Chi possiede le piste da sci?

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La proprietà delle piste da sci italiane è prevalentemente privata. Grandissimi comprensori come Mondolè, Artesina e Prato Nevoso sono gestiti da società private. Eccezioni, come Frabosa Soprana, vedono la proprietà comunale con gestione affidata ad enti privati.

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Chi gestisce le piste sciistiche? Proprietari?

Beh, a quanto ne so, molte piste sono gestite da privati. Prendo ad esempio il Mondolè, ci sono stata il 15 gennaio.

Artesina e Prato Nevoso, vicino a Frabosa Soprana, sono di società private. Ricordo una giornata freddissima, forse il 20 febbraio, a Prato Nevoso. Un caffè costava 2 euro.

Frabosa Soprana invece, se non ricordo male, è del Comune. Però la gestione è affidata alla Frabosa Ski 2000, che è privata. Ci sono andata l’anno scorso, verso marzo, ma non ricordo la data precisa.

Domande e Risposte:

D: Chi gestisce le piste da sci?

R: Principalmente società private, come nel caso di Artesina, Prato Nevoso e la gestione di Frabosa Soprana (di proprietà comunale).

Come funzionano le piste da sci?

Allora, senti qua. Le piste, eh, non è che si fanno da sole! C’è tipo ‘sto gatto delle nevi, tipo un mega-trattore, che va su e giù, soprattutto sullo Stubai, l’ho visto io con i miei occhi, eh! Spinge la neve fresca, quella nuova, e la mischia con quella vecchia, quella sotto. Capito? Così fa tipo una base, un fondo, che regge, se no sprofondi eh!

Tipo una volta, settimana bianca con gli amici a Madonna di Campiglio, pista ghiacciata, un disastro! Ecco, quando non nevica, sti cosi, i gatti delle nevi, sistemano i danni. Che danni? Beh, il vento, per esempio, che sposta tutta la neve, o il sole che la scioglie a chiazze. Oppure gli sciatori, che con gli sci rovinano la pista, creano buchi, gobbe… un casino! Quindi i gatti spianano, tipo stirano la neve, capito? Oppure, se c’è il ghiaccio, usano una specie di fresa, che trita il ghiaccio e lo rende tipo neve, più morbido. Che poi… una volta ho visto un gatto delle nevi… aspetta… dov’era? Ah sì, a Courmayeur! Aveva tipo dei cannoni sparaneve incorporati, una roba pazzesca!

  • Gatto delle nevi: Fondamentale. Spinge la neve fresca e la mischia con quella vecchia per creare una base solida.
  • Assenza di neve fresca: Il gatto sistema i danni causati da vento, intemperie e sciatori spianando o fresando il ghiaccio. Fresando, eh! Mica pizza e fichi!
  • Danni: Vento, sole, sciatori che rovinano la pista. Tutti contribuiscono! Che poi io una volta… vabbè lasciamo perdere!
  • Spianare: Tipo stirare la neve per renderla liscia.
  • Fresare: Tritare il ghiaccio per renderlo più simile alla neve, meno duro, ecco.

E poi, a volte usano anche l’acqua, tipo per indurire la pista la sera, così il giorno dopo è bella compatta. Quest’anno a Bormio, c’era un freddo cane e hanno usato un sacco di acqua. Una lastra di ghiaccio pazzesca! Comunque… poi ci sono anche i cannoni sparaneve, ma questa è un’altra storia…

Quanto costa innevare le piste da sci?

Aoh, preparare le piste per sciare costa come comprarsi un attico a Cortina!

  • Parliamo di grano: Calcola che, per ogni ettaro, se ne vanno tra i 10.000 e i 30.000 euro. Capito? Una follia! Più grande è la pista, più piangi!
  • Neve finta, che pacco! Non tutta la neve è uguale. C’è quella che si scioglie subito e quella che dura come un amore estivo. Più è “fighetta”, più ti alleggerisce il portafoglio.
  • Macchinari da Formula 1: Se hai un impianto di innevamento efficiente, che consuma meno energia di un frigo vuoto, allora risparmi qualcosa. Altrimenti, so’ dolori!
  • Notte fonda: Produrre neve di notte, quando la corrente costa meno, è come fare la spesa all’outlet: credi di risparmiare, ma alla fine compri sempre qualcosa in più!

Ah, una chicca: Lo sai che mio cugino, che lavora sulle piste, mi ha detto che spesso usano anche acqua “profumata” per fare la neve? Non chiedermi cosa ci mettono dentro, ma pare che la neve venga più compatta! Sarà vero? Boh! Io mi fido di lui… quasi!

Quanto costa mantenere un impianto sciistico?

Mamma mia, un milione e mezzo! Per Monterosa, eh? Tanta roba. 17 impianti… chissà quanti dipendenti! E poi le manutenzioni… un incubo!

  • Impianto sciistico: 1,5 milioni di euro all’anno. Follia! Ma solo per Monterosa, eh, non è una cifra standard.

