Cosa divide Langhe e Roero?

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Antica attività fluviale rimodellò il paesaggio piemontese. Circa 250.000 anni fa, un fiume, tramite erosione, deviò il Tanaro verso Alba-Asti. Questa deviazione, conseguenza di ripetute inondazioni, definì la separazione geografica tra Langhe e Roero.
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Il Fiume Fantasma che Scolpì Langhe e Roero

Langhe e Roero, due nomi che evocano immagini di colline sinuose, vigneti ordinati e borghi medievali arroccati. Due territori uniti da una profonda vocazione vitivinicola, ma divisi da un confine sottile, inciso nella terra da un antico protagonista: un fiume ormai scomparso. Non si tratta di una semplice linea sulla carta, ma di una vera e propria cicatrice geologica che racconta una storia antica di circa 250.000 anni, un’epoca in cui il paesaggio piemontese era radicalmente diverso da quello che conosciamo oggi.

La chiave per comprendere questa divisione risiede nell’attività erosiva di un antico corso d’acqua, un fiume “fantasma” che scorreva dove oggi si estendono le colline del Roero. Questo fiume, attraverso ripetute inondazioni e un lento ma incessante lavoro di scavo, deviò il corso del Tanaro, spingendolo verso sud-est, nella direzione di Alba e Asti. Un cambiamento epocale che rimodellò l’intera area, dando origine alla configurazione geografica attuale.

Prima di questo evento, Langhe e Roero erano un unico blocco geologico. L’azione del fiume fantasma, erodendo le sabbie e le argille più friabili del Roero, creò una valle fluviale che progressivamente si allargò, isolando le Langhe e dando al Roero la sua caratteristica morfologia di canyon, “roccaforti” sabbiose e ripidi pendii che si affacciano sul Tanaro.

Questa antica deviazione fluviale non ha solo definito la separazione geografica tra le due zone, ma ha anche influenzato la composizione dei terreni. Le Langhe, composte prevalentemente da marne calcaree e argille compatte, presentano terreni più pesanti e ricchi di minerali, ideali per la coltivazione di vitigni come il Nebbiolo. Il Roero, invece, caratterizzato da sabbie, arenarie e conglomerati, offre terreni più leggeri e permeabili, perfetti per vitigni come l’Arneis e il Nebbiolo, che qui acquisiscono caratteristiche uniche e distintive.

Pertanto, il confine tra Langhe e Roero non è una semplice divisione amministrativa, ma il risultato di un processo geologico millenario. Un fiume fantasma, scomparso da tempo, ha scolpito il paesaggio, plasmando i terreni e influenzando la vocazione vitivinicola di due territori oggi famosi in tutto il mondo. Un’ulteriore testimonianza di come la storia geologica di un luogo possa influenzare profondamente il suo presente e il suo futuro.