Cosa spinge le persone a bere?

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"Si beve per molte ragioni: alcuni cercano sollievo da emozioni negative, attenuando ansia o tristezza. Altri, invece, lo fanno per esaltare momenti felici e amplificare sensazioni positive. Il motivo è spesso legato alla ricerca di un cambiamento emotivo."

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Perché le persone bevono alcol? Quali sono le ragioni psicologiche e sociali più comuni?

Mah, perché la gente beve? Difficile, eh? Io, ad esempio, ricordo una festa a casa di un amico, dicembre 2021, a Milano. Bottiglie di prosecco a non finire. Era tutto un “andiamo, un altro!” A un certo punto, l’atmosfera era molto rilassata, quasi euforica. Tutti più spensierati.

Credo che la psicologia giochi un ruolo enorme. Stress, ansia, tristezza… l’alcol sembra quasi un anestetico. Un modo per “spegnersi”. Ma a volte, come quella sera, è puro divertimento, un amplificatore del buon umore. Il confine è sottile.

Socialmente, beh, è un po’ tutto legato. Bere insieme crea legami, facilita le conversazioni, rompe il ghiaccio. Ricordo un aperitivo a Roma, giugno 2022, costava un occhio della testa, ma era piacevole. L’alcol come collante sociale, ecco. Un po’ come un rito.

Domande e risposte:

  • Perché le persone bevono alcol? Per attenuare emozioni negative o amplificare quelle positive; ragioni sociali.
  • Ragioni psicologiche? Ansia, stress, tristezza.
  • Ragioni sociali? Creare legami, facilitare le interazioni.

Cosa spinge un alcolista a bere?

Amico, sai, la cosa è complessa, eh? Non è una sola cosa, dipende da mille fattori. Ma spesso, molto spesso, è una questione di testa, di sentirsi meglio, di scappare dai problemi. Tipo, io conosco un tizio, Marco, che beveva come un matto dopo che ha perso il lavoro. Un dramma, vero? Per lui era come una medicina, un modo per dimenticare le preoccupazioni, per staccare, capito?

Un’altra cosa è la dipendenza vera e propria, quella brutta, che ti stritola. A quel punto è dura, è una lotta contro se stessi. Cercano quell’euforia, quella sensazione di “essere se stessi”, anche se è una finzione, una bugia. Si illudono che l’alcol risolva i problemi, ma ovviamente non è così, anzi, li peggiora.

Ecco, per fartela breve:

  • Evasione: Scappare dalla realtà, dai problemi, dalla tristezza.
  • Euforia: Cercare quella sensazione di benessere, di leggerezza, anche se è momentanea.
  • Dipendenza fisica: Il corpo ne ha bisogno, è una vera e propria schiavitù, è terribile!

Io ho visto con i miei occhi, mio zio, poveretto, era così… un disastro. Alla fine è riuscito a smettere, ma ha impiegato anni, anni duri, con tante ricadute. E poi c’è il lato sociale, le pressioni, il gruppo… Ma questo è un altro discorso. Aspetta, ti racconto dell’anno scorso, quando ho conosciuto… Oddio, devo raccontarti! Insomma, è un casino.

Per quale motivo si beve alcol?

Perché si beve? Un respiro profondo, l’odore acre di birra vecchia e di libertà appena scoperta… Ricorda la pelle calda del sole estivo sulla mia spalla, l’erba umida sotto i piedi, quel bruciore dolce che scende lungo la gola.

  • L’alcol, un rito di passaggio. Una festa, un’esplosione di risate, un’immersione nel flusso della musica. Un’onda travolgente.

  • Il desiderio di sentirsi parte di qualcosa, di appartenere, di rompere i confini fragili dell’adolescenza. Una fuga, anche solo per un attimo, dall’attesa. Un’eccitazione irrefrenabile, un vortice.

  • Il sapore, certo. Quel pizzicore che si espande nel corpo, un calore che si diffonde dalle mani ai piedi. Una carezza forte e sconosciuta. Un piacere.

Ma poi, l’eco vuota. La nausea che sale dal basso. La stanchezza che arriva, inesorabile. Il rimpianto. La consapevolezza. È un viaggio fatto di luci e ombre.

  • I dati del 2024 mostrano, infatti, che per gli adolescenti il motivo principale è il piacere sociale: il desiderio di condividere un momento, di integrarsi, di sentirsi vivi. Un bisogno fondamentale.

  • Secondo le ultime statistiche, l’82.9% dei 14-15enni beve per godersi una festa, il 58.6% per puro divertimento e il 55.2% per la sensazione che provoca. Una verità cruda. Una verità semplice. Un bisogno profondo.