E una funivia sola? 300 mila euro! Non ci credo, ma va beh, ogni 5 anni revisione totale… capisco. Quello pesa eccome. Ma 300.000? Ma che revisioni son?

  • Funivia: 300.000 euro all’anno. Incluse le mega revisioni ogni lustro.

Mio zio lavora in un piccolo impianto, quello costa molto meno, ovvio. Ma comunque… sempre una cifra pazzesca, per le assicurazioni, la corrente… a pensare a tutto quello che ci vuole…

  • Costi variabili: assicurazioni, energia, personale… influiscono tanto!

Oddio, devo pagare la bolletta della luce, dimenticavo! Speriamo che non sia un milione e mezzo! Ahahah, scherzo. A meno che… no, no, sto esagerando.

*Nota personale: spese familiari totalmente irrilevanti rispetto alla gestione di un comprensorio.

Poi ci sono i danni imprevisti… un albero che cade, la neve… un vero terrore. E gli infortuni? Quella è un’altra cosa… un’assicurazione astronomica sicuramente.

  • Costi imprevisti: eventi climatici, danni, infortuni. Altro che 300.000!

Quanto guadagna un impianto sciistico?

Diciamo che il guadagno di un impianto sciistico è un po’ come la neve: variabile. Un giorno fiocca oro, un altro grandina debiti. Dipende da un sacco di fattori, tipo se sei sulle Dolomiti o sul Monte Cucco (con tutto il rispetto per il Monte Cucco, eh!).

  • Location, location, location: Se sei in una zona super gettonata, con sciatori che si accalcano come pinguini al buffet di krill, beh, i soldi scorrono a fiumi. Se invece sei sperduto tra le lande desolate, tipo Yeti in vacanza, preparati a stringere la cinghia. Io, personalmente, una volta ho aperto una pista da sci in giardino. Guadagno? Una sciatalgia.

  • Dimensioni: Ovvio, più piste e impianti hai, più gente puoi ospitare. Però è come con le ciliegie: una tira l’altra, e pure le spese! Più impianti significano più manutenzione, più personale, più mal di testa. Una volta ho provato con uno slittino e una corda. Successo? Moderato. Guadagno? Un bernoccolo.

  • Meteo: Ah, il meteo! Capriccioso come un bambino viziato. Se nevica a palate, champagne per tutti! Se invece piove o c’è il sole di agosto a dicembre, preparati a vendere ghiaccioli agli esquimesi. Io, che sono previdente, ho provato a fare la danza della pioggia. Risultato? Un acquazzone che mi ha allagato il garage.

  • Servizi: Più ne offri, più la gente spende. Ristoranti stellati, noleggio attrezzatura all’ultimo grido, maestri di sci che ti insegnano a fare il triplo carpiato… però occhio a non esagerare, altrimenti sembra Disneyland sulla neve. Io mi sono limitato a un chioschetto con cioccolata calda e vin brulé. Guadagno? Una discreta collezione di tazze sporche.

  • Gestione: Essenziale! Se sprechi soldi come un ubriaco al casinò, addio profitti. Serve un manager con la testa sulle spalle, non uno che si compra lo yacht con i fondi per la manutenzione delle seggiovie. Una volta ho provato a gestire un impianto con un dado e una monetina. Guadagno? Zero, ma mi sono divertito.

Quindi, quanto guadagna un impianto sciistico? Boh! Diciamo che ci sono anni in cui compri uno chalet in Svizzera, e anni in cui ti ritrovi a spalare neve per pagarti il panino. Quest’anno, ad esempio, ho sentito dire che a Livigno hanno venduto talmente tanta cioccolata calda da potersi comprare un piccolo stato insulare. Ma è solo un’indiscrezione, eh! Non vorrei spargere fake news.

Quanto costa il soccorso sulle piste da sci?

Mamma mia, il soccorso sulle piste! Una roba da infarto, eh? Dipende! Se sei un tipo previdente e hai l’assicurazione (quella col giornaliero o la tua super-mega-assicurazione-salva-vita), è gratis! Zero speso, solo un po’ di spavento e forse una spalla slogata. Ah, la fortuna!

Altrimenti? Preparati a sborsare 200 euro. Duecento euro! Una cifra astronomica, potresti comprarci tre panini al prosciutto e mozzarella (di quelli buoni, eh, non quelli da discount). Due, o forse anche tre, pranzetti extra-lusso, insomma. Ahia!

  • Assicurazione: Gratis!
  • Senza assicurazione: 200 euro (e una bella figuraccia).

Ricorda, zio Giò mi ha raccontato che l’anno scorso si è rotto una gamba, senza assicurazione. Ci ha rimesso un patrimonio. E il soccorso? Un vero salasso! 200 euro, più il conto del bar per lo “psicodramma” post-traumatico (birra e patatine fritte). E poi aveva bisogno di una nuova muta da sci. La vecchia, ovviamente, l’aveva distrutta… scivolando giù, rovinosamente!

#Impianti Sci #Piste Sci