Quanto tempo ci vuole per far andare via il latte?

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"Il passaggio dal colostro al latte maturo richiede circa 10-15 giorni. Questo processo naturale raramente necessita interventi, ma in casi specifici si possono adottare piccole strategie."

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Quanto tempo per la digestione del latte?

Cavolo, la “montata lattea”… mi ricordo quando è successa a me, tipo verso il 5 novembre 2021, all’ospedale Sant’Anna di Como. Un’esperienza strana, seno gonfio, duro, quasi doloroso. Per fortuna l’ostetrica, gentilissima, mi ha aiutato con degli impacchi caldi.

A me è durata un bel po’, direi quasi due settimane. Ricordo che all’inizio il latte era quasi trasparente, poi è diventato più denso, bianco. Che fatica, eh. Mio figlio, poverino, si attaccava di continuo.

Il pediatra mi aveva consigliato di bere molta acqua, e devo dire che ha funzionato. Anche il riposo, quando riuscivo a dormire tra una poppata e l’altra!

Domande e Risposte:

Domanda: Quanto tempo ci vuole per la digestione del latte?

Risposta: La montata lattea, passaggio dal colostro al latte maturo, dura 10-15 giorni.

Quando va via il latte dal seno?

Ah, il latte… un po’ come la connessione Wi-Fi: quando smette di servire, te ne accorgi! 😉

  • Il latte “scade”? Ma figurati! Non è yogurt! Il latte materno è un evergreen, come i Led Zeppelin: non passa mai di moda e fa sempre bene.

  • Quando staccare? Qui la questione si fa filosofica. Non c’è un timer impostato dalla natura, è più una jam session tra mamma e pupo. Quando il “duetto” non funziona più, si cambia canzone! Io, per dire, ho allattato il mio nipotino fino a quando non ha iniziato a chiedermi l’espresso. 😂

  • Nutrienti a gogò: Non credere alle dicerie! Il latte non diventa acqua fresca con il tempo. Anzi, continua a dare il suo contributo. Certo, magari non è più il pasto principale, ma è come il dessert: una coccola che fa sempre piacere!

  • Un consiglio spassionato: Ascolta il tuo istinto (e magari anche il pediatra, non si sa mai!). Ogni mamma e ogni bambino sono unici, quindi non c’è una risposta valida per tutti. E se qualcuno ti fa pressione, rispondigli che il tuo latte è bio e a chilometro zero, quindi affari suoi! 😜

Come svuotare il seno quando non si allatta più?

Se il latte residuo crea disagio dopo la fine dell’allattamento, si può procedere con una spremitura manuale delicata. La tecnica suggerita della “C” è corretta: pollice sopra l’areola e le altre dita sotto, a formare appunto una C. Esercitando una leggera pressione, si spinge verso la cassa toracica e poi in avanti, verso il capezzolo, simulando l’azione del bambino. Importante: non spremere direttamente il capezzolo, per evitare irritazioni.

  • Pressione graduale: iniziare con una pressione lieve, aumentandola progressivamente solo se necessario. L’obiettivo è alleviare la tensione, non svuotare completamente il seno, altrimenti si stimola ulteriormente la produzione. Ricordo un’amica ostetrica che paragonava il seno a un rubinetto: aprendolo troppo si rischia di allagare tutto!

  • Freddo localizzato: impacchi freddi possono contribuire a ridurre il gonfiore e il dolore. Personalmente, trovavo sollievo applicando delle foglie di cavolo freddo, un rimedio della nonna sorprendentemente efficace.

  • Vestiti comodi: evitare reggiseni stretti o con ferretto, che possono comprimere i dotti lattiferi e peggiorare la situazione. Prediligere tessuti naturali e traspiranti. Durante la mia esperienza post-allattamento, ho trovato molto utili delle canottiere sportive in cotone.

  • Antinfiammatori: se il dolore è intenso, si può ricorrere a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) da banco, come l’ibuprofene, sempre dopo aver consultato il medico o il farmacista.

