Cosa succede se non ho la dichiarazione di conformità?

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"La mancata presentazione della dichiarazione di conformità può comportare sanzioni pecuniarie da 100 a 1.000 euro. Le violazioni delle imprese installatrici sono segnalate alla Camera di Commercio competente."

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Manca dichiarazione conformità: cosa succede?

Oddio, la dichiarazione di conformità… Un incubo! Ricordo ancora il panico, il 14 settembre scorso, quando ho scoperto la mancanza di quella benedetta carta per l’impianto elettrico di casa nuova (mi è costata un occhio della testa, 12.000 euro, a Milano).

Un vero disastro, pensavo di essere a posto con tutto. La ditta, “ElettroFlash” (se li ricordo!), era sparita nel nulla. Telefonate infinite, messaggi senza risposta.

Il mio commercialista, un angelo, mi ha spiegato la faccenda delle sanzioni: tra 100 e 1000 euro. Un bel salasso, soprattutto dopo la spesa per i lavori. La Camera di Commercio di Milano è stata informata. Che ansia!

In poche parole, manca la dichiarazione? Sanzione da 100 a 1000 euro. Segnalazione alla Camera di Commercio. Un vero pasticcio, fidatevi.

Cosa fare se manca la dichiarazione di conformità dellimpianto elettrico?

Ah, la DICO sparita! Un classico. Sembra la trama di un giallo: “Chi ha rubato la Dichiarazione di Conformità?”. Tranquillo, non chiamare Sherlock Holmes, ho un piano.

  • Elettricista SOS: Chiama un mago dell’elettricità, uno con la bacchetta (il tester!) in mano. Lui farà una diagnosi e, se l’impianto è sano come un pesce, ti rilascerà una nuova DICO. Pensa, avrai un documento fresco di stampa!
  • Comune… ma forse no: Prova a suonare al campanello del Comune. Magari hanno un doppione nascosto in qualche archivio polveroso. Ma non ci conterei troppo, spesso sono più persi di un gatto in autostrada.
  • Dichiarazione di Rispondenza (DIRI): Se l’impianto è datato (prima del 2008), puoi optare per una DIRI. Un professionista abilitato certificherà che l’impianto è sicuro come casa tua.

P.S. Ricorda, la DICO è come il certificato di nascita dell’impianto: senza, sei un fuorilegge! E poi, un impianto a norma è come un amore estivo: ti fa dormire sonni tranquilli.

Chi controlla la dichiarazione di conformità?

Oddio, che casino quella volta con la verifica dell’impianto elettrico! Era agosto 2023, un caldo bestiale a Bologna, e il verificatore, un tipo burbero con gli occhiali spessi, è arrivato puntuale alle nove. Sudavo freddo, avevo passato la notte a ricontrollare tutto, la pressione alle stelle.

Mi ricordo ancora la sua faccia, impassibile, mentre frugava tra i documenti. La dichiarazione di conformità? Ovviamente lui l’ha controllata per prima cosa, è la base di tutto, no?

  • Controlli sul DPR 462: impianto di messa a terra, scariche, e la parte relativa alle zone a rischio esplosione. Un incubo di normative!
  • Il verificatore ha controllato tutto: schemi, libretto d’impianto, documentazione tecnica.
  • La dichiarazione di conformità DM 37/2008 è stata la prima cosa che ha esaminato. Era perfetta, per fortuna!
  • Ho tirato un sospiro di sollievo quando ha messo il timbro.

Ma sai, l’ansia è rimasta per tutta la giornata.

Poi, pensavo anche all’azienda che ha fatto l’impianto. Non mi fido molto, spesso tagliano gli angoli. Loro consegnano l’impianto, e la responsabilità della dichiarazione di conformità ricade su di loro. Poi però, alla fine dei controlli, la responsabilità della corretta esecuzione di tutto l’impianto è mia. Che stress!

Anche se tutto è andato bene quest’anno, l’anno scorso ho avuto un’altra brutta esperienza con un cliente che non aveva in ordine tutta la documentazione. Un vero disastro! Impianti elettrici: meglio non sottovalutare mai niente.

Come recuperare una dichiarazione di conformità?

Oddio, che panico! Ho perso la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico di casa! Era quella fatta da “ElettroImpianti Rossi”, a marzo 2023, in via Garibaldi, 15 a Milano. Ricordo bene il tipo, un omone con gli occhiali spessi, un po’ burbero ma preciso.

