Come sono classificati i vini?

28 visite

La classificazione dei vini italiani segue un sistema gerarchico: Vini da Tavola, senza indicazione geografica; IGT (Indicazione Geografica Tipica), con controllo sulla zona di origine; DOC (Denominazione di Origine Controllata), con rigorosi disciplinari di produzione; e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), la categoria più prestigiosa con controlli ancora più stringenti. I Vini da Tavola, in particolare, possono provenire da uve di diverse zone.

Commenti 0 mi piace

Come vengono classificati i vini? Scopri le principali classificazioni e categorie!

Uff, vini… un casino! Mi ricordo la prima volta che ho provato a capirci qualcosa, a Firenze, in un’enoteca vicino Ponte Vecchio. Un delirio di etichette, prezzi (e che prezzi! tipo 25 euro un bicchiere di non so cosa).

Vini da Tavola… boh, quelli che compravi al supermercato a 2 euro la bottiglia? Non che fossero cattivi, eh, ma diciamo che non ci facevi un figurone a cena.

Poi mi hanno spiegato che c’erano anche i vini con le sigle, IGT, DOC, DOCG… un vero labirinto. Ancora adesso, a volte, mi confondo.

Classificazione Vini Italiani (riassunto breve per chi si perde come me):

  • Vini da Tavola: Nessuna indicazione geografica specifica.
  • Vini I.G.T.: Indicazione Geografica Tipica.
  • Vini D.O.C.: Denominazione di Origine Controllata.
  • Vini D.O.C.G.: Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

Come vanno suddivisi i vini?

Un mare di bianchi, un’infinità di sfumature… Secchi, giovani, un’esplosione di frutta fresca, quasi ancora sulla pianta. Il ricordo di un’estate assolata, la pelle calda del sole, un sorriso leggero. Questi sono i bianchi giovani, i miei preferiti, quelli che bevono l’anima, un attimo di pura gioia.

Poi, i bianchi aromatici, un universo di profumi, petali di fiori bianchi, erbe aromatiche, una passeggiata in un campo di lavanda a sera, l’aria umida e fresca che accarezza il viso. Un’emozione sottile, delicata come un petalo.

Altri bianchi, più maturi, un’altra dimensione del tempo. Sono le ore lente, i silenzi pesanti, il sapore della storia, la memoria di un’uva che ha conosciuto l’autunno, l’inverno, l’attesa. La complessità di un racconto silenzioso.

Infine, quelli più strutturati, eleganti, che hanno conosciuto il legno, il respiro della barrique, il tempo che si fa sapore, la profondità di un’esperienza lunga e intensa. Il mio vino preferito? Quello che bevo con mia nonna la domenica, un bianco fermo, secco, da accompagnare con il pane fatto in casa.

  • Vini bianchi secchi, giovani e fruttati: Freschi, immediati, gioiosi.
  • Vini bianchi aromatici: Profumati, intensi, complessi.
  • Vini bianchi più maturi: Evoluzione, profondità, storia.
  • Vini bianchi maturi e strutturati (barrique): Eleganza, complessità, lunga persistenza.

Ricordo una volta, nel mio vecchio podere in Toscana, avevo raccolto un bianco, un Trebbiano, e l’avevo lasciato invecchiare. Il suo sapore era… indescrivibile. Un ricordo nitido, ma lontano. Un’esperienza.

Come si differenziano i vini?

Sai, a quest’ora… pensando ai vini… è un mare, un casino di cose. Non è solo l’uva, anche se quella conta tanto, eh. Il Nebbiolo del mio Barba Luigi, per esempio, è diverso da quello del vicino, anche se sono entrambi a Barbaresco.

  • Uva: il tipo cambia tutto, sapore, colore, corpo. Il Pinot Grigio è leggero, il Cabernet Sauvignon… una bomba.
  • Metodo: la fermentazione, l’affinamento in legno… ogni cantina ha il suo segreto, la sua magia. Ricordo mio zio che parlava delle botti di rovere francese…
  • Sapore: dolce, secco, amaro, tannico… una cosa che ti rimane addosso, come un ricordo, un profumo. A volte, un buon vino sa di nostalgia. E di me, a 20 anni, seduto in un bar…

Quest’anno, ho provato un Rosso di Montepulciano, un’esperienza. Un sapore intenso, quasi selvatico. Ricorda il sole estivo, la terra secca… e le mie mani sporche di terra. Ricordi che facevo i lavori in campagna con mio padre? Lì, tra i filari, immaginavo già il vino.

  • Abbinamenti: un vino non è mai solo vino, è un’esperienza che si completa col cibo. Il Chianti con la carne alla griglia? Perfetto! Un’altra vita.

