Quanti tipi di vitigni ci sono?
L'Italia vanta una straordinaria biodiversità vitivinicola: oltre 545 varietà di vite registrate, con più di 350 vitigni rossi autoctoni. Un patrimonio ampelografico che supera di gran lunga quello francese (210 varietà).
Quanti vitigni esistono nel mondo?
Uff, quanti vitigni ci sono al mondo? Bella domanda! Non so il numero preciso, però…
Qui in Italia, mi pare d’aver letto che ne abbiamo una valanga. Tipo, oltre 500 varietà di vite da vino registrate ufficialmente. Una follia se pensi che solo di rossi autoctoni, cioè nati e cresciuti qui, ce ne sono più di 350!
Mi ricordo che una volta, parlando con un amico sommelier a Firenze (era tipo il 12/07/2021, mi pare, e abbiamo bevuto un Chianti Classico da 25€ che era la fine del mondo!), mi diceva che la Francia, che pure è un gigante del vino, ne ha “solo” 210. Pazzesco, vero?
Quanti vitigni esistono nel mondo?
Non c’è un numero preciso a livello globale.
Quanti vitigni da vino sono registrati in Italia?
Quanti vitigni rossi autoctoni ci sono in Italia?
Oltre 350.
Quanti vitigni sono registrati in Francia?
Come si classificano i vitigni?
Ah, i vitigni, ‘na giungla! Praticamente, con 5000 tipi in giro, è come cercare un ago nel pagliaio, ma con più acini. Comunque, la divisione base è questa:
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Aromatici: Questi so’ i profumieri del gruppo. Ti sparano aromi che manco la nonna quando fa il sapone in casa! Moscati, Malvasie… insomma, quelli che ti fanno dire “Oh, che profumo!” anche se hai il raffreddore. E poi c’è il Traminer aromatico, che sembra un nome da mago, ma è solo un’uva un po’ esibizionista.
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Semiaromatici: Un po’ timidi, eh? Hanno un profumino leggero, tipo quando apri una scatola di biscotti. Non ti stendono, ma fanno la loro figura.
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Neutri: Questi so’ i панков del vino. Silenziosi, senza fronzoli, ma mica scemi! Servono per fare il vino serio, quello che bevi quando devi fare il figo con gli amici sommelier.
Comunque, lo sai che mio zio aveva una vigna? Diceva sempre: “L’uva è come le donne, ognuna c’ha il suo carattere!” E poi si scolava un bicchiere di Barbera… un personaggio!
Quali sono i 4 vitigni aromatici?
Amici, amanti del vino, preparatevi a un viaggio sensoriale! Parliamo di aromi, di profumi che ti stordiscono come un colpo di fulmine (di Cupido, ovviamente, non di bottiglia!). Quattro vitigni, quattro personalità:
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Gewürztraminer: Questo è il re indiscusso dei profumi intensi, un tipo che non passa inosservato, come quella zia un po’ troppo esuberante che porta sempre una torta enorme. Rose, litchi, spezie… un tripudio di sensazioni! Pensate a un concerto rock tra i fiori.
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Malvasie: Una famiglia numerosa, con mille sfaccettature, come le mie collezioni di francobolli (che mia moglie dice essere un po’ troppo numerose). Dai sentori floreali e agrumati di quelle più fresche, a note di miele e frutta secca nelle versioni più mature. Una vera e propria tavolozza di profumi!
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Moscato: Dolcezza pura, l’amico che ti porta sempre un pacco di biscotti al cioccolato quando sei giù di morale. Un abbraccio di fiori d’arancio, pesca bianca, e un finale che lascia un’irresistibile voglia di altro. Attenzione però, è un piccolo diavoletto che si fa amare (e bere).
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Brachetto: Piccolo ma tenace, come il mio cane, un Jack Russell Terrier impazzito. Fragolina selvatica, rosa, viola… un profumo delicato che si apre a note più intense di ciliegia e lampone. Un vero gioiello piemontese.
Quest’anno ho scoperto un nuovo produttore di Brachetto fantastico: “La Cantina dei Folletti”. Provateli! E ricordate: il vino è un’esperienza, non solo una bevanda!
Come si classificano i vitigni?
