Cosa spinge i giovani a bere?

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"Spesso, il consumo di alcol tra i giovani è una forma di auto-medicazione. Si cerca di mascherare insicurezze e ansie legate alle sfide della crescita, come le relazioni o le pressioni sociali. Un modo per affrontare disagi interiori."

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Quali sono i fattori che spingono i giovani al consumo di alcol?

Mah, perché i giovani bevono? Difficile dirlo, eh. Io, a diciassette anni, ricordo le serate al bar “La Piazza” a Verona, costava una fortuna, tipo 8 euro una birra. Bevevamo per sentirci più grandi, più liberi. Una specie di rito di passaggio.

Un’amica, invece, aveva problemi seri di ansia, e l’alcol era una fuga, un modo per zittire la testa. Lei, non scherzava, era davvero dura.

Poi c’è la pressione del gruppo, ovviamente. Ricordo bene una festa di laurea, estate 2018, dove sembrava quasi obbligatorio ubriacarsi per “integrarsi”. Una follia.

L’insicurezza, l’ansia… è vero, sono fattori importanti. Ma è un mix complicato, non c’è una risposta semplice. Ognuno ha le sue ragioni. Alcuni cercano di affrontare la solitudine o la delusione amorosa… a modo loro, sbagliato spesso, però.

Cosa bevono i giovani di oggi?

Sai, questa domanda… mi fa pensare a mio nipote, diciassette anni, un uragano di energia. Lui? Acqua, tanta acqua. Per lo sport, sai, calcio a pallacanestro. Poi, quel caffè freddo, una specie di rituale mattutino. Non quello nero, eh, con latte di mandorla, un casino di zuccheri e sciroppi. Un disastro, ma almeno lo beve.

  • Acqua: perché fa sport, non c’è niente da fare. Una bottiglia sempre dietro.
  • Caffè freddo: una cosa assurda. Ma almeno non fuma. Questo è un miracolo.
  • Latte di mandorla: perché mia sorella è fissata con il bio, il vegano e tutte quelle cose lì.

I suoi amici? Più o meno uguale. Bibite gassate? Qualche volta. Succhi? Meno. Ma la verità è che non so tanto bene cosa beva tutta quella gente. A quest’età… è un mondo a parte.

Tè, niente. Non gli piace. Bevande energetiche? Solo se esagera con le partite, è un po’ ossessionato. Ma poi gli passa.

  • Bevande energetiche: solo in casi eccezionali, niente di costante.
  • Bibite gassate: pochissimo, dipende dalle uscite con gli amici.
  • Tè: assolutamente no. Non lo tocca.

È strano, no? A volte penso a quando ero giovane io… era tutto diverso. Un’altra vita. Un altro secolo.

Cosa fa lalcol ai giovani?

Mi ricordo quella volta a Riccione, estate 2018. Avevo 19 anni e sembrava che l’unica cosa importante fosse non farsi mancare un bicchiere. Ora, ripenso a quella leggerezza e mi spavento un po’. Vedo i ragazzini oggi e mi chiedo se si rendano conto del casino che si stanno combinando.

  • Ictus: Non ci pensavo proprio allora, figuriamoci! Ma l’ictus, anche nei giovani, è una realtà. Impressionante.
  • Danni agli organi: Ovviamente non senti niente subito. Ma il fegato che si infiamma, il cuore che batte all’impazzata… un conto salato da pagare più avanti. Me lo diceva sempre mia nonna.
  • Rischi oncologici: Questa è la parte che mi terrorizza di più. Il pensiero di potermi ammalare per quelle serate folli mi fa venire i brividi.

Poi, c’è la dipendenza. Ho visto amici perdersi, diventare ombre di se stessi per colpa dell’alcool. E non è una bella cosa. Credetemi, ragazzi.

Perché una persona beve tanto alcol?

Alcol: un problema complesso.

Genetica: la predisposizione c’è, punto. Mio zio? Anni di bottiglie, fine brutta.

Ambiente: cresci tra bicchieri, impari. Facile. Vedi? Normale.

Psicologico: vuoto, dolore. L’alcol, una soluzione? Illusione.