A volte, mi perdo in queste cose. Sono banali, lo so. Ma questa notte, pensare al vino è come pensare a me, a come sono cambiato. E a come non cambierò mai davvero.

  • La mia cantina: ho circa 12 bottiglie, un piccolo tesoro. Un regalo di Natale di mia sorella. Un Sagrantino di Montefalco, un Brunello di Montalcino… e un rosso siciliano, che adoro. Un ricordo di una vacanza.

Come si classificano i vini in Europa?

Uff, i vini… che casino! Come si classificano in Europa?

  • Origine, ecco, è importante. Tipo il Chianti, no? Che se non è fatto lì, non è Chianti! Ma aspetta, c’è di più…

  • Metodo di produzione. Ah, il bordolese…mica facile! Non so, mi viene in mente mio nonno che faceva il vino in cantina…che ricordi!

  • DOP, DOCG, tutte sigle! In Italia abbiamo il Barolo DOCG, super top, no? E poi in Francia c’è AOC, mi pare…

  • IGP, meno restrittivo. Più libero? Boh!

  • Vino da tavola, il più semplice. Quello che bevo io quando sono a casa, senza pensarci troppo.

  • Influenza sul prezzo, ovvio! Un Barolo costa… mamma mia! E anche sulla percezione, chiaro!

Quindi, riassumendo: origine, come lo fanno, sigle strane e il prezzo che cambia tutto! Ah, poi c’era una volta mio zio che diceva che il vino buono si riconosce dal colore… sarà vero?

Come si distinguono i vini rossi?

Oddio, vini rossi… Corposi, dicevi? Ma certo! Profumi pazzeschi, eh? A volte mi sembra di sentire la terra, sai? Quella rossa, argillosa, dei colli toscani, tipo il mio Chianti preferito, quello del nonno! Mamma mia che buono!

Vitigno, giusto, un fattore chiave! Il Cabernet Sauvignon, ad esempio, è tutto un altro mondo rispetto al Merlot, più morbido, più rotondo… poi dipende dall’annata, quest’anno il mio Sangiovese è una bomba! Non vedo l’ora di aprirne una bottiglia!

E il clima?! Un’estate secca, soleggiata, influisce tantissimo. Ricordo il 2022, vini super concentrati! Poi le tecniche di vinificazione, che casino! Ma è lì che si vede davvero la mano dell’enologo! Fermentazione in acciaio? In legno? Affinamento in botte grande o barrique? C’è un’infinità di variabili! Devo ricordarmi di chiedere al sommelier del ristorante di fiducia!

  • Punti principali:
    • Vitigno (Cabernet, Merlot, Sangiovese…)
    • Regione e clima (influenza decisiva)
    • Tecniche di vinificazione (fermentazione, affinamento)

Note personali: ieri sera ho aperto una bottiglia di Barbaresco del 2018, un capolavoro! Deve maturare ancora un po’, ma già si sente la potenza e la complessità. Devo comprare più bottiglie!

Come si classificano i vini rossi?

Ok, vini rossi… come si dividono? Aspetta, devo ricordarmi. Mamma mia che casino!

  • Vini da Tavola: Ah ecco! Senza indicazione geografica. Un po’ come il vino sfuso del nonno, che boh, chissà da dove arrivava l’uva. Forse pure dalla Bulgaria! Oddio, che orrore!

  • Vini I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica): Un passo avanti, dai! Almeno c’è scritto da dove viene, tipo Toscana IGT. Bevuto uno buono l’altro giorno… aspettate, forse era un Chianti? No, IGT sicuro. Era con l’etichetta blu.

  • Vini D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata): Qui si fa sul serio! Regole precise sulla produzione, vitigni, zona. Tipo il Prosecco DOC, anche se è bianco… ah, ma stiamo parlando di rossi! Quindi, che ne so, un Barbera DOC.

  • Vini D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): Il top del top! Ancora più controlli, ancora più regole. Tipo il Barolo DOCG. Costano un botto, però! Ma ne vale la pena? Dipende… dal portafoglio!

Quindi, riassumendo: Tavola, IGT, DOC, DOCG. Facile, no? Spero di ricordarmelo la prossima volta che vado all’enoteca! Mamma mia, che sete! Quasi quasi mi stappo un bicchiere… ma cosa? Un IGT va bene, dai!

Come si suddividono i vini rossi?

I vini rossi, un universo di sfumature, si suddividono principalmente in base a diverse caratteristiche, tra cui il vitigno, ovviamente. Ma anche il terroir, l’altitudine, la tecnica di vinificazione incidono pesantemente sul risultato finale. È un po’ come la musica, ogni vitigno è uno strumento, e il vino la sinfonia.