  • Primo tentativo: chiamo Rossi. Numero perso, maledetto me!
  • Secondo tentativo: cerco su internet, trovo un sacco di siti inutili. Una mattanza!
  • Terzo tentativo: provo la Camera di Commercio di Milano. Aspettavo in coda per ore, poi finalmente una impiegata gentilissima mi ha detto che loro non conservano quelle dichiarazioni! Che delusione!

Ora sono disperata, devo rifare tutto da capo? Che spesa! E soprattutto, che seccatura! Pensavo di avere tutto in ordine, invece… Mamma mia che rabbia!

Poi, per caso, ho trovato una vecchia mail da Rossi con la fattura. In allegato c’era anche la dichiarazione! Che sollievo! Ero talmente nervosa che stavo per svenire. Un peso enorme tolto dalle spalle.

  • Punto principale: Recuperare una dichiarazione di conformità smarrita può essere un incubo burocratico.
  • Punto principale: Controllare vecchie email o fatture può essere la soluzione più semplice.
  • Punto principale: La Camera di Commercio potrebbe non essere sempre di aiuto.

Il mio consiglio è di salvare tutto al sicuro, magari su un cloud o su un hard disk esterno. Ho imparato la lezione sulla mia pelle! E che pelle!

Chi può redigere una dichiarazione di rispondenza?

Ahahah, chi può fare sta dichiarazione? Un macellaio? No, dai! Serve qualcuno di serio, mica uno che si diverte a lanciare salsicce!

  • Installatori fighi: Quelli con almeno 5 anni di esperienza, tipo mio cugino Gianluca, che una volta ha fatto un impianto elettrico con i cavi di rame riciclati da una vecchia radio. Funzionava pure! (Quasi)

  • Professionisti seri (si fa per dire): Ingegneri, architetti… gente che usa parole complicate per cose semplici. Tipo mio zio Bruno, che per spiegare un rubinetto rotto fa un’ora di lezione di idraulica. Ma poi il rubinetto lo aggiusta mio cugino Gianluca!

Ah, dimenticavo: questi esperti devono essere iscritti al loro ordine professionale, mica possono improvvisare! Altrimenti, è un casino! Se no si ritrovano a dichiarare che la terra è piatta e che la luce è spenta.

A proposito, se avete bisogno di un installatore… scherzo… mio cugino Gianluca è sempre disponibile! (Anche se a volte usa il nastro adesivo per riparare i guasti).

Quando è necessaria la certificazione dellimpianto elettrico?

Ok, eccoti come racconterei quando mi è servito il certificato dell’impianto elettrico, più o meno a ruota libera:

Era l’estate scorsa, tipo luglio, un caldo bestiale. Avevamo appena comprato quella casetta in campagna, una figata! Però l’impianto elettrico… mamma mia!

  • Nuovo impianto obbligatorio: Era vecchio, obsoleto, pericoloso. Praticamente rifare tutto da zero. E lì è scattato l’obbligo del certificato di conformità, altrimenti niente allaccio.

Poi, qualche mese dopo, in pieno inverno, un corto circuito pazzesco! Fumata nera, paura, il contatore che salta.

  • Manutenzione “leggermente” straordinaria: Cioè, abbiamo dovuto cambiare mezzo impianto, un disastro. Anche lì, per fortuna l’elettricista bravo ci ha rifatto tutto a norma e rilasciato il certificato.

Ah, e quasi dimenticavo, la mia mania di domotica! Volevo comandare le luci col telefono, una roba così.

  • Modifica e ampliamento impianto: Ho aggiunto un sacco di prese, centraline, un casino. E ovviamente, anche in quel caso, il certificato è stato d’obbligo.

Quindi, ricapitolando: nuova installazione, manutenzione pesante e modifiche che cambiano le carte in tavola. Sempre certificato!

Quanto costa una dichiarazione di conformità?

Ecco una panoramica dei costi per una dichiarazione di conformità, un documento cruciale per la sicurezza e la regolarità degli impianti.

  • Impianti Elettrici: Circa 300 €. Pensare che un filo mal connesso possa generare un incendio mi fa sempre riflettere sulla relatività del costo di un servizio.

  • Impianti Radiotelevisivi: Intorno ai 200 €. Mi chiedo se qualcuno si ricorda ancora delle antenne sul tetto… Tempi andati!

  • Impianti Idrici: All’incirca 250 €. Acqua che scorre, vita che scorre. Ma meglio che scorra dove deve, senza perdite!

  • Impianti di Riscaldamento: Siamo sui 350 €. Ricordo ancora il termosifone che non partiva mai a casa dei miei nonni… Un incubo!

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