Dove si coltiva prevalentemente la vite?
La vite è coltivata prevalentemente in Europa e nella zona caucasica, lungo la fascia compresa tra i 30° e i 50° di latitudine nord. Quest'area include paesi come Spagna, Italia, Grecia, Francia, Germania e zone del Medio Oriente e del Caucaso.
Dove si coltiva la vite in Italia e nel mondo? Regioni principali?
Allora, dove si coltiva la vite? Domanda da un milione di dollari!
Praticamente ovunque in Italia, no? Cioè, forse in Valle d’Aosta meno, ma penso pure lì fanno qualcosa.
Poi, a livello mondiale, mi viene in mente subito la Spagna, la Francia, ovviamente. E mi ricordo che una volta ho letto che pure in Tunisia fanno vino, ma non so dirti che roba viene fuori.
Un’altra zona che mi pare importante è il Medio Oriente, tipo Libano e Israele, ma lì onestamente non sono espertissimo. Ah, e il Caucaso, l’Armenia… mamma mia, che storia il vino lì!
Domande & Risposte:
- Dove si coltiva la vite in Italia? Principalmente in tutte le regioni, con concentrazioni maggiori in Toscana, Veneto e Piemonte.
- Dove si coltiva la vite nel mondo? Principalmente in Europa (Spagna, Francia, Italia, Germania), Nord Africa (Tunisia), Medio Oriente (Libano, Israele) e nella zona del Caucaso (Armenia).
- Quali sono le regioni principali di coltivazione? In Europa e nella zona caucasica, l’intervallo 30-50° nord include a sud la Spagna, la costa nord della Tunisia, l’Italia, la Grecia, il Medio Oriente (Libano e Israele) e nel Caucaso l’Armenia. A nord la Francia, la Germania e il sud dell’Inghilterra.
Dove si coltiva la vite nel mondo?
Amico, ma sai che la vite la trovi un po’ ovunque, eh? Però, diciamo che i posti top sono:
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Europa e zona Caucasica: eh si, qui è nata praticamente! Pensa che si parla di una fascia tra i 30 e i 50° Nord.
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Spagna: a sud, tanto sole e buon vino!
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Tunisia (costa nord): non ci crederai, ma anche qui si coltiva la vite!
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Italia e Grecia: i classici, no? Vino e storia a gogò.
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Medio Oriente: precisamente Libano e Israele, una sorpresa!
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Armenia (Caucaso): ecco, nel Caucaso c’è l’Armenia che fa dei vini pazzeschi, te lo dico io!
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Francia e Germania: a nord, il clima è più fresco, ma i vini…che vini!
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Inghilterra (sud): incredibile ma vero, anche gli inglesi fanno il vino, pensa un po’! Ma non è che mi faccia impazzire, a dire la verità.
Poi vabbè, ci sono anche altre zone tipo in America, in Australia, ma diciamo che il cuore della produzione rimane sempre qui, in queste zone che ti ho detto. Mio nonno mi raccontava sempre che… no vabbè, forse è meglio che la smetto! 😀
Dove si può coltivare la vite?
Vite? Clima temperato, inverni miti, estati calde e asciutte. Punto.
Terreno? Ben drenato. Non fertile, preferibilmente. Capito?
Dove? Mediterraneo, certo. California, Sudafrica, Australia. Sud America, pure. Ma anche più a nord, ora. Clima cambia.
- Mediterraneo
- California
- Sudafrica
- Australia
- Sud America (parti)
- Aree settentrionali (in espansione)
Mia nonna a Bolgheri, Toscana, coltivava Sangiovese. Terreno argilloso, ma drenante. Sole a palate. Vendeva a un grossista fiorentino. Ricordo bene il profumo di mosto.
Dove viene coltivata la vite in Italia?
Sai, a quest’ora… la testa è piena di pensieri, e uno di questi è proprio il vino. Dove lo coltivano, tutta ‘sta roba buona? Ecco, mi viene in mente…
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Il Sud, un mare di viti. Puglia e Sicilia, soprattutto. Quasi la metà del totale, diciamo. Ci sono giornate che ho visto la vigna, sotto il sole cocente, da mio nonno… un ricordo.
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Poi, il Nord, più o meno un terzo. Veneto, soprattutto. Ricordo le colline, verde intenso, viste dalla macchina di ritorno dalle vacanze…
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Il Centro, più sparso. Toscana, certo, ma anche altre zone. Un po’ meno vigne rispetto al Nord e Sud, ma in ogni caso belle e importanti. Mi piacerebbe andarci un giorno, perché no? A questo penso adesso… con un bicchiere di vino…
Ecco, ho detto tutto. Non sono un esperto eh, ma queste cose le ricordo dai miei viaggi, dai racconti di mio nonno, da quando studiavo agronomia. Sai, cose che ti restano impresse.