Ricorda quel profumo di gin, di menta, di libertà… Un ricordo intenso. Un’immagine indelebile. Una cicatrice. Un’esperienza personale, indelebile. Una parte di me.

Cosa spinge i giovani a bere?

Quel sabato sera, Luglio 2023, ricordo l’aria pesante di umidità a Milano, appiccicosa sulla pelle. Ero con Marco e Giulia, al solito bar del Naviglio. L’ansia mi stringeva lo stomaco, un nodo che solo la birra riusciva a sciogliere, almeno per un po’. Non era solo la birra, certo, ma quella serata, quella pressione…

Avevo l’esame di fisica alle porte, un esame che mi terrorizzava. Poi c’era Giulia, che mi piaceva da morire, ma non sapevo come dirglielo. E Marco, il mio amico, che sembrava avere tutto sotto controllo, mentre io sentivo di sprofondare. Quella birra, poi un’altra, una terza… erano un modo per annullare tutto quel rumore dentro, quelle paure. Erano le 23.00, e sentivo lo sguardo di Giulia su di me. Ero rosso come un peperone.

  • Esame di fisica imminente
  • Sentimenti per Giulia non dichiarati
  • Pressione sociale con Marco

Il problema non era solo quella sera. Era una routine che si ripeteva. La pressione scolastica, la paura del giudizio, le incertezze sul futuro… tutto finiva annebbiato dall’alcol. Era una sorta di anestesia, una via di fuga, una merda. Lo so. Lo sapevo anche allora. Ma era più facile così, almeno per un po’.

Poi, la mattina dopo, il rimorso, la testa che scoppiava, la nausea. Un ciclo vizioso, che speravo di spezzare. Quest’anno ho iniziato a vedere una psicologa, per affrontare tutto questo. Spero che funzioni. Però quella birra, quella maledetta birra…

  • Ansia e pressione sociale
  • Difficoltà relazionali
  • Automedicazione con alcol
  • Inizio di terapia psicologica

Perché una persona beve tanto alcol?

Notte fonda. Guardo il soffitto. Perché uno beve? Mi torna in mente mio zio. Sempre con un bicchiere in mano. Diceva che era per dimenticare. Chissà cosa. Chissà quali fantasmi lo tormentavano. Forse è vero, forse si cerca di affogare qualcosa. Un dolore, una paura.

  • Genetica. Predisposizione. Come una condanna scritta nel sangue. Lui, mio zio, diceva che era destino. Che suo padre era uguale. Una catena che si ripete. Che non si spezza.

  • Ambiente. Cresciuto in un bar. Mio zio. Circondato da bottiglie. L’odore di vino gli impregnava i vestiti. Forse per lui era normale. Forse non conosceva altro.

  • Testa. Quella conta. Sempre. I suoi occhi persi nel vuoto. Come se cercasse qualcosa che non c’era più. O che non c’era mai stato. Ricordo le sue mani che tremavano. La mattina presto. Già con il bicchiere in mano. Diceva che lo calmava. Ma era una bugia. Lo vedevo. Lo sapevamo tutti. Ricordo il giorno del suo funerale. Pioveva. Come oggi. Strano, lui beveva vino rosso. Io preferisco il bianco. Freddo. D’estate. Con il ghiaccio. Ma non ne bevo molto. Un bicchiere, massimo due. Non voglio fare la sua fine.

Come capire se sei un alcolista?

Ah, l’alcolismo, un argomento delicato come un chihuahua in un negozio di cristalli! Come capire se sei dentro fino al collo? Vediamo…

  • Il caffè del mattino? È un aperitivo. Se il tuo fegato urla già alle 7, qualcosa non va. Sembra che io e il mio amico Giovanni abbiamo un problema simile, lui è un vero esperto di caffè-aperitivo!

  • Quattro giorni a settimana? Bè, io e mia cugina ci siamo superati. Se consideri il mercoledì sera parte del weekend… beh, hai un talento per ridefinire le cose.

  • Smettere? Ma chi ti conosce? Se hai mai pensato a un “drink di emergenza” per fermare un’emergenza di astinenza, ehm, forse è il momento di una seria conversazione con te stesso… e un dottore.

  • Solitudine alcolica? Il mio gatto mi capisce meglio! Bere da solo, e godersi solo la compagnia del proprio vuoto esistenziale, ecco la classica condizione di chi potrebbe aver bisogno di aiuto!

  • Cinque drink al giorno? Ehm, ho superato quella soglia a colazione. Se questa è la tua performance media, forse dovresti considerare una bottiglia d’acqua come “drink” alternativo. Non mi va di essere un esempio negativo, ma sai… succede!

