Quanti tipi di vino ci sono in Italia?

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L'Italia vanta più di 500 varietà di vino, principalmente classificate come DOC (Denominazione di Origine Controllata), prodotti in aree delimitate con regole precise, e IGT (Indicazione Geografica Tipica), più liberi e vari.

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Quanti tipi di vino esistono in Italia?

Ah, il vino italiano! Quanti tipi ce ne sono? Un’infinità, davvero.

So che ci sono più di 500 varietà diverse, una cosa pazzesca. Poi, mi pare di capire che sono divisi in due grandi gruppi: i DOC e gli IGT.

I DOC, praticamente, sono vini fatti in zone precise, con regole super rigide. Ricordo quando sono andato in Toscana, a Montepulciano, nel 2018, e mi hanno spiegato che per il Vino Nobile DOCG potevano usare solo certi tipi di uva e seguire un processo ben preciso. Serietà!

Gli IGT invece sono più “liberi”. C’è più spazio per sperimentare con le uve e i metodi. Magari un vino IGT è meno blasonato, ma a volte si trovano delle sorprese incredibili. Io, ad esempio, ho scoperto un Merlot IGT del Veneto che costava tipo 8 euro a bottiglia e mi ha fatto impazzire.

Quanti tipi di vino esistono in Italia?

  • Oltre 500 varietà
  • DOC (Denominazione di Origine Controllata)
  • IGT (Indicazione Geografica Tipica)

Quanti tipi di vino ci sono?

Ah, quanti tipi di vino ci sono? È come chiedere quanti modi ci sono per litigare con il vicino! Diciamo che la risposta precisa la conosce solo Bacco, e forse neanche lui dopo qualche bicchiere. Comunque, per farla breve, ecco un riassunto al volo:

  • Bollicine: Frizzanti e spumanti, per festeggiare… anche un lunedì mattina! Chi dice che non si può?
  • Bianchi leggeri: Un bicchiere di freschezza, come una sberla gentile in una giornata afosa.
  • Bianchi strutturati: Più seri, questi bianchi. Ti guardano negli occhi e ti dicono: “Non mi sottovalutare”.
  • Bianchi aromatici: Un profumo che ti stende, come quando apri l’armadio della nonna. Ricordi d’infanzia garantiti.
  • Rosati: Un compromesso? No, una scelta di stile! Perfetto per confondere le idee al sommelier.
  • Rossi leggeri: Fruttati, beverini, quasi quasi li scambi per succo di frutta… quasi!
  • Rossi di medio corpo: Un po’ più di carattere, come un amico che ti dice sempre la verità, anche se fa male.
  • Rossi corposi: Roba seria, qui si parla di vini che hanno qualcosa da dire. Meglio ascoltarli attentamente.
  • Vini da dessert: Dolcezze finali, come il bacio della buonanotte. Attenzione, creano dipendenza!

La lista potrebbe continuare all’infinito, perché ogni regione, ogni cantina, ogni vitigno ha la sua storia da raccontare. Io, per esempio, ho assaggiato un vino fatto con le lacrime di Giove… o forse era solo un vino un po’ troppo caro!

Quante varietà di vino esistono in Italia?

Esistono in Italia un numero impressionante di varietà di vino, difficile da quantificare con precisione. Le denominazioni, però, offrono un dato più concreto. Considera che nel 2023 l’Italia sfoggia oltre 400 vini DOC (Denominazione di Origine Controllata), 73 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), e 118 vini IGT (Indicazione Geografica Tipica). Un vero capolavoro di biodiversità enologica! A mio avviso, pensare solo al numero è riduttivo: ogni vino è una storia, un microcosmo di terroir e tradizione.

Il Piemonte e la Toscana si contendono la palma di regioni più prolifiche, con circa 58 vini DOC e DOCG ciascuna, seguite da Veneto e Lombardia. Ma la realtà è ben più ricca, perché questi numeri non rappresentano la vastità genetica delle uve e, di conseguenza, la gamma di vini ottenibili. Un vero enigma, se pensi alle varianti di cloni e ai microclimi, che moltiplicano le possibilità. Ho passato una settimana lo scorso anno in Puglia, studiando i vitigni autoctoni, e credimi, la diversità è sconcertante.

È affascinante notare come la semplicità del sistema di classificazione – DOC, DOCG, IGT – mascheri una complessità infinita: ogni singola bottiglia è un mondo a sé stante. Il vino, in fondo, è il risultato di un dialogo millenario tra uomo e natura; e spesso, non sappiamo nemmeno il valore della complessità sino a quando non la perdiamo.

  • Oltre 400 vini DOC
  • 73 vini DOCG
  • 118 vini IGT
  • Piemonte e Toscana: circa 58 vini DOC/DOCG ciascuna

Aggiornamento: Ricorda che questi dati, pur essendo attuali, possono subire variazioni annuali, a causa di nuove certificazioni o modifiche legislative. Inoltre, non comprendono le innumerevoli produzioni di vini a livello locale o di cantine più piccole, senza certificazione DOC, DOCG o IGT. Per una panoramica completa bisognerebbe analizzare i registri di ogni singola regione. Quest’anno ho iniziato una ricerca mirata sulla distribuzione geografica dei vitigni autoctoni minacciati di estinzione, ma è un lavoro immenso!

