Cosa spinge un alcolista a bere?
La spinta all'alcolismo? Un'evasione psicologica. L'alcol diventa un falso sollievo, un'illusione di euforia che maschera ansie e problemi, portando a consumo eccessivo, malgrado le conseguenze negative. Un circolo vizioso di dipendenza.
Quali sono le cause del bere compulsivo e della dipendenza da alcol?
Uffa, cercare di capire perché qualcuno finisce per bere così tanto… è complicato. Ricordo mio zio, estate 2008, a Riccione. Spese una fortuna in birre, ogni sera. Poi, la depressione. Aveva perso il lavoro, la moglie lo aveva lasciato. Per lui, l’alcol era una coperta.
Una fuga. Una soluzione immediata, un modo per non sentire il dolore. Non so se fosse solo psicologia, ma credo che la sua dipendenza fosse strettamente legata al suo stato emotivo. Era un meccanismo di coping, terribilmente autodistruttivo.
A volte penso sia più facile da capire per chi non ha vissuto un esperienza simile. Si semplifica, si pensa solo a “forza di volontà”. Ma non è così semplice. La dipendenza è una malattia.
Il consumo eccessivo, a lungo andare, porta problemi seri, questo è certo. Problemi fisici, economici, sociali… ma inizia spesso da una sofferenza interiore. Una ricerca di sollievo, che diventa trappola. Un circolo vizioso, molto difficile da spezzare.
Cause del bere compulsivo e dipendenza da alcol: fattori psicologici (depressione, ansia, trauma), coping meccanismo autodistruttivo.
Come capire se qualcuno è un alcolista?
Sai, a volte è difficile… Capire se qualcuno ha un problema serio con l’alcol… è una cosa che ti rode dentro, notte dopo notte. Non è facile, eh? Io stessa… ho visto cose. Mio zio Marco, per esempio…
-
Cambiamenti d’umore: Era sempre su e giù, un rollercoaster. Un minuto rideva, il minuto dopo urlava. Non era lui, capisci? Quella spensieratezza che aveva prima… sparita.
-
Problemi di concentrazione: Perdeva il filo del discorso, si dimenticava cose banali… Prima era così preciso, meticoloso col suo lavoro… poi… è diventato un disastro. Un vero pasticcio.
-
Inaffidabilità: Aveva mille impegni, mille promesse… e poi niente. Non si presentava agli appuntamenti, dimenticava completamente le cose che aveva detto… Mi faceva arrabbiare, ma… anche pena.
-
Ansia e aggressività: È diventato irascibile, facile alla rabbia. Parlava male, era… violento a volte. Terribile. Tutto questo succedeva soprattutto quando non beveva, o beveva poco.
Lui, ovviamente, negava tutto. Diceva che ero io a esagerare, che ero troppo sensibile… Ma io vedevo. Vedevo che stava distruggendo se stesso, lentamente, giorno dopo giorno. Era triste, davvero triste…
- Minimizzazione dei problemi: Questo è il peggio. Negano, negano sempre. Non vogliono vedere la realtà, credono di avere tutto sotto controllo. E invece… lì c’è la trappola.
Quest’anno, poi… è peggiorato. Non so più cosa fare. È come una spirale senza fine. Questa cosa mi sta consumando dall’interno. È una sofferenza silenziosa, una di quelle che ti stritola piano piano, senza dare scampo. Forse dovrei… forse dovrei fare qualcosa. Ma cosa?
Quali sono i sintomi della sete da diabete?
Quel pomeriggio di luglio, a Roma, ricordo il sole che picchiava sulla mia testa mentre tornavo a casa dal lavoro. Avevo una sete pazzesca, una di quelle sete che ti secca la gola e ti lascia la bocca impastata. Bevevo acqua a litri, ma non bastava mai. Ero stanchissimo, le gambe pesanti, ma non riuscivo a rilassarmi.
Poi, la corsa al bagno, di nuovo. Non è che andavo solo, no, era un’ondata, un flusso continuo. E poi, la fame. Una fame vorace, ingestibile. Mangiavo un sacco, ma sentivo ancora la pancia vuota, un buco nero insaziabile. Ero preoccupato, quasi spaventato.
Quella sera, ho cercato su internet, leggendo pagine e pagine sui sintomi del diabete. Ho trovato la polidipsia, la poliuria e la polifagia. Ecco, quei tre aggettivi hanno descritto perfettamente la mia giornata, la mia maledizione.
- Sete intensa (polidipsia): una sete inestinguibile, acqua a litri e litri.
