Quante tonalità di bianco ci sono?

Quante tonalità di bianco ci sono? Oddio, questa domanda… mi perseguita, sapete? È una cosa che mi sono chiesta mille volte, soprattutto d’inverno, quando guardo dalla finestra. Innumerevoli, sì, è la parola giusta, ma così… banale. Non rende l’idea, no?

Provate a immaginare: il bianco accecante di una giornata di sole di gennaio sulle Alpi. Ricordo una volta, ero piccola, e mio nonno mi portava a sciare… quella neve lì, pura, immacolata, un bianco che ti bruciava quasi gli occhi. Oppure il bianco lattiginoso del latte che mia nonna, poveretta, versava nel mio biberon, caldo e confortante. Due bianchi completamente diversi, vero?

E poi c’è il bianco del gesso, così opaco, quasi polveroso… ricorda le lavagne di scuola, l’odore di gesso, i compiti in classe… un ricordo un po’ amaro, a dire il vero. E la neve fresca, quella che cade di notte e sembra ricoprire il mondo di un velo morbidissimo… uno spettacolo! Un bianco diverso ancora, più soffice, meno intenso.

Più di cento? Mah… forse anche di più. L’ho letto da qualche parte, una statistica o qualcosa del genere, che dicevano che un computer ne poteva distinguere migliaia… ma chi se ne importa davvero delle statistiche! È la sensazione, l’emozione che conta. L’idea che un colore apparentemente così semplice possa nascondere una tale ricchezza di sfumature… è proprio questo che mi affascina. Non è solo bianco, è un mondo intero di bianchi, e forse non li conoscerò mai tutti. E va bene così, no?