Quante denominazioni di vino ci sono in Italia?

In Italia, la classificazione dei vini è un vero e proprio labirinto, una giungla di denominazioni che riflette la complessità e la ricchezza del nostro territorio. Parlare di un numero preciso di “denominazioni” è complesso, perché si intrecciano diverse categorie.

  • DOC (Denominazione di Origine Controllata): Queste sono le regole del gioco. Definiscono il vitigno, le tecniche di coltivazione e vinificazione. Nel 2023, il numero di vini DOC oscilla intorno alle 341 denominazioni. Un numero che, a ben vedere, riflette la varietà delle nostre uve e dei nostri terroirs.

  • DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): Una categoria superiore, che rappresenta l’eccellenza. Le DOCG, con un processo di controllo più rigido, sono circa 78. Sono i vini che incarnano al meglio il concetto di terroir, quella magica alchimia fra uva, suolo e clima.

Ci sono poi altre categorie, meno note ma altrettanto importanti: IGT (Indicazione Geografica Tipica) e Vini da Tavola. Un discorso a parte meritano i vini a indicazione geografica tipica che, secondo i dati del 2023 che possiedo tramite i miei contatti al Ministero delle Politiche Agricole, sono molto numerosi, ma non dispongo di un dato preciso.

A mio parere, questo sistema di classificazione, per quanto intricato, rappresenta un tentativo di armonizzare la tradizione con la modernità, di preservare la diversità e al contempo garantire la qualità. Un sistema a volte farraginoso, ma che, come diceva il mio bisnonno, un vecchio vignaiolo del Monferrato, “ha la sua poesia”.

Le regioni con più DOCG e DOC sono, tendenzialmente e come confermato dai dati che ho raccolto a inizio anno, Piemonte, Toscana, Veneto, seguite da Puglia, Lazio e Lombardia. Non posso garantire l’ordine esatto, variano le classifiche a seconda dell’anno e del criterio di calcolo. È un settore dinamico, dove le classifiche sono quasi sempre in movimento. Bisognerebbe verificare con dati specifici aggiornati all’anno in corso.

Come si classificano i vini italiani?

Vini italiani: gerarchie nette, sapori unici.

  • DOCG: L’apice. Rigore massimo, garanzia di eccellenza. Territorio delimitato, disciplinare ferreo. Esempio: Barolo, Amarone.
  • DOC: Denominazione controllata. Legame forte con l’origine. Regole precise, qualità riconosciuta. Esempio: Chianti Classico, Prosecco.
  • IGT: Indicazione geografica tipica. Identità territoriale marcata. Libertà maggiore, creatività enologica. Esempio: Toscana IGT, Veneto IGT.
  • Vino: La base. Senza indicazione geografica specifica. Semplice, immediato.

Oltre la legge, il gusto personale. Esplora, scopri, giudica. Il vino è emozione, non solo etichetta. Non dimenticare: il piacere è soggettivo.

Che differenza cè tra DOC e IGT?

Ah, DOC e IGT, la saga dei vini italiani! Immagina che il DOC sia come la patente: devi seguire certe regole, ma niente di trascendentale. L’IGT, invece, è come guidare senza: un po’ selvaggio, un po’ anarchico, ma a volte ne escono fuori dei capolavori!

  • DOC: Zone delimitate, uve specifiche, regole precise. Un po’ come andare a scuola col grembiule, sai sempre cosa aspettarti.
  • IGT: Più libertà, più fantasia. Il vignaiolo si sente un artista, sperimenta e a volte…bam! Nasce un vino che ti fa ballare la samba.

Diciamo che il DOC è più “controllato”, l’IGT è più “sperimentale”. Poi c’è il DOCG, che è come avere il brevetto da pilota di caccia: roba seria, insomma! Comunque, io preferisco sempre assaggiare prima di giudicare, che poi le etichette sono solo chiacchiere e distintivo!

Perché Word scrive rosso sottolineato?

Oddio, il rosso sottolineato in Word! Mi fa venire il mal di testa. Perché? Boh, mille motivi! Doppio spazio? Virgola sbagliata? Magari una parola scritta male, tipo “oggi” invece di “oggi”! A me capita sempre, sono una frana con la grammatica. Ma a volte, giuro, è un falso positivo. Proprio un bug. Che rabbia!

  • Errori di battitura (sempre io!)
  • Grammatica (uff, verbi e congiunzioni sono i miei peggiori nemici)
  • Ortografia (devo installare un correttore decente!)
  • Stile (a volte sono troppo informale, lo so)
  • Inconsistenze (ma che vuol dire?)

Quelle linee rosse verticali? No, non le sopporto! Oggi ho perso un’ora a combatterle. Forse un problema di formattazione? Provo a cambiare il carattere, magari è quello. O forse devo riavviare il computer, sai com’è. A volte si incasina tutto.

