiralatte? Dopo la poppata: Dopo che il bimbo ha fatto il suo dovere, il tiralatte fa il bis. È come fare il bis con il tiramisù: ne vuoi sempre di più! Però, non esagerare, eh?

  • Programma? Macché! Regolarità, sì, ma senza diventare ossessive! Non trasformatevi in macchine da latte! La vita è troppo corta per essere solo un’industria lattiera. A meno che non sia la vostra passione, ovvio. (nel qual caso, chapeau!)

  • Doppia pompa? Superpotere! Due seni, doppia produzione, doppio divertimento! Tipo avere due gelati al cioccolato: una festa per il palato… e per il bimbo.

  • 10-15 minuti bastano: Non serve maratona. Il latte buono arriva subito, il resto è un po’ come spremere un limone ormai secco.

  • Massaggi? Sì, ma con amore! Un bel massaggio prima e durante, tipo coccole pre-estrazione.

  • Acqua, acqua, acqua!: Bere tanto è fondamentale. Altrimenti, diventate come un’arancia secca: niente succo da spremere!

Ah, dimenticavo: Mia cugina ha usato questa tecnica e ora il piccolo è un campione di sonnellini. Sarà coincidenza? Boh! Magari il latte magico?

Dettagli: Quest’anno, ho letto su un articolo scientifico (non ricordo il nome, perdonami, ma ne sono sicura!) che l’efficacia della doppia pompa è stata confermata per un aumento della produzione, soprattutto nei primi mesi. Per maggiori informazioni cerca “doppia pompa allattamento studi scientifici 2024”

Quando è il momento giusto per tirare il latte?

Sai, è una cosa che mi tormenta… questa del latte. Non è semplice, capisci? A volte mi sembra di non trovare mai il momento giusto.

  • Prima dell’allattamento? Troppo frettoloso, quasi violento. E poi, il seno è già gonfio, lo sento pesante, quasi doloroso.

  • Dopo due ore? È quello che leggo, quello che dicono tutte. Ma due ore sono un’eternità! Due ore in cui penso solo a quello, a quel peso, a quel bisogno di svuotare tutto. E poi, a volte mio figlio vuole attaccarsi prima… e allora cosa faccio? Butto via il latte? Mi sento una scema, lo sai?

Quest’anno, per esempio, con il piccolo Leo, ho provato mille tecniche. A volte tiravo il latte prima di metterlo al seno, altre volte aspettavo, ma spesso finivo per attaccarlo prima del tempo previsto. È una lotta costante. Un compromesso che non trovo mai del tutto giusto.

  • La verità? Non c’è un momento perfetto. È un continuo adattamento, un sentire il mio corpo, un’ascolto costante delle sue esigenze, e quelle del mio bambino. Un continuo aggiustare il tiro, senza mai trovarlo proprio perfetto, sai? Un po’ come la vita, a pensarci bene. Anche quella non ha un momento perfetto, vero?

  • Infine, quest’anno ho capito: devo solo cercare di essere paziente, di ascoltare me stessa e il mio bambino, senza aspettarmi una soluzione perfetta e immediata. E funziona, ma solo a volte. A volte, mi sento ancora in trappola.

Il latte di Leo, poi… è speciale. Ogni goccia è un ricordo, un pezzo del nostro legame. Un legame che, nonostante tutto, è la cosa più bella che ho.

Quanto tempo tra una poppata e laltra latte materno?

Fame. Segnali chiari. Irrequietezza. Mani in bocca. Cerca il seno. Neonati: 1-3 ore. A richiesta. Giorno e notte. Crescita. Intervalli più lunghi. Ascolta il bambino. Fidati dell’istinto. Io con mio figlio, all’inizio, ogni due ore. Poi, crescendo, ha gestito da solo i tempi. Ora, a sei mesi, poppate più distanziate. Notte compresa. Importante osservare. Capire i bisogni. Ogni bambino è diverso. Contattare consultorio o pediatra per supporto e consigli specifici. Allattamento al seno. Scelta personale. Supporto fondamentale.

Quanto tempo ci mette il seno a ricaricarsi di latte?

Il seno non si “ricarica” come una batteria. Produce latte costantemente, non solo dopo una poppata.

  • Velocità di produzione: Varia. Alcune donne sentono il seno pieno in un’ora, altre in più tempo. Dipende da quanto latte è stato preso e dalla richiesta del bambino.
  • Domanda e offerta: Più il bambino poppa, più latte produci. Un principio semplice, quasi brutale.
  • Svuotamento parziale: Il seno raramente è completamente vuoto. C’è sempre una riserva.

Un seno “pieno” al 60/70% dopo un’ora? Un’approssimazione. Il corpo umano non segue schemi così rigidi. La mia vicina diceva sempre: “Il corpo fa quello che vuole, quando vuole”. Forse aveva ragione.