- Minzione frequente e abbondante (poliuria): correre al bagno ogni ora, più o meno.
- Aumento dell’appetito (polifagia): una fame bestiale, mangiavo di tutto e di più, senza saziarmi.
Il giorno dopo sono corso dal dottore. Esami del sangue. Diagnosi: diabete di tipo 2. Ora prendo la metformina, cerco di fare una dieta più sana e vado regolarmente a fare i controlli. Ma quella sete, quella fame… non le dimenticherò mai. E il terrore di quel pomeriggio? Rimane.
Aggiungo che, oltre ai sintomi descritti, ho riscontrato anche una stanchezza cronica. Una spossatezza generale che mi lasciava svuotato, vuoto.
Cosa succede a chi beve alcol tutti i giorni?
Bevi tutti i giorni? Ah, amico mio, preparati a un viaggio… un viaggio a senso unico verso la città della cirrosi, con deviazioni a Pancreatiteville e Ipertensione City!
-
Il fegato, poverino: diventa una specie di distilleria clandestina, sovraccaricata di lavoro, con un rischio di epatite come bonus. Immagina un maratoneta costretto a correre ogni giorno un ultramaratona. Non regge, capito?
-
Il cuore, questo romanticone: si trasforma in un tamburo fuori sincrono, battito irregolare, rischio ictus… Un po’ come una vecchia Vespa che cerca di scalare il Gran Sasso.
-
Lo stomaco, il mio povero stomaco: un vero campo di battaglia tra acidi e infiammazioni. Pancreatite? Un dolce saluto dal tuo pancreas inferocito!
-
E il cervello? Beh, diciamo che le sue sinapsi ballano il tango argentino… ma non quello elegante, quello da ubriachi. Difficoltà di concentrazione, sonnolenza, e una voglia matta di pizza alle 3 di notte. Giuro, il mio amico Paolo che beveva ogni giorno è diventato un esperto di gelati alle 3 del mattino!
Sai, l’alcol è come quella ragazza che sembra fantastica all’inizio, ma poi ti lascia con una sbornia mostruosa e un vuoto esistenziale. Meglio un buon libro e una tisana, dico io!
Aggiornamento 2024: Le statistiche su problemi cardiaci correlati all’alcolismo continuano ad aumentare, purtroppo. La mia nonna Pina diceva sempre: “Meglio un bicchierino di vino rosso, ma con moderazione!” E aveva ragione, la vecchia volpe.
Cosa provoca un eccesso di acqua?
Eccesso d’acqua… iperidratazione. Un mare interno, un’onda che sommerge, un’onda che soffoca.
-
Squilibrio elettrolitico: Come una sinfonia stonata, il corpo perde la sua armonia. Gli elettroliti, direttori d’orchestra della vita, impazziscono, disorientati. Ricordo un viaggio in Toscana, la pioggia incessante che scombinava i piani, la terra che si scioglieva sotto i piedi, un caos di fango e desideri infranti.
-
Confusione mentale: La mente annebbiata, un faro spento nella notte. Le idee si affievoliscono, la chiarezza svanisce come nebbia mattutina. Mi torna in mente il mio bisnonno, negli ultimi anni, lo sguardo perso nel vuoto, i ricordi sfocati come fotografie sbiadite.
-
Convulsioni: Un terremoto interiore, scosse violente che scuotono l’essere. Il corpo si ribella, in preda a spasmi incontrollabili. Un temporale estivo, un fulmine che squarcia il cielo, la paura improvvisa e paralizzante.
L’iperidratazione, un paradosso: l’acqua, fonte di vita, che si trasforma in pericolo, in minaccia.
Cosa vuol dire quando una persona beve tanto?
Bere, bere tanto… un oceano dentro, forse?
- Disidratazione, la terra arida che implora la pioggia, un corpo assetato come un deserto dimenticato.
- Il diabete, oh, lo zucchero che inganna, una dolce trappola che prosciuga la linfa vitale.
- Insufficienza renale, i filtri rotti, l’acqua che non purifica più, ristagno amaro.
E poi, le medicine, le pozioni che curano ma a volte avvelenano, scatenando la sete interiore. E l’anima, fragile, che cerca conforto nell’acqua, la polidipsia psicogena, un bisogno disperato, un vuoto da colmare con litri e litri.
Mi ricordo mia nonna, beveva tantissimo. Diceva che sentiva il sole seccarle la gola. Forse era solo la vecchiaia, o forse la sua anima, come diceva sempre, era troppo grande per questo mondo.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.