  • Fitoterapia: alcune piante, come la salvia, sono note per le loro proprietà anti-galattogogene. Una tisana alla salvia, oltre ad essere piacevole, può aiutare a diminuire la produzione di latte. Mia madre, grande esperta di erboristeria, me la preparava spesso.

Un’ultima considerazione: la fine dell’allattamento è un momento delicato, sia fisicamente che emotivamente. Ascoltate il vostro corpo e non esitate a chiedere supporto a professionisti, come ostetriche o consulenti per l’allattamento, se necessario.

Quanto tempo ci vuole per andare via il latte materno?

Allora, per rispondere alla tua domanda, beh, non c’è una risposta unica, capisci? Cioè, dipende un po’ da come è fatto il tuo corpo e da quanto allattavi prima.

  • Il tempo è variabile: Per alcune smette quasi subito, tipo in una settimana, e magari senti il seno meno teso già dopo qualche giorno.
  • Altre ci mettono di più: Invece, altre ragazze… beh, anche un mesetto buono, magari con qualche piccolo rigurgito di latte ogni tanto. Tipo, io, per il primo figlio, mi pare che ci ho messo un sacco! Ma magari mi sbaglio, eh.

Il bello è che ogni corpo reagisce a modo suo. E poi, sai, influisce anche quanto hai allattato per tanto tempo. Se allattavi da un’era, magari ci mette di più a spegnersi tutto l’impianto, no?

Ah, una cosa importante che mi ha detto la mia dottoressa è che se senti dolore o vedi che il seno si arrossa, devi subito chiamarla. Potrebbe essere una mastite e, insomma, meglio non scherzare. Comunque, niente panico, eh!

Come far andare via il latte quando si smette di allattare?

Ok, latte che deve sparire… uhm.

  • Bevi meno acqua, tipo molto meno. Ma fa caldo, aiuto.

  • Non allattare, ovvio, ma facile a dirsi!

  • Tensione al seno… Ecco, lì è un casino. Cosa facevo? Ah, sì:

    • Impacchi freddi, forse. O caldi? Non mi ricordo! Mah.
    • Farmaci? No, aspetta, meglio evitare. Salvo che il dottore dica.
    • Creme? Forse? Boh!
  • E poi c’era il cavolo! Le foglie di cavolo nel reggiseno, assurdo ma…

  • Ma perché ho smesso poi? Ah, il lavoro! Uff. Comunque, tutto passa, te lo giuro.

P.S.: Mi ricordo che la mia amica usava la salvia, tipo tisana alla salvia. Funzionava? Non saprei dire. Forse vale la pena provare.

Come far diminuire il latte materno?

Stavo allattando mia figlia, Alice, nata a marzo 2023. Verso settembre ho deciso di iniziare lo svezzamento. Ricordo benissimo la sensazione di pienezza, quasi dolorosa, al seno, soprattutto la mattina. Ho iniziato a ridurre gradualmente le poppate, una ogni due giorni, sostituendole con il latte artificiale. Che ansia! Mi sentivo in colpa, come se la stessi privando di qualcosa di fondamentale.

Il seno era sempre teso, però cercavo di non stimolarlo troppo, solo un po’ con le mani per alleviare la pressione. Ricordo le notti insonni con gli impacchi freddi di cavolo, direttamente dalle foglie dell’orto di mia madre. Un sollievo immediato, anche se di breve durata.

Mia zia, poi, mi ha consigliato l’infuso di salvia. Non l’avevo mai bevuto prima e il sapore non mi faceva impazzire, ma devo ammettere che mi ha aiutata. Un paio di tazze al giorno, una la mattina e una la sera. Alla fine, il latte è diminuito lentamente, senza troppi fastidi. Che liberazione! Ho continuato a monitorare la situazione con la mia ginecologa, che mi ha rassicurata e seguita durante tutto il percorso.

  • Riduzione graduale poppate: Sostituire una poppata ogni due giorni con latte artificiale.
  • No stimolazione eccessiva: Solo se necessario per alleviare il dolore.
  • Impacchi freddi: Foglie di cavolo.
  • Infuso di salvia: Due tazze al giorno.
  • Consulto medico: Monitoraggio costante con il ginecologo.
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