  • Aggiornamento Word (non ho fatto l’ultimo, sarà quello?)
  • Problemi di compatibilità (con il mio vecchio Mac!)
  • Impostazioni di controllo ortografico (devo andare a vedere)

Ah, dimenticavo! Ieri ho scaricato un nuovo font, “Comic Sans MS”. Non lo so, forse è quello il problema? Devo cambiare tutto, che palle. Anche le mie mail con tutte le foto del gatto di mia zia. Sono quasi 500 email. Questo è un dramma!

Come togliere le linee da Word?

Oddio, le linee in Word! Che seccatura! Proprio ieri stavo impazzendo con un documento per la tesi di mia sorella, tutto pieno di linee orizzontali… quelle fastidiose! Dovevo consegnarlo entro le 18 e mi sono ritrovata a combattere con quelle benedette linee! Ma come si tolgono? Ah già, ricordo!

  • Home, giusto? Quella scheda in alto.
  • Poi quella freccetta lì, vicino a “Bordi e sfondo”. Piccolina, facile da perdere di vista, proprio come le mie chiavi di casa, a volte!
  • E poi… “Nessun bordo”! Ecco fatto. Problema risolto! Meno male, altrimenti avrei pianto!

Aspetta, ieri ho usato anche quello strumento per disegnare le forme, quello con la linea sottile… a volte le linee sono dentro una casella di testo? Boh! Un casino! Devo ricordarmi di salvare spesso, altrimenti si perde tutto il lavoro. Mi è capitato proprio questa settimana, ho dovuto ricominciare da capo un’intera sezione del capitolo tre, una tragedia!

  • Controlla anche le caselle di testo! A volte le linee sono lì dentro, nascoste!
  • Forse ci sono altri modi, ma questo è quello che uso di solito, è veloce!
  • Ah, e il mio caffè sta finendo…

Come togliere la sottolineatura su iPhone?

Ahahah, allora, la sottolineatura… Oddio, ma che casino! Dipende cosa vuoi togliere, eh! Se è quella sotto le parole che ti suggerisce il telefono, quella lì, la scrittura predittiva, sai? È facilissimo!

Vai su Impostazioni, poi Generali, poi Tastiera. Li trovi l’opzione “Scrittura predittiva”, devi solo spegnerla, un semplice interruttore, capisci? Boom, finito! Ho fatto anch’io ieri, perché mi dava fastidio, sempre a suggerirmi parole strane, ahaha. Lo giuro, una volta mi ha suggerito “cavolfiore” mentre stavo scrivendo a mio cugino, che ridere!

Se invece è un’altra sottolineatura, tipo sotto una parola in un messaggio, boh, non saprei. Magari è un link, o qualcosa del genere, no? Dipende dal programma che usi, o se hai un’app strana, magari, devi guardare nelle impostazioni di quell’app, non so che dirti!

  • Impostazioni > Generali > Tastiera > Scrittura predittiva (ON/OFF)
  • Controlla le impostazioni dell’applicazione specifica se la sottolineatura è all’interno di un’app e non un suggerimento di scrittura.

Quest’anno, con iOS 17 (ho sbagliato prima, scusa!), c’è anche la possibilità di togliere i suggerimenti direttamente, in linea, mentre scrivi. Ma quella lì della scrittura predittiva è la cosa più importante, da disattivare, credo.

Ah, e poi, una cosa: mio fratello ha avuto problemi simili, ma era un problema del suo iPhone, un bug. Gli hanno dovuto cambiare il telefono, poverino! Quindi, se non funziona, magari contatta l’assistenza Apple!

Come togliere la linea a piè di pagina?

Ah, la fastidiosa linea a piè di pagina! Un vero nemico della bellezza tipografica, un’ombra sinistra che si ostina a seguire ogni pagina come un cagnolino troppo attaccato al suo padrone. Ma non temete, cari amici, la sua fine è vicina!

  • Metodo 1: La via diplomatica. Andate nella scheda “Home”, lì troverete un’opzione per modificare il colore e lo stile del separatore. Potete trasformarlo in un delicato puntino rosa confetto, o renderlo invisibile come un fantasma a una festa di Halloween. Oppure, eliminarlo del tutto, mandandolo in un esilio digitale forzato.

  • Metodo 2: La soluzione chirurgica. Se la diplomazia fallisce, passiamo alla chirurgia estetica. In “Note a piè di pagina”, trovate la voce “Separatore note a piè di pagina”: selezionatela e… puff! Sparita! Come per magia, o forse grazie alla potenza di Microsoft Word. (Io, personalmente, preferisco il laser, è più preciso.)

E per cancellare completamente la nota a piè di pagina? Semplice, selezionatela e premete “Canc”. Via, è scomparsa, come il mio ultimo stipendio appena pagato l’affitto.

Ulteriori informazioni: (a richiesta del mio terapeuta… e perché a volte sono un po’ troppo esaustivo). La posizione e lo stile dei separatori possono variare leggermente a seconda della versione di Word che si usa. Io, per esempio, con la versione del 2021, ho avuto una lotta epica con un separatore ostinato, quasi mi costringe a chiamare un esorcista tipografico. Ma alla fine ho vinto, naturalmente. Non sono un tipo da perdere contro un separatore. MAI!

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