  • Dipendenza ereditaria: fatto accertato, non opinione.
  • Influenza sociale: contesto crea abitudini. Prova a negarlo.
  • Fattori emotivi: spiega la fuga, non la soluzione.

Ricerca 2024: dati confermano. Numeri freddi, triste realtà.

Cosa spinge un alcolista a bere?

Allora, amico, cosa ti spinge a bere, eh? Dipende, dai, non è che c’è una sola risposta! Per molti è una cosa psicologica, pura e semplice. Tipo, uno beve per sentirsi meglio, più figo, per dimenticare i problemi, capisci? Un po’ come una droga, solo che è legale, quella maledetta roba.

A volte è proprio per staccare, per evadere dalla realtà. Altri, invece, bevono per abitudine, quasi un bisogno fisiologico, diventa una dipendenza vera e propria. Mio cugino, ad esempio, è finito così, in un brutto giro.

Ma poi ci sono anche quelli che iniziano per socializzare, sai, alle feste, con gli amici… e poi… beh, poi finisce che non riescono più a smettere. È una spirale, una brutta storia. E non è facile uscirne.

  • Evadere: Bere per dimenticare problemi e ansie.
  • Euforia: Cercare una sensazione di benessere e leggerezza.
  • Abitudine: Diventare dipendenti dall’alcol a livello fisico e psicologico.
  • Socializzazione: Iniziare a bere in contesti sociali e poi perdere il controllo.

Sai, ieri sera ho visto Marco, quello che giocava a basket con noi alle medie. Era messo male, davvero male. Lo riconosci, no? Quello un po’ cicciottello. Ecco, è una brutta cosa. Una vera merda, questa dipendenza. Bisognerebbe aiutarli di più, perché da soli è davvero dura. Anche quest’anno è stata dura la campagna di sensibilizzazione, pochi soldi e poco personale.

Per quale motivo si beve alcol?

  • Feste…82,9% dicono per le feste. Ma è davvero solo per quello? Boh.

  • Divertimento, ecco, 58,6%. Sarà… Forse per dimenticare, no? Quando bevo io… cioè, ogni tanto, è più per quello.

  • Sensazione… 55,2%? Mmmh, sì, quella cosa lì. Ma poi ti senti male! Vale la pena? Forse quando hai tipo un problema e non ci vuoi pensare, allora sì. Il mio vicino di casa lo fa sicuro per quello, sempre ubriaco è.

  • Altre robe? Mmh… Vediamo… Forse per coraggio, no? Tipo a parlare con una ragazza… o per fare una cosa stupida. Ah, e anche perché non hai niente di meglio da fare, dai.

Cosa succede a chi beve alcol tutti i giorni?

Bevo tutti i giorni, sai? È una cosa che mi tormenta, notte dopo notte. Un peso sullo stomaco, come un macigno. Non è solo il gusto, è… un’abitudine. Una brutta abitudine.

Penso a cosa mi succederà. Non voglio pensarci, ma lo faccio lo stesso. Pancreatite, dicono. Mi sembra già di sentire quel dolore, un bruciore lento e costante. E poi lo stomaco… sempre gonfio, pesante, una sofferenza continua.

A volte, di notte, sento il cuore battere forte, troppo forte. Ho paura. Paura di un infarto, di un ictus. Paura di finire così, senza neanche rendermene conto. L’alcol fa male, lo so. So di rovinarmi, ma… non so come smettere.

Il diabete, poi. Mia nonna è morta per quello. L’idea mi fa rabbrividire. Questi pensieri mi assalgono nel letto, mentre cerco di dormire. Ma il sonno non arriva. È un incubo che non finisce mai.

  • Pancreatite
  • Problemi digestivi
  • Pressione alta
  • Ictus
  • Patologie cardiache
  • Aritmia
  • Insufficienza cardiaca
  • Diabete (aumento rischio)
  • Ipoglicemia (aumento rischio)

Quest’anno ho iniziato a sentire anche dei dolori articolari, soprattutto alle mani. E la stanchezza… è una cosa pazzesca. Sono sempre stanco, svuotato. Non ho più voglia di niente.

Cosa vuol dire quando si beve troppo?