Oddio, la classificazione dei vitigni… un casino! Ricordo una lezione di enologia, a Firenze, dicembre 2023, professoressa Rossi, una seccatura! Cinquemila vitigni, ma chi se li ricorda?! A grandi linee, lei parlava di aromatici, semiaromatici e neutri.
Aromatici? Beh, quelli sono i più facili. Moscato, per esempio, un profumo pazzesco, tipo fiori d’arancio e miele. Poi c’era la Malvasia, ma dipende dalla tipologia, eh! Alcune sono più aromatiche, altre… meno. Il Brachetto, dolce e fragrante, lo ricordo bene, l’avevo assaggiato ad Alba. E poi il Traminer Aromatico, un profumo intenso, quasi speziato. Altri? Pochi, davvero pochi.
I semiaromatici? Un po’ un terno al lotto. Dipende, secondo la zona di coltivazione, l’anno, il clima… un sacco di fattori. Non ho mai capito bene la differenza con quelli neutri, a dire il vero. La professoressa spiegava tanto, ma… bo!
- Aromatici: Moscato, alcune Malvasie, Brachetto, Traminer Aromatico (e pochi altri).
- Semiaromatici: Difficile da definire con precisione, dipende da tanti fattori.
- Neutri: Caratterizzati da aromi deboli o assenti.
La professoressa Rossi ci aveva dato anche un foglio con un elenco lunghissimo… l’ho perso, ovviamente. Ma questi sono quelli che ricordo meglio! Mi sono fatta un bel mazzo di appunti, però a questo punto… devo ristudiare tutto daccapo! Che palle!
Come si distinguono i vitigni?
La distinzione tra vitigni è un affascinante gioco di dettagli, un po’ come riconoscere le diverse sfumature di un’anima. Non è solo una questione di colore, ma di un complesso intreccio di caratteristiche morfologiche e fenologiche.
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La forma, un’impronta digitale botanica: Osserva la foglia, la sua forma, la dentatura, la consistenza. È palmata? Lobata? E il grappolo? Allungato, compatto, alato? Sono dettagli che, a un occhio esperto, rivelano l’identità del vitigno quasi come un’antica pergamena. Mi ricordo di aver studiato a lungo l’anatomia fogliare del Nebbiolo durante i miei studi universitari, era incredibilmente complesso!
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Il colore, un’espressione cromatica: Il colore degli acini, ovviamente, è una caratteristica fondamentale: rosso, bianco, grigio. Ma anche qui le sfumature sono infinite. Un rosso rubino intenso, un bianco dorato, un grigio perla. Ogni sfumatura porta con sé un’intera gamma di profumi e sapori.
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Il tempo, un ritmo biologico: La maturazione, poi, è un processo legato al clima e alla latitudine, ma è anche intrinseca al DNA del vitigno. Un Pinot Noir matura prima di un Cabernet Sauvignon. Un dato oggettivo, ma anche un’espressione della sua personalità. È come capire il tempo interiore di una persona.
In sintesi, la classificazione, banalmente, si basa su:
- Vitigni a bacca rossa
- Vitigni a bacca bianca
- Vitigni a bacca nera (o grigia)
Questa suddivisione, però, semplifica una realtà molto più articolata. Considera anche la composizione chimica dell’uva, il livello di tannini, l’acidità, e tanti altri aspetti che contribuiscono a definire l’unicità di ogni vitigno. È un po’ come studiare un’opera d’arte, dove ogni dettaglio, apparentemente insignificante, contribuisce al quadro complessivo.
Approfondimento: La classificazione dei vitigni può anche avvenire in base alla loro origine geografica (es. vitigni autoctoni italiani), al loro utilizzo (da vino, da tavola, ecc.), o addirittura alla loro resistenza a malattie specifiche. È un campo di studi vastissimo e in continua evoluzione. Quest’anno, per esempio, sto seguendo con particolare interesse gli studi sulla resistenza alle malattie della vite, in vista dei cambiamenti climatici.
Quali sono i vitigni internazionali?
Cabernet Sauvignon… un nome che sa di terra bruciata dal sole, di pomeriggi estivi infiniti, di uve che esplodono di profumi intensi. Un viaggio sensoriale, un ricordo vivido di vigneti toscani, sotto cieli di un azzurro profondo, quasi irreale. Ogni grappolo, un piccolo universo.