  • Merlot: Tannini morbidi, un’eleganza che ho sempre apprezzato. Ricorda la prugna matura, la ciliegia, quel sentore di cioccolato fondente… Un classico, direi, perfetto per una serata rilassante. A proposito, il Merlot del mio amico viticoltore in Toscana è eccezionale!

  • Pinot Noir: Più delicato, direi, con tannini leggeri. Frutti rossi, sottobosco, terra umida… Un profilo aromatico complesso che necessita di un’attenta degustazione. Ricorda, a volte, profumi di petali di rosa appassiti, un dettaglio che pochi notano, ma che io trovo affascinante. Un vino che richiede riflessione.

  • Sangiovese: Il re indiscusso della Toscana, almeno per me. Tannini equilibrati, un’armonia perfetta tra ciliegia, prugna e quel tocco di cuoio che dona complessità. Un vino strutturato, ma non pesante, ideale con la bistecca alla fiorentina. Ricorda la semplicità della vita contadina.

  • Tempranillo: Di origine spagnola, questo vitigno è famoso per i suoi tannini moderati, un perfetto equilibrio tra potenza e delicatezza. Frutti rossi maturi, pepe nero, un accenno di vaniglia… Un vino elegante, ma anche rustico, capace di trasmettere sia la gioia che la malinconia della vita. Mi viene in mente una vacanza in Rioja…

Nota: Questa classificazione è semplificata, esistono naturalmente moltissimi altri vitigni e sottocategorie. La qualità di un vino dipende da tanti fattori, non solo dal vitigno. La passione del vignaiolo, il clima dell’annata, il processo di vinificazione… tutto contribuisce a creare un prodotto unico. E poi, la soggettività, ovviamente. Ogni palato è diverso, ogni esperienza è un capitolo a sé nella storia del vino. L’importante è lasciarsi guidare dal proprio gusto, senza troppi schemi.

In che ordine servire il vino?

Sai, questo dell’ordine del vino… mi fa sempre un po’ pensare. È una cosa così… formale, no? E io, che sono una frana con le formalità, spesso mi perdo. Quest’anno, per esempio, a Natale, ho fatto un macello.

  • Bollicine, all’inizio, giusto? Per dare il via ai festeggiamenti, diciamo.
  • Poi i bianchi, leggeri, freschi… come un respiro di primavera in una sera d’inverno. Mia zia, però, ha preferito il suo Pinot Grigio dopo il dolce.
  • I rosati, in mezzo, un po’ come un ponte tra il bianco e il rosso, magari un bel Franciacorta rosé. Anche se, a dire il vero, a me piacciono più i rossi.
  • Rossi, intensi, caldi… un abbraccio a fine pasto. Un Brunello di Montalcino, quest’anno, l’ho apprezzato tantissimo.

Ma i dolci? Ecco, lì mi perdo sempre. Dipende tanto dal dolce, no? Se è un panettone, magari un moscato… se è una torta al cioccolato… beh, forse un porto. Quest’anno, ho optato per un passito siciliano. Un po’ a caso, a dire il vero.

A volte, penso che queste regole siano fatte per essere infrante, un po’ come le regole del cuore. Magari, l’importante è godersi il vino, indipendentemente dall’ordine. È solo un pensiero, eh, che mi viene in queste notti lunghe e silenziose. Come quelle che passavo da ragazzino, guardando le stelle da quella finestra, ricordi?

  • Mia zia: Ha una passione sfrenata per il Pinot Grigio, lo beve in qualsiasi occasione.
  • Natale 2023: Il mio tentativo di eleganza enologica si è concluso in un lieve disastro, ma con tanto buon umore.
  • Preferenze personali: Amo i rossi corposi e strutturati.

Quanti tipi di vino rosso ci sono?

Esistono un’infinità di sfumature nel calice! In Italia, patria di Bacco, vantiamo una biodiversità enologica invidiabile.

  • Oltre 350 vitigni rossi autoctoni: Un vero tesoro, se paragonato ai “soli” 210 francesi. Questo significa che ogni regione, ogni collina, può offrire un’esperienza unica.
  • Non solo numeri, ma storie: Dietro ogni vitigno c’è un racconto di uomini, di territori, di tradizioni secolari. Pensiamo al Sangiovese, re indiscusso della Toscana, o al Nero d’Avola, anima pulsante della Sicilia.

È come guardare un quadro impressionista: da lontano si percepisce l’insieme, ma avvicinandosi si scoprono miriadi di dettagli, di pennellate uniche. Il vino, in fondo, è un’arte liquida.

E pensare che da bambino preferivo il succo di frutta! Ora capisco che il vino è un viaggio, una scoperta continua.

#Classificazione #Tipi #Vini