Come stabilire il canone concordato?
Per calcolare il canone concordato, si considera la metratura catastale dellalloggio. Se la superficie è inferiore a 30 mq, è possibile applicare un aumento del 10% fino a un massimo di 30 mq.
Determinare il Canone Concordato
Il canone concordato è un tipo di affitto concordato tra proprietario e inquilino, che rientra in un particolare regime fiscale agevolato. Per stabilirlo, occorre seguire specifici parametri stabiliti dalla legge.
Metratura Catastale
Il primo elemento da considerare è la metratura catastale dell’alloggio, che rappresenta la superficie netta calcolata secondo i criteri del catasto. Questa informazione si trova nell’atto catastale dell’immobile.
Aumento per Superfici Piccole
La legge prevede un aumento del 10% sul canone base per le unità abitative con una metratura catastale inferiore a 30 metri quadrati. Questa maggiorazione può essere applicata fino a raggiungere una superficie massima di 30 metri quadrati.
Esempi
Ad esempio, per un appartamento con una metratura catastale di 25 metri quadrati, il canone concordato può essere aumentato del 10%, portandolo a un massimo di 30 metri quadrati x il canone base concordato.
Iter Procedurale
Per stabilire il canone concordato, è necessario stipulare un contratto di locazione che rispetti i requisiti previsti dalla legge e che venga registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Il contratto deve contenere la dichiarazione del proprietario di aver applicato il canone concordato, nonché la superficie catastale dell’unità abitativa.
Vantaggi Fiscali
Il canone concordato offre vantaggi fiscali sia al proprietario che all’inquilino. Il proprietario può beneficiare di una riduzione dell’imposta di registro, dell’imposta di bollo e dell’IRPEF. L’inquilino può detrarre dalle imposte sul reddito fino a un massimo del 15% del canone pagato.
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