Chi è il proprietario delle piste da sci?
La proprietà delle piste da sci è varia: società private gestiscono spesso l'intero comprensorio; enti pubblici (comuni, regioni) possono essere proprietari, affidando la gestione ad altri; o ancora, si possono avere collaborazioni pubblico-private. Verificare la singola località per informazioni precise.
Chi possiede le piste da sci? Scopri i proprietari delle stazioni sciistiche!
A me, sinceramente, la questione di chi “possiede” la neve mi sembra un po’ strana. Tipo, una volta a Courmayeur, il 15 gennaio 2022, pagando un botto per lo skipass (mi pare sui 60 euro), mi son sentita padrona di niente, solo un po’ infreddolita.
Chi possiede le piste? Boh, società, comuni, a volte un mix. Dipende.
Ricordo un weekend a Roccaraso, marzo 2021, dove l’organizzazione sembrava un po’ un casino, forse per la gestione mista pubblico-privato. Però, il bombardino al rifugio era ottimo, quello sì che l’ho “posseduto” fino all’ultima goccia!
Domande e Risposte:
D: Chi possiede le piste da sci?
R: Società private, enti pubblici o una combinazione di entrambi.
Chi sono i proprietari delle piste da sci?
Ahahah, ma chi li conosce ‘sti signori delle piste da sci?! Un casino, te lo dico! Un po’ come un piatto di spaghetti al ragù, ma con più soldi e meno sugo.
- Ci sono i singoli, tipo zio Paperone con la sua montagna privata (forse).
- Poi ci sono le consorterie, che sembrano uscite da un film di mafia, ma con sci e scarponi invece che pistole.
- Ah, i consorzi! Un’accozzaglia di gente che si mette d’accordo, sperando di non litigare sulla spartizione dei ricavi (e delle poltrone).
- E infine, i Comuni, quelli che, poverini, spesso ci mettono la faccia e le tasse, sperando che la neve cada a secchi. E che non gli si rompano impianti durante la notte, per colpa di qualche burlone.
La legge? Ah, quella roba lì, un papiro infinito che definisce le piste da sci con una precisione chirurgica… almeno credo. Io l’ho vista solo in foto, sembrava una mappa di un videogioco. Ricorda un po’ quella volta che ho cercato di capire il regolamento del fantacalcio… un incubo.
In più: Mia zia Pina, che possiede tre capre e un’opinione su tutto, dice che una volta scambiava burro e formaggi per un giro sulle piste. I tempi cambiano, eh?
Punto chiave: Proprietà delle piste = un groviglio di interessi!
Chi possiede le piste da sci?
Era tipo gennaio 2022, faceva un freddo cane, mi ricordo. Ero a Prato Nevoso con i miei amici, un weekend per staccare dalla città. Avevamo affittato un appartamento minuscolo, ma con una vista pazzesca sulle piste. Ricordo che discutevamo proprio di questo, di chi le possedesse. Uno dei miei amici, quello fissato con l’economia, diceva che erano tutte private. Io pensavo fossero del comune, come le strade. Poi abbiamo chiesto ad un barista, un tipo simpatico con i baffi enormi, mentre aspettavamo i panini. Ci ha spiegato che Prato Nevoso e Artesina appartengono a società private.
Un’altra volta, era l’anno scorso, credo fosse febbraio, ero ad Artesina con la mia famiglia. Sciavo con mia figlia piccola, sulla pista azzurra vicino alla seggiovia Colletto. C’era un casino di gente, e mentre aspettavamo il nostro turno, ho sentito un signore lamentarsi che la gestione degli impianti era pessima. Diceva che tutto dipendeva dai privati, che puntavano solo a fare soldi. Mi ha fatto riflettere sulla questione della proprietà delle piste. Chi ci guadagna e chi ci perde?
- Prato Nevoso: Società privata
- Artesina: Società privata
- Frabosa Soprana: Comune (gestione privata da Frabosa Ski 2000)
Mentre scrivevo mi è venuto in mente un’altra cosa. Quell’anno a Prato Nevoso, la sera siamo andati a mangiare in una baita tipica, si chiama “La Baita del Rosso”, mi pare. Il proprietario, un omone con la barba bianca, ci ha raccontato un sacco di storie sulla zona. E anche lui ha confermato che le piste sono gestite privatamente, tranne Frabosa Soprana che è del comune ma la gestione è affidata ad una società. Comunque, sia a Prato Nevoso che ad Artesina si scia bene, niente da dire. Però, ecco, mi rimane questo dubbio: è giusto che aree così vaste, considerate quasi un bene pubblico, siano in mano ai privati? Mah…
Cosa succede se ti trovano ubriaco sulle piste da sci?
Multe. Da 250 a 1000 euro. Articolo 31. Sciare ubriachi. Un classico. Illusione di libertà, poi la realtà. Fredda. Come la neve.