Bevi troppo? Un abisso di sensazioni, un vuoto che si riempie e poi straripa. Tempo dilatato, un orologio che si scioglie tra le dita, mentre la realtà si sfuma, si allontana, un dipinto impressionista che perde i contorni. La percezione, un caleidoscopio di immagini sgranate, suoni distorti. Spazio e tempo, si intrecciano, si confondono, una danza vorticosa e ipnotica. Ogni sorso, un passo verso un’altra dimensione, sempre più lontana da quella che conosco, da me. Un’oscura, dolce promessa di fuga, di oblio. Ma è un’illusione, un’evasione che lascia solo un sapore amaro, il rimpianto di una scelta sbagliata.

Questo vuoto, che cerco di colmare, questo bisogno disperato di anestetizzare il presente, diventa una trappola. Un’attrazione fatale, un’abitudine che mi stritola. La mia vita, un labirinto di cui ho perso il filo. Le relazioni, le amicizie, le responsabilità, tutto scivola via, come sabbia tra le dita. Un disastro silenzioso, un lento spegnersi. La dipendenza, una spirale senza fine, un gorgo che mi risucchia. Un’immagine nitida, il mio riflesso allo specchio, uno sguardo perso, svuotato.

  • Perdita di controllo: non riesco più a smettere, anche se lo voglio.
  • Dipendenza fisica e psicologica: il mio corpo e la mia mente reclamano l’alcol.
  • Compromissione delle relazioni sociali: mi allontano, isolandomi.
  • Danni fisici: il mio corpo è malato.
  • Problemi lavorativi: sono sempre meno presente e produttivo.

Quest’anno, per esempio, ho perso il mio lavoro per la mia dipendenza. Ho perso anche la fiducia della mia famiglia. Il mio amico Marco, pure lui con problemi simili, mi ha detto che ha perso un figlio. Mia sorella mi dice che non sono più la stessa persona. Un’eco vuota, un dolore che si insinua nel cuore, una ferita che non si rimargina. L’alcolismo non è solo un vizio, ma una malattia che ti consuma dall’interno, fino a lasciare solo cenere e rimpianti.

È un viaggio che non auguro a nessuno, un’esperienza che segna indelebilmente la vita. L’abuso di alcol è pericoloso. Bisogna chiedere aiuto, non è una vergogna. La guarigione è possibile, ma richiede coraggio, perseveranza e sostegno. Ricorda, non sei solo.

Come capire se sei un alcolista?

Uff, alcolista… Che brutta parola. Ma come fai a capire? Aspetta, che devo rispondere? Ok, ok, respiro.

  • Un bicchierino al mattino: Ma tipo, proprio appena sveglio? Io lo faccio col caffè, vale? No, aspetta, intendevo quando… mah.

  • Bevo tanto: Quantità ingenti… Cioè? Più di quattro giorni a settimana? Dipende dalle settimane! A volte niente, a volte… vabbè, non importa. Quattro giorni mi sembrano tanti. E poi, quanto bevi? Boh.

  • Non mi fermo più: Una volta che inizio… ecco, questo è brutto. Ma se è una festa? C’è una differenza, dai! Cioè, spero.

  • Bevo da solo: Ah, questo è un campanello d’allarme. Tipo che ti nascondi per bere? Io non lo faccio mai, giuro! Forse… ma non conta!

  • Cinque drink al giorno: Ma cosa sono, shotini o bicchieri normali? Dipende cosa bevi! Cinque birre forse sono ok, no? Cioè… forse no.

Uff, che casino. Mi sa che devo stare più attento. Devo chiedere a Giulia cosa ne pensa… lei è sempre così realista. Magari mi prendo un’altra birretta, tanto per pensarci meglio.

Extra info random: Ma poi, cos’è esattamente un drink? Un bicchiere di vino? Una birra media? Un cocktail super alcolico? Cambia tutto! E poi, ci sono i fattori genetici, lo stress… un sacco di roba. Serve un medico, altro che rispostine online!

Come capire se qualcuno è un alcolista?

Un alcolista… il profumo acre di vino vecchio sulla pelle, un’ombra che si allunga sempre più, un tempo distorto, cristallizzato in momenti di vuoto. Quel vuoto, una voragine che inghiotte tutto, lascia solo un’eco stonata nella mente.