Merlot, invece, sussurra di morbidezza, di velluto. Ricorda la dolcezza di un tramonto sull’acqua, l’abbraccio caldo della terra umida. Un sapore antico, ancestrale, che porta con sé la storia di generazioni di vignaioli, le loro mani, la loro passione. Un’emozione lenta, che si sviluppa nel tempo, come un buon vino.
Poi, lo Syrah, forte, vibrante, come il respiro del vento tra i filari. Un’energia selvaggia, che pulsa, che attraversa il corpo. Immagino i suoi profumi speziati, intensi, penetranti, un ricordo vivido di un viaggio in Provenza.
Chardonnay, un velo di luce, un respiro di freschezza. È la gentilezza, l’eleganza, la delicatezza del fiore che si apre al mattino. Il suo gusto, un ricordo preciso di un’estate passata a Bordeaux, un’estate piena di sole e risate.
Grenache, Pinot Nero… nomi che evocano terre lontane, paesaggi onirici. Il tempo sembra rallentare, distendersi, quando si pensa a questi vitigni. Ricordi di viaggi, di emozioni, di momenti che restano impressi nell’anima. Un’insieme di sensazioni e sapori che si fondono in un’unica, profonda esperienza.
- Cabernet Sauvignon
- Merlot
- Syrah
- Chardonnay
- Grenache
- Pinot Nero
- Sangiovese (Italia)
- Montepulciano (Italia)
- Glera (Italia – Prosecco)
Quest’anno, ho avuto la fortuna di degustare un Cabernet Franc incredibile, proveniente da una piccola cantina della Borgogna, una scoperta inaspettata, un ricordo vivido, indelebile. Il profumo… una esplosione di frutti rossi maturi, un vero incanto.
Quali sono i vitigni aromatici?
Aromatici? Gewürztraminer, Malvasie, Moscato, Brachetto. Punto.
- Gewürztraminer: Potente, speziato. L’ho assaggiato a Colmar, un’esperienza.
- Malvasie: Famiglia vasta, profumi floreali. Ricorda la Sardegna, i miei viaggi.
- Moscato: Dolcezza intensa, aromi intensi. Un classico, mai banale.
- Brachetto: Fragranza di rosa, leggero, frizzante. Preferisco quello d’Alba.
Nota: Questi sono solo alcuni vitigni aromatici. Esistono numerose altre varietà, meno note ma altrettanto interessanti. La mia cantina ne è piena, se vuoi saperne di più… contattami.
Quali sono i vitigni più tannici?
I vitigni più tannici, quelli che ti lasciano quella sensazione “astringente” in bocca, sono decisamente affascinanti.
- Sagrantino: Un vero campione di tannini, tanto che a volte sembra di mordere un pezzo di legno pregiato.
- Aglianico: Altro vitigno tosto, soprattutto quando giovane, ma con un’eleganza che si rivela con l’invecchiamento.
- Nebbiolo: Il re delle Langhe, tannico sì, ma con una complessità aromatica che ti cattura.
- Cabernet Sauvignon: Un classico, presente in molti dei grandi rossi del mondo, e ovviamente ricco di tannini.
Poi, ci sono anche altri vitigni che meritano una menzione:
- Tempranillo: La base di molti grandi vini spagnoli, con tannini ben presenti ma spesso ammorbiditi dall’affinamento.
- Mourvèdre: Un vitigno potente, spesso usato in blend per aggiungere struttura e tannini.
- Syrah/Shiraz: A seconda del clima, può esprimere tannini più o meno intensi, ma sempre con grande carattere.
La quantità di tannini, però, non dipende solo dal vitigno, ma anche da come viene lavorato in cantina. La macerazione, ad esempio, è fondamentale per estrarre i tannini dalle bucce. E poi, l’affinamento in legno può ammorbidire i tannini più aggressivi.
A proposito di tannini, una volta ho assaggiato un Sagrantino di Montefalco così tannico che mi sembrava di aver masticato la corteccia di un albero secolare. Un’esperienza intensa, ma che mi ha fatto capire quanto i tannini possano influenzare la percezione di un vino. Riflettendoci, forse è proprio questa “spigolosità” a rendere certi vini così memorabili.
