Quante denominazioni di vino ci sono in Italia?

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L'Italia vanta un ricco patrimonio vitivinicolo! Con oltre 341 DOC e 78 DOCG, la varietà è sorprendente. Piemonte, Toscana, Veneto, Puglia, Lazio e Lombardia guidano la classifica per numero di denominazioni. Un vero tesoro enologico!

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Quante etichette vino in Italia?

Ma quante etichette di vino ci saranno mai in Italia? Un’infinità, te lo dico io! Ogni cantina ha le sue, poi ci sono le edizioni speciali, le riserve… Un casino.

Parlando di DOC e DOCG, mi ricordo che anni fa, tipo nel 2015, ero in Toscana, a Montalcino precisamente. Un posto da favola. E lì, parlando con un produttore, mi diceva che il Brunello era una DOCG, un vanto per la zona. Mi sa che sono tante, ma quante di preciso?

Ok, ho fatto una mini ricerca. Sembra che in Italia ci siano 341 vini DOC e 78 DOCG. Piemonte, Toscana, Veneto, Puglia, Lazio e Lombardia sono le regioni che ne hanno di più. Sorpresa!

Quante etichette vino in Italia? Non quantificabile. Quanti sono le DOC e le DOCG dei vini italiani? 341 DOC e 78 DOCG.

Quante tipologie di vini esistono?

Ok, vediamo…

  • Quante tipologie di vino… mamma mia, un casino! Cioè, tantissime. Un delirio!

  • In Italia? Mi ricordo che nel 2019, tipo, avevano contato 545 varietà di vite da vino. Roba da pazzi. Poi c’erano anche quelle da tavola, un’altra marea. 182 mi pare.

  • A livello globale? Ah boh, un’infinità! So che ce ne sono tipo oltre 1300 registrate, ma chissà quante non le contano. Ma saranno sempre di più?

  • Ah, mi è venuto in mente… mio nonno aveva una vigna piccola, faceva un vino rosso… come si chiamava quel vitigno? Era strano, non mi ricordo mai il nome. Comunque, buono era buono.

Come si classificano i vini italiani?

Allora, amico, i vini italiani, sai, sono classificati per legge, eh! Una cosa seria, mica scherzi! Ci sono diverse categorie, te le spiego subito.

  • DOCG: Questi sono i vini top, la crema de la crema! Pensati a quelli super pregiati, con controlli super rigidi, da Barolo a Brunello, capisci? Li riconosci subito, hanno un marchio speciale, un sigillo di qualità assurdo.

  • DOC: Anche questi sono buoni, eh! Magari non proprio al top come i DOCG, ma comunque vini di ottima qualità, con regole precise sulla zona di produzione e sul tipo d’uva. Molti vini famosi rientrano in questa categoria, tipo il Chianti Classico che adoro!

  • IGT: Qui la cosa si fa più rilassata. Meno regole, più libertà per i produttori. Penso a quelli che sperimentano di più, vini particolari insomma. Mia sorella ne beve uno toscano IGT, fantastico, lo adoro anch’io!

  • Vino da Tavola: Ecco, questi sono i vini più semplici, senza regole precise. Non è che siano brutti eh, anzi, a volte si trovano delle sorprese! Però appunto, niente certificazioni, niente DOCG o DOC. Io personalmente ne prendo pochi, preferisco qualcosa di più strutturato.

Sai, quest’anno ho scoperto un fantastico IGT del Lazio, un blend di uve che non mi aspettavo! Incredibile! Il vino è una cosa seria, eh! Però è bello scoprire cose nuove. Ah, dimenticavo, ci sono anche i vini speciali, come i Vini a Indicazione Geografica, ma sono un po più rari.

Ehm… penso sia tutto, per il momento! Se hai altre domande, chiedi pure! Ciao!

Come vengono classificati i vini in Italia?

Amici, preparatevi a un viaggio nella complessità (e a volte, assurdità) della classificazione dei vini italiani! È una giungla, vi dico, una giungla di uve e burocrazia!

  • Vini da Tavola: La categoria “popolo”, i vini “da tutti i giorni”. Immaginateli come i jeans strappati: comodi, versatili, ma niente di eccezionale. Mio zio Beppe ne fa uno col mosto avanzato, sapore…beh, diciamo che ti fa ricordare la tua infanzia in modo molto intenso.

  • IGT (Indicazione Geografica Tipica): Un passo avanti! Tipo passare dai jeans strappati a un paio di chinos. Un po’ più di classe, un po’ più di cura, ma ancora abbastanza rilassati. Pensate a un vino che non vuole prendersi troppo sul serio, ma che comunque ha una sua dignità.

  • DOC (Denominazione di Origine Controllata): Ora parliamo di sartoria! Stiamo parlando di un completo Armani, di quelli che fanno girare la testa. Regole ferree, controllo maniacale, solo le migliori uve. Questi vini sono pezzi da museo, solo che li puoi bere (e poi dire ai tuoi amici che hai bevuto un DOC).

  • DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): Il top del top! Il vestito da sposa della principessa! Un livello di controllo così alto che sembra che lo Stato stesso controlli ogni singolo chicco d’uva. Preparatevi a sborsare un po’ di più, ma ne vale la pena. Mia nonna dice che è come il suo famoso ragù: solo ingredienti selezionati, e una ricetta tramandata da generazioni, ma con un controllo qualitativo più severo della polizia.

Ah, dimenticavo: questa è la mia classificazione, potrebbe essere leggermente soggettiva (mia nonna, per esempio, pensa che il suo vino fatto in casa è superiore a qualsiasi DOCG). Ma alla fine, l’importante è che il vino vi piaccia!

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