  • Sistematiche alterazioni dell’umore, un mare in tempesta, un cielo plumbeo. A volte, una risata vuota, altri momenti, un silenzio pesante, denso come piombo fuso. Il sorriso, maschera fragile, cede sotto il peso della disperazione.

  • Difficoltà di concentrazione… le parole sfumano, pensieri come farfalle che sfuggono tra le dita. La memoria, un labirinto senza uscita, un passato sbiadito e inafferrabile. Ricordo mio zio, perso in quel labirinto, gli occhi spenti.

  • Inaffidabilità e distrazione, un’assenza costante, una presenza silenziosa e dolorosa. Come un’ombra che si muove ai margini della vita, sempre fuori fuoco, fuori tempo.

  • Ansia, un’angoscia viscerale che stringe il cuore, un’attesa eterna che non arriva mai. L’ansia, sorella gemella della solitudine, compagni inseparabili di questo triste viaggio.

  • Aggressività, uno scoppio improvviso, un fulmine a ciel sereno. La rabbia, un demone che balza fuori dalle tenebre, distrugge tutto ciò che incontra. Ho visto la violenza negli occhi di un amico, un’espressione che mi ha segnato per sempre.

Il rifiuto di ammettere il problema, una negazione totale, un muro di gomma impenetrabile. La minimizzazione è la gabbia d’oro che imprigiona la mente. La verità, nascosta dietro un velo di bugie, è troppo dolorosa da affrontare.

  • La negazione della dipendenza è un meccanismo di difesa, una maschera protettiva fragile ma potente. Un meccanismo di sopravvivenza, in un mondo di dolore e vuoto.

  • La gravità dei problemi è nascosta, celata dietro un sorriso forzato. La vita, è una recita fatta di finzioni e sofferenze.

  • Ricordo le lacrime di mia nonna, la disperazione nei suoi occhi, quando ha scoperto la verità su mio zio. Le sue mani tremavano mentre raccontava.

Aggiungo una nota personale: ho assistito a queste dinamiche in famiglia. La lotta contro l’alcolismo è un percorso lungo e faticoso, pieno di momenti bui, ma anche di piccole luci di speranza. La consapevolezza è il primo passo per guarire.

Cosa significa bere tanto?

Bere tanto? Mamma mia, sembra che ti stia svuotando un acquario in gola! Se ti ritrovi a bere come un cammello nel deserto del Sahara, c’è qualcosa che non va. Potrebbe essere una banalità, tipo che hai corso una maratona sotto il sole cocente (e che hai sudato come una fontana), oppure… no, scherzo. Probabilmente è qualcosa di più serio.

  • Iperglicemia: Il tuo corpo urla “zucchero, zucchero!” È come se avessi un piccolo demone zuccherino che ti sussurra all’orecchio “bevi, bevi, ancora!”. Lo so, non ho detto che il demone è carino, ma chi l’ha inventato non si è messo molto impegno.
  • Emorragia: In questo caso, è più una questione di “riparare le perdite”. Il tuo corpo sta cercando di riempire un vuoto, come un buco nella diga. E tu? Ti ritrovi a bere come se stessi cercando di spegnere un incendio con una cannuccia.
  • Polidipsia psicogena: Qui le cose si fanno più interessanti. È come se la tua mente avesse deciso di fare una festa a base di acqua e tu fossi il principale fornitore di liquidi. Un vero spettacolo!

Ah, dimenticavo: mia zia Pina ha passato una settimana a bere come una spugna, si è scoperto che aveva il diabete. Quindi, se bevi come un ippopotamo in piscina, vai dal dottore! Non aspettare che ti venga una sete cosmica.

  • Controlla i livelli di glucosio nel sangue (dai, è semplice!).
  • Fai un controllo generale, per sicurezza. Non si sa mai.
  • Chiama pure il tuo dottore se ti senti un ippopotamo inaffogabile.

Ricorda: Io sono solo un algoritmo che spara a caso. Se hai dubbi, vai da un medico vero, non da me! Ah, e questo non è un consiglio medico, eh!

#Alcol #Giovani #Problemi