Chi fa la dichiarazione di messa a terra?

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Il datore di lavoro deve inviare la dichiarazione di conformità dellimpianto di terra entro 30 giorni dalla messa in esercizio, secondo il DPR 462/01.

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La Dichiarazione di Messa a Terra: Un Obbligo del Datore di Lavoro per la Sicurezza Elettrica

La sicurezza elettrica negli ambienti di lavoro è un tema cruciale, tutelato da normative stringenti volte a prevenire incidenti e garantire la salute dei lavoratori. Un elemento fondamentale in questo contesto è la messa a terra, un sistema di protezione che convoglia a terra le correnti di guasto, evitando pericoli di folgorazione. Ma chi è il soggetto responsabile della dichiarazione di conformità di questo impianto, un adempimento obbligatorio per legge?

La risposta è chiara e inequivocabile: il datore di lavoro.

Il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 462/01, norma cardine in materia di impianti elettrici di messa a terra, stabilisce precisamente che è il datore di lavoro a dover provvedere all’invio della dichiarazione di conformità dell’impianto di terra entro un termine perentorio: 30 giorni dalla sua messa in esercizio.

Questo adempimento non è una mera formalità burocratica, ma un passo essenziale per dimostrare la conformità dell’impianto alle normative vigenti e, soprattutto, per garantire un ambiente di lavoro sicuro per i dipendenti. La dichiarazione attesta che l’impianto è stato progettato, realizzato e collaudato nel rispetto delle norme tecniche e di sicurezza, riducendo al minimo il rischio di incidenti elettrici.

Perché il Datore di Lavoro?

La responsabilità ricade sul datore di lavoro per diversi motivi:

  • Responsabilità Legale: In quanto responsabile della sicurezza dei lavoratori, il datore di lavoro è legalmente tenuto a garantire un ambiente di lavoro sicuro e a prevenire rischi per la salute e l’incolumità dei dipendenti. La conformità degli impianti elettrici, e in particolare della messa a terra, è una parte integrante di questo obbligo.
  • Controllo e Gestione: Il datore di lavoro ha il controllo e la gestione dell’attività aziendale e, di conseguenza, degli impianti presenti. È quindi nella posizione migliore per assicurare che la messa a terra sia realizzata correttamente e mantenuta efficiente nel tempo.
  • Interlocutore con gli Organi di Controllo: In caso di verifiche da parte degli organi di controllo competenti, è il datore di lavoro a dover fornire la documentazione relativa alla conformità degli impianti, inclusa la dichiarazione di messa a terra.

Oltre la Dichiarazione: Manutenzione e Verifiche Periodiche

È importante sottolineare che l’invio della dichiarazione di conformità è solo il primo passo. La messa a terra non è un sistema statico, ma richiede una manutenzione costante e verifiche periodiche per garantirne l’efficacia nel tempo. Il datore di lavoro è responsabile anche di:

  • Manutenzione Ordinaria e Straordinaria: Assicurare che l’impianto sia sottoposto a controlli periodici e a interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, per prevenire guasti e malfunzionamenti.
  • Verifiche Periodiche: Sottoporre l’impianto a verifiche periodiche da parte di organismi abilitati, come previsto dal DPR 462/01, per accertarne la conformità e l’efficienza.

In conclusione, la dichiarazione di messa a terra è un adempimento obbligatorio e di fondamentale importanza per la sicurezza elettrica negli ambienti di lavoro. La responsabilità di questo adempimento ricade interamente sul datore di lavoro, il quale deve agire con diligenza e professionalità per tutelare la salute e l’incolumità dei propri dipendenti. Ignorare o trascurare questo obbligo può comportare pesanti sanzioni, ma soprattutto mettere a rischio la vita delle persone.