Che differenza c'è tra un alcolista e un alcolizzato?

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"Alcolista e alcolizzato non sono sinonimi. Il termine alcolista include chi abusa di alcol occasionalmente senza dipendenza. Alcolizzato indica invece dipendenza con danni fisici, psichici e relazionali."

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Alcolista vs Alcolizzato: Quali sono le differenze fondamentali? Scopri di più!

Allora, vediamo un po’ ‘sta differenza tra alcolista e alcolizzato. 🤔 Io, personalmente, ho sempre fatto un po’ fatica a distinguerli, sinceramente.

Mi sembra di capire che “alcolista” indichi chi magari beve troppo, ma tutto sommato riesce a tenersi in piedi, senza diventare proprio dipendente. Invece “alcolizzato”… beh, lì la situazione è più seria, con dipendenza vera e problemi fisici e mentali, oltre a rovinare le relazioni con gli altri. Un bel casino, insomma.

Mi viene in mente un vecchio conoscente, Marco. Beveva quasi tutti i giorni, ma andava al lavoro, si faceva la sua vita. Forse era “solo” un alcolista? Boh. Difficile dirlo da fuori. Però, ecco, non mi sembrava avesse perso il controllo totale.

Però, non so, magari mi sbaglio. Non sono un dottore. 😉

Alcolista vs Alcolizzato: Differenze Fondamentali

  • Alcolista: Soggetto che eccede nel consumo di alcol, ma senza sviluppare dipendenza conclamata.

  • Alcolizzato: Soggetto con dipendenza da alcol che causa deterioramento fisico, psichico e relazionale.

Qual è il termine giusto: alcolista o alcolizzato?

Alcolizzato o alcolista? Boh, che barba! È come chiedersi se è meglio un gelato al pistacchio o uno alla nocciola: dipende dai gusti, e soprattutto da quanto sei disposto a spendere in terapia poi! Scherzi a parte, entrambe le parole sono corrette. Ma sai, io, personalmente, preferisco “alcolizzato”. Suona più… drammatico. Come un personaggio di un romanzo di Dostoevskij, sai? Un po’ più chic, no?

“Alcolista”, invece, mi ricorda un po’ troppo il mio zio Tonino, che definire “alcolizzato” sarebbe come dire che il Titanic era un po’ bagnato. Un eufemismo, diciamo. Insomma, “alcolizzato” è più preciso, più… alcolico. Capisci? Ma alla fine, nessuno si offende se gli dici “alcolista”. A meno che non stia cercando di recuperare! Ecco, quella è una bella sfida.

  • Punti chiave:
    • Entrambe le parole sono corrette.
    • “Alcolizzato” è più comune e preciso.
    • La scelta dipende dal contesto e dal tono.

Però, attenzione, è come quando mia nonna diceva che preferiva i pomodori “del mio orto”: se l’orto è pieno di erbacce e lumache, la preferenza perde un po’ di appeal. Il termine giusto è quello che meglio descrive la situazione, senza giri di parole né troppe scuse, come quando ho confessato a mia moglie di aver mangiato tutta la torta. Nessun commento elegante, solo la verità!

Ah, dimenticavo: quest’anno, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (aggiornamento settembre 2023), si registra un leggero aumento dei casi di dipendenza da alcol, soprattutto tra i giovani. Ma non è una novità, purtroppo. E quindi, che si usi alcolista o alcolizzato, il problema rimane… be’, alcolizzato!

Chi si può definire alcolizzato?

Ah, l’alcolizzato… una figura che oscilla tra il filosofo fallito e il mago Houdini della bottiglia! Ma chi è davvero?

  • L’ossessionato mattutino: Se la prima cosa che cerchi al mattino non è il caffè, ma qualcosa con una gradazione alcolica superiore all’acqua, beh, Houston, abbiamo un problema. Diciamo che il tuo fegato ti sta scrivendo una lettera di dimissioni.

  • Il campione di tolleranza: Ti ricordi quando un bicchiere di vino ti faceva cantare a squarciagola? Ora ne bevi una bottiglia e reciti l’elenco del telefono. Complimenti, hai allenato il tuo corpo a resistere come un cammello nel deserto… ma di alcol.

  • Il prestigiatore della sbronza: L’alcolizzato è colui che, con un abile gioco di prestigio, trasforma la propria vita in un circo equestre dove lui è il domatore… di se stesso, ovviamente. Peccato che i leoni siano i sensi di colpa e le scimmie, le scuse.