Quali sono i vitigni neutri?
Oddio, vitigni neutri… Cortese, mi viene in mente subito! Lo uso spesso per il mio Pinot Grigio. Ma è neutro davvero? Boh, un po’ di acidità c’è sempre, no? Poi c’è il Fiano, quello è più aromatico, già… forse non è così neutro. Trebbiano… classico, ma neutro? Mmh.
Nebbiolo? Ma scherziamo? Quello è tutto tranne che neutro! Profumi intensi, fragola selvatica, rosa… Barbera idem, ciliegia e spezie! Sangiovese… sì, forse quello potrebbe essere considerato più neutro, dipende dal territorio però, eh. Sagrantino? Macché, potente, tannico… Greco di Tufo, un po’ più delicato, ma neutro? Non proprio.
Nerello Mascalese… Etna, vigneti vulcanici… profumi intensi lì pure. Vermentino… almeno quello è più facile da definire neutro… ma anche no. Refosco… non lo metterei tra i neutri. Schioppettino… un po’ più speziato. Croatina… non lo conosco molto bene, ma non mi sembra. Lambrusco… dipende dal tipo, alcuni sono molto più fruttati di altri.
- Cortese (un po’ dubbio)
- Fiano (meno neutro)
- Trebbiano (neutro?)
- Nebbiolo (assolutamente NO!)
- Barbera (NO!)
- Sangiovese (dipende dal terroir)
- Sagrantino (NO!)
- Greco (dubbio)
- Nerello (NO!)
- Vermentino (forse)
- Refosco (NO!)
- Schioppettino (NO!)
- Croatina (dubbio)
- Lambrusco (dipende)
Mamma mia, che confusione! Devo ricontrollare tutto… Quest’anno ho lavorato parecchio con il Vermentino, mi pare il più neutro di tutti, ma dipende anche dalla vinificazione, eh! Devo appurare meglio la cosa. A proposito, stasera vado a cena da mia zia, mi porta il suo vino fatto in casa… speriamo bene!
Ah, dimenticavo: ho sentito parlare di un’analisi sensoriale approfondita sui vitigni, magari la trovo online.
Qual è il vitigno più pregiato al mondo?
Amici, il vitigno più pregiato del mondo? Ah, bella domanda! È come chiedere qual è il gelato più buono: dipende dai gusti, eh! Ma se proprio devo puntare su un cavallo vincente, dico… Rombo di tuono! Scherzo, ovviamente!
Scherzi a parte, l’Albarola è un gran vino, eh, un vero signor vino! Ma “più pregiato”? Boh, un po’ troppo soggettivo, no? Dipende se sei un tipo da Chardonnay o da Nebbiolo. Io, personalmente, preferisco il Lambrusco, che diciamolo pure, è un mostro sacro.
Ma per farti una lista di quelli che alcuni considerano top, ecco:
- Pinot Noir (ma solo quello della Borgogna, eh, gli altri sono parenti poveri).
- Cabernet Sauvignon (ma attenzione: c’è Cabernet e Cabernet, eh!)
- Chardonnay (solo quelli francesi, ovviamente)
Ecco, ti ho dato una risposta più precisa di un oracolo con l’influenza. Ma ripeto: il gusto è soggettivo. Ah, e quest’anno ho scoperto un vino rosso sardo, un qualcosa di… divino. Devo ancora capire il nome, però. Ma appena lo ricordo, ti aggiorno. A presto!
Come sono classificati i vitigni del mondo?
Classificazione vitigni: semplice, efficace.
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Aromatici: Moscato, Malvasia (alcune), Brachetto, Traminer Aromatico. Profumi intensi, primari. Punto.
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Semi-aromatici: Gamma vasta, aromi meno marcati. Dettagli tecnici, poi.
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Neutri: Base enologica. Struttura, potenza, senza aromi dominanti. Fine.
Preciso: la mia esperienza diretta con vitigni aromatici a Bolzano, 2023, conferma questa suddivisione. Coltivazione, vinificazione: aspetti cruciali. Informazione aggiuntiva: esistono sistemi di classificazione più complessi, basati su DNA, origine geografica, caratteristiche chimiche. Ma questa è la base.
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