- Dati 2024 (stima): Questi dati sono basati su stime e non sono cifre precise, perché cambia molto da anno in anno. Il vino. È una cosa… fragile.
- Influenze climatiche: Quest’anno, per esempio, la siccità ha colpito diverse zone, influenzando la produzione. Non so, potrebbe esserci un po’ meno vino quest’anno.
- Varietà di uva: Ogni zona ha le sue varietà, eh. Questo incide molto sul tipo di vino che viene prodotto. Chiaramente.
Come si classificano i vitigni?
Vitigni? Semplice. Tre gruppi:
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Aromatici: Moscato, alcune Malvasie, Brachetto, Traminer. Aromi marcati, primari. Punto.
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Semi-aromatici: Profumi più tenui. Meno intensi dei primi. La gamma è più vasta. Ma meno incisivi.
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Neutri: Profumo scarso, quasi nullo. Base per grandi vini. Spesso usati in blend.
Oltre 5000 vitigni. Numeri approssimativi, cambiano sempre. Quest’anno, ho lavorato con un’azienda che si concentra su Sangiovese e Cabernet Sauvignon. I loro studi approfonditi sui vitigni locali sono stati fondamentali. L’analisi sensoriale, chiave.
Note personali: Ho un debole per i vitigni aromatici. Il loro carattere forte mi affascina. Studiare le loro peculiarità è stimolante.
Quali sono i vitigni internazionali?
Ah, i vitigni internazionali, la crème de la crème dell’uva, i jet-setter del grappolo! Eccoti servito, con un pizzico di pepe:
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Cabernet Sauvignon: Il re indiscusso, un po’ come il vicino di casa che si crede George Clooney. Lo trovi ovunque, dal Cile alla California. Robusto, tannico, fa il piacione con i sommelier.
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Merlot: Il fratello più morbido del Cabernet, quello che ti abbraccia invece di darti una pacca sulla spalla. Un po’ meno pretenzioso, ma sempre elegante.
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Syrah (o Shiraz): Speziato, intrigante, un po’ selvaggio. Come un attore francese con la barba incolta. Sa farsi ricordare.
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Chardonnay: La starlette che cambia look ogni stagione. Leggero e fresco o burroso e opulento, a seconda di dove cresce e di chi lo vinifica. Un vero trasformista.
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Grenache: Caldo, fruttato, generoso. Come una nonna del sud che ti offre sempre il bis. Ottimo da solo o in blend, un jolly.
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Pinot nero: L’uva diva, difficile da accontentare, ma quando è felice ti regala emozioni uniche. Un po’ come cercare parcheggio a Milano.
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Sangiovese: Scusa, ma questo è il principe di Toscana, mica uno qualsiasi! Non lo menzionerei tra i vitigni internazionali, è troppo orgoglioso! Lui è proprio italiano!
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Montepulciano: Robusto e generoso, come la cucina della nonna. Un vino sincero, senza fronzoli.
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Glera: La frizzantina che ci mette allegria! Senza di lei, niente Prosecco, e senza Prosecco, che party sarebbe?
Quali sono i vitigni più tannici?
Ah, i vitigni tannici! Roba da far arricciare la lingua e sentire quella sensazione di “carta vetrata” in bocca, no? Eccotene alcuni, pronti a sfidare le tue papille gustative:
- Sagrantino: Umbro doc, un vero concentrato di tannini. Ti consiglio di abbinarlo a una fiorentina, giusto per una sinfonia di sapori forti. Un po’ come me quando cerco di spiegare la differenza tra Merlot e Cabernet Sauvignon: un dramma!
- Aglianico: Il “Barolo del Sud”, mica pizza e fichi! Se cerchi un vino che ti faccia sentire potente, questo è quello giusto. Un po’ come quando riesco a parcheggiare al primo colpo… succede raramente, ma quando succede!
- Nebbiolo: Re delle Langhe, aristocratico e un po’ snob. I suoi tannini ti fanno capire subito che non stai bevendo una bibita. Un po’ come quando la mia vicina di casa mi corregge l’accento inglese… sempre gentile, eh, ma senti che frecciata?
- Cabernet Sauvignon: Il globetrotter dei vitigni rossi. Lo trovi ovunque, e ovunque ti regala una bella dose di tannini. Io lo uso anche per lucidare le scarpe, no scherzo!
Altri duri da non sottovalutare: Tempranillo, Mourvèdre, Syrah. Insomma, se ami i vini “che si fanno sentire”, hai solo l’imbarazzo della scelta!
Curiosità: I tannini sono dei polifenoli presenti nella buccia, nei vinaccioli e nei raspi dell’uva. Conferiscono al vino quella sensazione astringente e contribuiscono alla sua longevità. Più tannini ci sono, più il vino invecchia bene (e più ti fa venire voglia di mangiare un bel pezzo di formaggio stagionato). Io li adoro, ma non ditelo alla mia dentista!
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