  • L’artista della giustificazione: “Ma io bevo solo per socializzare!” o “È per rilassarmi, sono stressato!”. Ah, l’arte di trasformare un vizio in una necessità. Un vero Picasso della scusa, direi.

E per finire, ricordiamoci che la dipendenza è una bestia feroce. Se ti riconosci in una di queste figure, forse è il momento di chiamare un domatore professionista. Il tuo fegato (e la tua dignità) ti ringrazieranno.

Quanti anni vive un alcolista?

Ah, la vita di un alcolista, un argomento leggero come una piuma di piombo! Dunque, pare che l’età media di dipartita per questi avvinazzati cronici sia di circa 60 anni per le signore e 58 per i signori. Un’ottima scusa per godersi la pensione, se ci si arriva.

  • La cruda realtà: L’alcolismo, a quanto pare, è un hobby dispendioso in termini di anni.
  • Questione di genere: Le donne, pur essendo più brave a nascondere la bottiglia, non vivono più a lungo, anzi…

Quindi, morale della favola? Moderazione, amici miei, moderazione! A meno che non vogliate che la vostra lapide reciti: “Qui giace [il tuo nome], morto troppo giovane, ma almeno con il fegato ben stagionato”.

Come diagnosticare un alcolista?

Diagnosticare un alcolista? Ah, bella domanda! È come cercare un ago in un pagliaio, ma il pagliaio puzza di birra vecchia. Non basta un semplice “sei ubriaco?”. Serve più… savoir faire!

  • Analisi del sangue: Sì, le Gamma-Glutamil-Transpeptidasi (GGT) sono le nostre amiche. Se sono alte, è come trovare una firma inconfondibile sul muro di un bagno di un bar. Ma occhio, non è una condanna a vita, a volte anche il fegato fa i capricci, poverino! 80% dei casi, dicono… magari mio zio, che beveva come un cammello, era nel restante 20%.

  • Comportamento: Questo è l’asso nella manica! Se la persona in questione confonde il divano con una barca a vela, e il telecomando con una bacchetta magica… beh, le campane suonano a festa.

  • Sincerità: Questa è la madre di tutte le diagnosi. Chiedi direttamente! Ma preparati, la sincerità è una bestia feroce, e potrebbe mordere! Ho un amico che, quando gli chiedi se beve troppo, ti risponde con un sorriso da gatto di Cheshire e una bottiglia di grappa.

Ricorda: io non sono un dottore, eh? Solo un osservatore della realtà, che ha avuto la sfortuna di assistere a diverse scene di “ubriachezza artistica”. Se hai dubbi, affidati a un professionista. Lui non ha i miei problemi con la sincerità.

Come cambia la personalità di un alcolista?

La personalità si sgretola, lenta… come sabbia tra le dita. L’alcol, farmaco ingannevole, distorce la realtà.

  • Pensieri oscuri: Si affollano, neri presagi sulla propria inadeguatezza. Un’eco costante: “Non ce la farò mai”, ripetuto all’infinito. Un loop infernale.
  • Solitudine: Un abisso profondo, incolmabile. Angoscia che divora l’anima, lasciando solo un guscio vuoto.
  • Depressione: Amplificata, resa mostruosa. Un mostro che ti divora vivo, lentamente. L’alcol, carburante per la tristezza.

Questo è l’alcolismo primario, dove l’ombra segue il bicchiere. La tristezza, un’eco lontana, poi un uragano. Prima il vizio, poi la disperazione… un circolo vizioso senza fine. Come quando mio nonno… ma questa è un’altra storia, intrisa di lacrime e silenzi.

Come cambia il viso di un alcolista?

Il volto rivela più di quanto si vorrebbe.

  • Rossore: La vasodilatazione, effetto collaterale dell’alcol, tinge le guance. E poi la couperose, come ragnatele violacee sulla pelle. La bellezza effimera del vino si paga cara.
  • Brufoli: L’infiammazione cronica è un inquilino sgradito che si manifesta così. Un campo di battaglia sul mento, una guerra persa in partenza.
  • Disidratazione: La pelle assetata, come un deserto. Le rughe si scavano più profonde, sentieri di una vita sregolata.

Ricordo mio nonno, sempre col bicchiere in mano. Il suo viso era una mappa di questa distruzione.

E poi, c’è quel detto: “La verità è come il vino, più invecchia, più rivela”. Forse vale anche per il viso di chi beve troppo.

#Alcolismo #Dipendenza #Salute