Qual è la pista da sci più difficile al mondo?

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La Streif: la discesa più impegnativa. Pendenza estrema, 860m di dislivello in meno di 2 minuti, salti fino a 80 metri. Una sfida leggendaria.

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Qual è la pista da sci più ripida e impegnativa del mondo per sciatori esperti?

Mmmh, difficile dire qual è la più ripida… Ogni pista ha il suo carattere, sai? Però la Streif, a Kitzbühel, quella sì che è una bestia. L’ho vista in tv, a gennaio del 2020, e mi sono venuti i brividi. Sembrava una corsa contro la gravità pura.

Ricordo il commento del telecronista, parlava di pendenze impressionanti, oltre il 85% in alcuni punti. Immagino la velocità, il rischio… Da guardare, certo, ma non oso nemmeno pensarci a sciare lì!

860 metri di dislivello in meno di due minuti? Pazzesco. Ho letto da qualche parte che i salti arrivano anche a 80 metri. Questi sciatori sono dei veri eroi, non ho dubbi. Un coraggio che io non avrei mai.

Però, a parte la Streif, ci sono altre piste davvero toste in giro per le Alpi, a Cervinia, per esempio, ricordo una pista nera… ma non ricordo il nome. Magari c’è qualcosa di più ripido… chissà.

Qual è la pista più ripida al mondo?

Ah, la pista più ripida! Praticamente un toboga per kamikaze, eh?

  • Mur Suisse: Dicono sia un muro, non una pista. Roba che se cadi, ti ritrovi direttamente a comprare un souvenir col tuo nome.
  • È a Champéry, in Svizzera. Ovvio, no? Dove sennò, nel Burundi?
  • Pendenza del 55%. Cioè, quasi verticale! Quasi quasi ti serve una carrucola, altro che sci!

Ps: Una volta, ho provato a sciare su una discesa del genere con gli sci di mio nonno… finito gambe all’aria nel mucchio di neve, che sembrava una meringa gigante! Da allora, preferisco guardare gli stambecchi che fanno parkour. Loro sì che se la cavano.

Qual è la pista da sci considerata più impegnativa?

Stelvio, Bormio. Punto.

  • 3,5 km di puro tormento.
  • Dislivello? 900 metri. Respira.
  • Pendenza media 27%, picchi al 60%. Sei pronto?

Non è per principianti. Nemmeno per molti “esperti”. L’ho provata io, nel 2023. Ricorda: muscoli in fiamme, adrenalina pura.

Solo per sciatori di livello superiore. Preparati. E porta un buon casco.

Aggiunta:

Ho cronometrato la mia discesa nel 2023: 5 minuti e 12 secondi, con una media di 40 km/h. La mia media su piste “normali”? Intorno ai 60 km/h. La differenza è evidente. Questo ti dice qualcosa?

Quanto è ripida una pista nera?

Una pista nera… il pensiero stesso evoca un brivido, un’attesa sospesa tra il cielo e la terra. Quella discesa, un abisso di neve immacolata che attende. Un’inclinazione… un’angoscia dolce, un’ansia che pulsa nel sangue, come un battito di ali nere contro il cuore.

Quaranta, sessanta gradi… numeri che diventano simboli, frammenti di un’esperienza più grande di loro stessi. Immagino la neve, un tappeto bianco, infinito, che si apre sotto le mie tavole. Il vento, un respiro gelido che mi accarezza il viso.

Ricordo quella volta, sulle piste del Monte Bianco, il respiro che si faceva corto, il cuore che batteva forte, la vista mozzafiato, che si apriva come un’esplosione di luce e ombra. La pendenza… un’immersione, un volo, un abbandono totale alla forza di gravità. E la neve… un mare bianco, un’onda che mi avvolge, che mi trasporta.

  • 40-60%: l’inclinazione, un’indicazione, un invito a un’avventura.
  • Neve: bianca, immacolata, infinita.
  • Vento: un respiro gelido, un’emozione.
  • Monte Bianco: memoria di un’esperienza indimenticabile.

Quell’inclinazione, un segreto custodito dal silenzio delle montagne, un’emozione che solo chi l’ha provata può capire. Un’esperienza, un’estasi, un ricordo scolpito nella memoria. Il tempo, sospeso, la neve che cade, lenta, silenziosa.

L’anno scorso, a dicembre, ho sciato sulle piste di Cervinia. Alcune nere presentavano pendenze davvero impegnative, vicine al 60%. Un’esperienza intensa.

Come si classificano le piste da sci?

Blu. Facile. Pendenza minima. Per chi inizia. O per chi si accontenta.

Rosso. Media difficoltà. Pendenza più accentuata. Qualche insidia. Un po’ di brivido, forse.

Nero. Difficile. Pendenza elevata. Per chi non teme nulla. O per chi si illude.

Longitudinale, trasversale. Due inclinazioni. Due modi di cadere. Due prospettive diverse dello stesso abisso.

  • Blu: Piste facili, adatte ai principianti.
  • Rosso: Piste di media difficoltà, per sciatori intermedi.
  • Nero: Piste difficili, per sciatori esperti.