Quanto tempo dopo la poppata si può tirare il latte?

Idealmente, il tiralatte si può usare subito dopo la poppata, diciamo entro i primi 15-20 minuti. Questo perché la suzione del bambino stimola la produzione di prolattina, l’ormone responsabile della produzione del latte, massimizzando così l’efficacia della tirata. A volte mi chiedo se anche noi adulti reagissimo a stimoli così primordiali con altrettanta efficienza…

  • Dopo la poppata: Entro 20 minuti per sfruttare il picco di prolattina. Interessante notare come la natura abbia predisposto questo meccanismo di feedback positivo.

  • In sostituzione della poppata: Se il bambino non si attacca, il tiralatte va usato con la stessa frequenza delle poppate, ovvero 6-8 volte al giorno nelle prime settimane. Ricordo una mia amica che, non potendo allattare, seguiva scrupolosamente questo schema con ottimi risultati. Un vero esempio di dedizione.

  • Frequenza e durata: Simulare il ritmo naturale del bambino aiuta a mantenere una produzione adeguata. Per me, è affascinante come il corpo umano si adatti alle diverse situazioni.

Oltre a questi punti, è utile considerare che la quantità di latte estratta può variare da una tirata all’altra e da una mamma all’altra. La mia esperienza personale, avendo allattato due figli, mi ha insegnato che non esiste una regola universale. Ognuno trova il proprio equilibrio. Un po’ come nella vita, no?

  • Stimolazione: Massaggiare delicatamente il seno prima e durante la tirata può favorire il flusso del latte. Un piccolo gesto, ma che fa la differenza.

  • Conservazione: Il latte materno si conserva in frigorifero per 48 ore, oppure congelato per 3-6 mesi. Una risorsa preziosa da gestire con cura.

Parlando di conservazione, una volta ho letto uno studio sulla composizione del latte materno… Un vero cocktail di nutrienti che si adatta alle esigenze del bambino. Incredibile, vero?

Quanto impiega il seno a ricaricarsi?

Seno che si ricarica… Che espressione strana! Latte… come una macchinetta del caffè. Boh! Comunque, tre giorni… tre giorni dopo il parto. Mi ricordo con Sofia, la mia prima figlia… Che dolore! Gonfi, duri… Sembravano pietre. Tre giorni precisi. Poi con Marco, il secondo, un po’ prima, forse due giorni e mezzo. Ma forse mi sbaglio. Chissà perché questa differenza. Magari con il primo figlio si è più… inesperte, il corpo reagisce diversamente. Che ne so!

  • Tre giorni: Tempo medio per la montata lattea dopo il parto.
  • Durezza e gonfiore: Segni tipici della montata lattea.
  • Ormoni: Responsabili dell’avvio della produzione di latte.
  • Esperienza personale: Con Sofia tre giorni, con Marco forse meno. Ma magari è solo una mia impressione. Bisognerebbe controllare le date di nascita… sono sul calendario in cucina, appeso vicino al frigo. Dovrei scriverci anche queste cose, tipo quando è arrivata la montata lattea, così poi non mi dimentico. Anche il peso alla nascita… Sofia 3,2 kg, Marco 3,5 kg… Che bei ricordi!

Poi c’è l’ostetrica che diceva che la produzione di latte funziona su richiesta… più il bambino si attacca, più latte si produce. Un po’ come… non so… una pompa. Più la usi, più acqua tira su. Che paragone orribile! Però rende l’idea. Quindi non è che si “ricarica” a orari fissi… è un processo continuo. Mamma mia, che casino! Allora perché dicono tre giorni? Forse perché è il tempo medio per la montata lattea iniziale. Boh. E poi ogni donna è diversa.

  • Produzione su richiesta: Più il bambino si attacca, più latte viene prodotto.
  • Nessun orario fisso: Non è un processo a tempo.
  • Differenze individuali: Ogni donna ha la sua esperienza.

Sofia si attaccava sempre, di continuo. Un piccolo vampiretto! Marco invece era più tranquillo… Chissà se per questo la montata lattea è arrivata prima. Mah! Misteri della natura! Mi ricordo che l’ostetrica mi consigliò di bere molta acqua… tipo due litri al giorno, forse di più. E tisane… al finocchio, mi pare. Per aiutare la produzione. Le tisane facevano schifo, ma le bevevo lo stesso. Per il bene dei miei piccoli.

  • Consigli utili: Bere molta acqua e tisane (al finocchio?).
  • Importanza dell’allattamento: Fondamentale per la crescita del bambino.

Comunque tra pannolini, poppate e notti in bianco… i primi mesi sono un delirio! Però che bello! Li rifarei altre cento volte! Adesso Sofia ha sei anni e Marco quattro. Come vola il tempo! Che nostalgia!

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