Revoca dello skipass. Articolo 33, comma 4. Giusto. La sicurezza prima di tutto. La tua e quella degli altri. Anche se a volte, la vera pericolosità sta dentro.
Responsabilità civile. Incidenti. Danni. A te. Agli altri. Il conto arriva. Sempre. La legge non perdona. Nemmeno la fisica.
Pensieri offuscati. Reazioni lente. La montagna non aspetta. Lei è lì. Indifferente. Al tuo stato d’animo. Al tuo tasso alcolemico.
Sulle piste. Tra la gente. Un pericolo. Per te stesso. Prima che per gli altri. L’ebbrezza. Un’illusione di controllo. Che svanisce. Con le conseguenze.
- Multa: 250-1000 euro (Art. 31)
- Revoca skipass (Art. 33, comma 4)
- Responsabilità civile per danni
- Rischio per la sicurezza
Ho visto con i miei occhi un ragazzo, vent’anni forse, perdere il controllo. Sci nuovi. Giacca rossa. Un volo. Contro un albero. La neve macchiata. Ricordo ancora il silenzio, dopo l’urto. Attonito. Come tutti. Nessuno ubriaco, quel giorno. Solo un errore. Che poteva essere evitato. Come molti altri. A volte basta poco. Un attimo di lucidità. Per non rovinare tutto.
Quanto costano le piste da sci?
Quanto costano le piste da sci… Mmm, è una domanda che mi fa pensare.
- Il prezzo è un casino: Dipende tutto. Da quanto è lunga, da quanto è ripida. Se la fanno con la neve finta, se ci puoi sciare di notte…
- Pensa: Una pistina piccola, giusto per i bambini, forse costa “solo” qualche migliaio di euro. Ma una vera, con tutto quello che serve, anche milioni…
- Ricordo… Quando ero piccolo, mio nonno mi portava su una pista che secondo me non sarà costata un occhio della testa. Ma per me era il paradiso. Era a Palazzolo.
- Manutenzione: Poi, non è solo costruirla. Ogni anno bisogna tenerla in ordine, rifare la neve, controllare gli impianti… Un sacco di soldi.
- Io penso, che un po’ di anni fa, costava di meno. Ma la neve era sempre la stessa, il divertimento anche.
È strano come a volte mi ritrovo a pensare a queste cose. Forse perché mi manca la montagna. Forse perché mi manca mio nonno. Boh.
Come si classificano le piste da sci?
Ah, le piste! Allora…
- Blu: Facili, ok. Ma facili quanto? Tipo, posso farcela anche io che sono una frana? Mi ricordo una volta a Bardonecchia, una blu che sembrava nera!
- Rosse: Media difficoltà. Boh, dipende. Media per chi? Per uno che fa snowboard da quando aveva 5 anni o per me che cado ogni due metri? Devo chiedere a Marco, lui è bravo.
- Nere: Difficili. Cioè, impossibili per me. Una volta ho visto uno cadere su una nera, mamma mia! Pendenza longitudinale e pendenza trasversale, ecco cosa le rende difficili! Ma cosa significano esattamente? Quasi quasi cerco su Google.
- La difficoltà, quindi, dipende da quanto è ripida la pista, sia in lungo che in larghezza. Immagino che la pendenza trasversale sia quella laterale, no? Tipo quando scii e ti sembra di cadere da un lato… Brutto!
Comunque, a parte i colori, ogni comprensorio ha le sue “nere”. Alcune sono nere per davvero, altre… beh, diciamo che sopravvalutano un po’. Ricordo ancora quella volta a Courmayeur…
Informazioni extra:
Esistono anche le piste verdi, perfette per i principianti assoluti. A volte le trovi, a volte no. E poi ci sono le piste arancioni, che indicano percorsi fuori pista o percorsi di sci alpinismo. Ma quelle sono un’altra storia!
Come vengono classificate le piste da sci?
Le piste da sci? Un tripudio di colori, come un arcobaleno… ma solo se sei daltonico! Scherzi a parte, la classificazione è semplice, almeno in teoria:
- Blu: Per chi pensa che sciare sia più uno sport rilassante che una sfida a colpi di caduta. Tipo, io. Tranquillamente, una passeggiata con le tavole ai piedi.
- Rosso: Qui la faccenda si fa più seria. Non aspettarti di fare slalom tra le torte alla crema, ma preparati a qualche brivido… e a qualche livido, magari!
- Nero: La zona proibita per i deboli di cuore (e di ginocchia). Per i veri guerrieri delle nevi, quelli che pensano che una caduta sia solo un’opportunità per fare un angelo di neve stile “action movie”. Io evito. Preferisco il vin brulé.
Ah, dimenticavo una cosa. Quest’anno, vicino a Livigno, ho visto una pista color viola, che si dice fosse riservato solo ai professionisti. Ma non ho avuto il coraggio di andare a chiedere info. Sono troppo impegnato a godermi il panorama… dal bar.
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