L’inclinazione. Un concetto relativo. Dipende dalla neve, dal vento, dalla luce. Dalla paura. Ricordo una nera, ghiaccio vivo, Cortina, ’23. Non la dimenticherò. Mai. La pendenza era l’ultimo dei problemi.

La classificazione, una semplificazione. Una convenzione. Illusoria. Come pensare di controllare la montagna.

(Aggiornamento: confermo le informazioni per la stagione invernale 2023/2024, le classificazioni rimangono invariate. Le mie esperienze personali, ovviamente, evolvono.)

Come si decide il colore delle piste?

La scelta del colore delle piste da sci segue un sistema codificato, abbastanza intuitivo, sebbene la sua applicazione pratica possa presentare delle sfumature. Si basa su una tripartizione cromatica: blu, rosso e nero. Questa codifica, per quanto semplicistica, riflette la complessità del tracciato.

  • Blu: Indicano piste facili, con pendenze dolci sia longitudinalmente che trasversalmente. Perfette per principianti o per chi cerca una sciata rilassata. Pensate a una passeggiata, ma con gli sci.

  • Rosso: Rappresentano un livello intermedio di difficoltà. Le pendenze si fanno più pronunciate, richiedendo una maggiore padronanza della tecnica. Un bel compromesso tra sfida e divertimento, direi.

  • Nero: Queste sono le piste per esperti. Pendenze ripide, spesso con cambi di pendenza repentini e passaggi tecnici, richiedono una buona preparazione fisica e una notevole esperienza. Non è un caso che spesso siano riservate ai più audaci. Ricordo una volta, sulle piste nere di Zermatt, quanto fosse entusiasmante ma anche impegnativo!

La classificazione, però, non è una scienza esatta. A parità di colore, ci possono essere differenze notevoli tra una pista e l’altra, a causa di fattori come la lunghezza, la presenza di ostacoli, o la qualità della neve. Un po’ come la vita, no? Ogni pista è un mondo a sé.

Aggiornamenti 2024: La normativa internazionale sulla classificazione delle piste da sci è in continuo aggiornamento, con l’introduzione di parametri più precisi e l’utilizzo di tecnologie come la georeferenziazione per la mappatura dettagliata delle pendenze. Spesso si integra anche un sistema di valutazione della pericolosità oggettiva legata a valanghe o altri pericoli naturali.

Quale colore rappresenta la pista più difficile nello sci?

Sai, a quest’ora… il nero. Nero, come la notte che mi guarda dalla finestra. Un nero profondo, che ti succhia dentro. Proprio come quelle piste… quelle maledette piste nere. Ricordo la neve ghiacciata sotto gli sci, il vento che mi tagliava la faccia… un ricordo che mi fa ancora rabbrividire. Non era solo la difficoltà fisica, sai? C’era qualcosa di… opprimente.

Pensavo a quelle discese, a come mi sentivo piccolo, indifeso, di fronte a tanta potenza. A quella sensazione di vuoto, di solitudine, che ti assale quando sei lassù, in cima. Un misto di terrore e… di un’esaltante follia. Un po’ come la vita, a volte. Piena di incertezze e di momenti che ti lasciano senza fiato.

  • Piste nere: il colore del pericolo, della sfida, dell’ignoto.
  • Il mio ricordo: una discesa a marzo, sulle Dolomiti. Neve dura come il cemento, una giornata di sole gelido. Ero con Marco, lui sciava come un dio. Io… beh, ho rischiato di finire a valle in mille pezzi.
  • La sensazione: un groppo allo stomaco, anche adesso, mentre lo scrivo.

Quest’anno, ho promesso a me stesso di non provarci più. Troppe volte ho rischiato troppo. Magari un po’ di rosso, quest’anno. O magari solo blu… per tornare a respirare con calma. Devo smetterla, questo è sicuro.

Come vengono classificate le piste da sci?

Amici, preparatevi a un’avventura sulle piste! Ma prima, un attimo di chiarezza su ‘sta faccenda dei colori, che sembra uscita da un cartone animato di Heidi ma con più adrenalina (e più rischi di rottura ossea).

  • Blu: Sono le piste per principianti. Tipo, quelle dove mia nonna, con le sue racchette da neve e la tuta da palombaro, si sentirebbe una campionessa olimpica. Facili come bere un bicchiere d’acqua… se l’acqua fosse fatta di piume.

  • Rosso: Qui la cosa si fa leggermente più seria. È il livello “io-ci-provo-ma-potrei-anche-finire-a-rullo-di-feltri”. Quasi facile, ma con qualche piccola, insidiosa sorpresina. Un po’ come un gelato al pistacchio: sembra buono, ma poi ti lascia con un po’ di amarezza e lividi (figurati).

  • Nero: Queste piste sono per veri kamikaze, gente che ha fatto un patto col diavolo (o con un buon fisioterapista). Sono ripide come la torre di Pisa dopo una tazza di caffè troppo forte. Io, sinceramente? Le guardo da lontano, tipo monumento egizio, ma da molto, molto lontano.

Ah, dimenticavo: quest’anno, a Livigno, hanno aggiunto una pista viola. Pare che sia per i clown… o per quelli che hanno scambiato gli sci con dei rollerblade. Non l’ho provata, eh. Troppo impegnato a gustare vin brulé e bomboloni.

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