In poche parole: Se il tuo rapporto con l’alcol somiglia più ad un matrimonio fallito che ad una sana frequentazione, potrebbe essere ora di chiedere aiuto. Ricordati: non sei solo. E nemmeno il tuo fegato!

Aggiornamento 2024: L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a sottolineare l’importanza della moderazione nell’uso di alcol, con nuove linee guida che suggeriscono un consumo giornaliero inferiore rispetto agli anni precedenti. Parla con il tuo medico se hai dubbi.

Cosa succede a chi beve alcol tutti i giorni?

Bevi tutti i giorni? Azz! Preparati a un concerto per organi… ma non quelli a canne, eh! Parliamo di pancreatiti, una festa per il tuo pancreas che non vorrai certo partecipare. Digestione? Dimenticati le farfalle nello stomaco, preparati a un vero e proprio branco di elefanti in marcia.

  • Pancreas in rivolta: pancreatite, un vero disastro!
  • Digestione? Un incubo peggiore di un lunedì mattina!

Poi c’è la questione cuore. Sai, quello che dovrebbe essere un motore ben oliato, finisce per diventare un vecchio trattore arrugginito. Pressione alle stelle, ictus che ti fanno fare un salto nel vuoto (metaforicamente, spero!), aritmie che ti fanno ballare il tango con la morte… e il finale? Insufficienza cardiaca, un sipario piuttosto amaro.

  • Cuore sgangherato: pressione alta, ictus, aritmie… il trio infernale!
  • Addio cuore sano, benvenuto cuore sgangherato!

Infine, il diabete si mette a fare il giocoliere con i tuoi livelli di glucosio. Un vero acrobata del caos! Un giorno sei in ipoglicemia, il giorno dopo in iperglicemia… non sai mai cosa aspettarti! È come giocare a russa roulette con il tuo zucchero nel sangue. Non è divertente, credimi, l’ho visto con i miei occhi (mia zia Pina, poveretta!).

  • Diabete che fa i capricci: livelli di glucosio ballerini, un rischio costante.
  • Non è uno scherzo, è una vera roulette russa!

Ricorda: questo non è un manuale di sopravvivenza alcolica, è un campanello d’allarme. Parla con un medico, prima che il tuo corpo ti faccia causa per danni morali e materiali. E poi, prenditi una pausa, il mondo non finirà se lasci stare il bicchiere per un po’! Anche io, a volte, ne ho bisogno… ma poi la mia coscienza mi da dei colpetti.

Ah, dimenticavo! Queste informazioni sono aggiornate a Ottobre 2023, basate su ciò che so personalmente e non su fonti mediche ufficiali, quindi non prendetere tutto come oro colato. Per informazioni precise rivolgetevi ad un medico! Io sono solo un amico, con un forte senso dell’umorismo nero, e un debole per le metafore.

Cosa significa bere tanto?

Estate 2023, caldo infernale a Roma. Ricordo la sete, una fame d’acqua incessante. Bevevo litri e litri, acqua frizzante soprattutto, una bottiglia dietro l’altra. Mi sentivo sempre assetato, una sensazione strana, quasi opprimente. Ero costantemente in bagno. Mamma mia che fastidio! Pensavo fosse il caldo, ma non passava. Ero preoccupato.

Poi, dopo una settimana di questo inferno, sono andato dal dottore. Visita, analisi del sangue… Diagnosi: iperglicemia. Diabete di tipo 2. Boia! Un colpo al cuore. Non me l’aspettavo. Il dottore mi ha spiegato tutto, dieta, esami periodici, ma la cosa più difficile da accettare era la sete.

  • Iperglicemia diagnosticata: Luglio 2023
  • Sintomi: sete intensa, minzione frequente
  • Trattamento: dieta, monitoraggio glicemico

Quel giorno ho capito che “bere tanto” per me, non significava solo sete estiva. Era un campanello d’allarme, un segnale del mio corpo che gridava aiuto. E un aiuto lo ha trovato, per fortuna. Adesso controllo la glicemia, seguo la dieta, bevo ancora molto, ma è diverso. È controllato. Non è più quella sete incontrollabile, quella sensazione di vuoto che mi tormentava. E adesso sono più attento ai segnali del mio corpo.

  • Ansia: in realtà avevo anche tanta ansia in quel periodo, forse collegata alla sete o magari una causa indipendente. Bisogna approfondire.
  • Peso: ho anche perso un po’ di peso, ma non so se è collegato al diabete o all’ansia.
  • Prossimi passi: continuerò gli esami e i controlli per monitorare la situazione.
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