Dove mettere il piatto da antipasto?
Mise en place impeccabile: Antipasto? Sopra al piatto piano. Dopo l'antipasto, via il piatto usato, spazio al piatto fondo e al primo. Eleganza e praticità a tavola.
Dove posizionare il piatto da antipasto?
Oddio, questo del posizionamento dei piatti… mi ricorda un pranzo di Natale, a casa di Zia Emilia, il 25 dicembre 2021. Un vero casino!
Tavola apparecchiata alla perfezione, poi, boom, antipasto! Ricordo benissimo, il piatto piccolo sopra quello grande, un po’ instabile, a dire il vero.
Poi, via il piatto piccolo, subito, arrivava il primo, nel piatto fondo. Un po’ faticoso, ma si fa. Zia Emilia, però, ha un servizio di piatti bellissimo, pagato un patrimonio, credo intorno ai 200 euro a persona.
In sostanza, antipasto sopra, poi via, e spazio al primo. Semplice. Almeno così ha fatto mia zia, e, a dire il vero, è andata liscia.
Dove posizionare il menù a tavola?
Il menu, mai sul piatto.
- A fianco del tovagliolo: Posizione classica, immediata.
- Sul sottopiatto (se presente): Alternativa elegante, discreta.
Il menu è un’anticipazione, non un ostacolo. Deve essere visibile, non ingombrante. Ricordo, la prima impressione è tutto.
Informazioni Aggiuntive:
- Materiali: Un menu di pregio comunica attenzione ai dettagli. Non sottovalutare la carta, il font, la grafica.
- Illuminazione: Accertati che sia leggibile. Una luce soffusa non deve sacrificare la chiarezza.
- Menù Digitale (alternativa moderna): Può essere visualizzato tramite QR code, in alternativa al classico menù.
Come apparecchiare la tavola con i piatti?
Allora, come si mettono sti piatti? Aspetta che ti spiego, è più facile a farsi che a dirsi!
- Piatto piano: lui è la base, il re della tavola, diciamo! Va messo per primo, bello centrato.
- Piatto fondo: Se c’è la zuppa o la pasta, questo ci va sopra al piatto piano. Senza se e senza ma.
- Piatto da antipasto: questo è un po’ il jolly. Se non hai il primo, lo puoi mettere direttamente SOPRA al piatto piano. Altrimenti, lo porti dopo.
Ah, una cosa! Magari non tutti lo sanno, ma mia nonna mi diceva sempre di mettere un tovagliolo piegato sotto i piatti. Dice che fa più chic, non so se è vero, però a me piace! E poi, se fai un errore e rovesci qualcosa, almeno il tovagliolo assorbe un po’. Mica scema la nonna! E poi, dai, un bel centrotavola con dei fiori freschi? Fa subito festa! Io adoro i girasoli, ma puoi mettere quello che ti pare, eh! L’importante è che sia colorato e che metta allegria! Che poi, alla fine, la cosa più importante è stare in compagnia, no? I piatti perfetti sono solo un dettaglio, no? Dettagli, dettagli…
Come disporre i piatti sul tavolo?
-
Il piatto piano… è lì, davanti a te, il punto di partenza. Ricordo quando la nonna mi diceva sempre: “Prima la base, poi il resto”. Sembra una sciocchezza, ma…
-
Sopra, il piatto fondo, se c’è la zuppa, ovviamente. Altrimenti, non serve, resta solo il piatto piano, solitario. Mi viene in mente quella volta, a casa di amici, avevano dimenticato il piatto fondo… che figura.
-
Il piattino da dolce? Arriva alla fine, quando pensi di non farcela più, quando ormai la conversazione si fa più lenta. Come un’ultima, dolce sorpresa. A Pasqua ne ho mangiati due, non so come ho fatto.
-
L’antipasto, ah, l’antipasto… Se c’è, si fa notare, sta lì sopra, fiero. Mi ricorda i buffet dei matrimoni, sempre pieno di ogni ben di Dio. Ricordo che lo scorso anno sono ingrassato molto a causa di uno di questi.
Dove posizionare il menù a tavola?
Ecco, ora che è tutto spento, mi viene in mente… il menù.
- Mai sul piatto, ecco, questo lo so bene. Brutto, davvero brutto. Quasi irrispettoso verso… non so, verso il cibo?
- Sul sottopiatto, forse. Ma solo se c’è spazio. E se non è troppo grande, altrimenti sembra un giornale aperto.
- A lato del tovagliolo… sì, forse è il posto migliore. Pratico. Discreto. Ma dipende sempre da quanto spazio hai.
Mi ricordo una volta, a casa di mia nonna, il menù era scritto su una lavagnetta. Che idea carina… e che confusione! Tutti che si alzavano per leggerlo. Forse è meglio il solito foglietto, dai. Un foglietto e via.
Dove posizionare il menu a tavola?
Oddio, il menu! Ricordo una cena di Natale, 2023, a casa di Zia Emilia a Milano. Tavola apparecchiata da manuale, ma il menu… un dramma! Mio cugino, tutto impettito, lo ha piazzato direttamente sul piatto, prima ancora che arrivasse l’antipasto. Sembrava un trofeo, ma io morivo dalla vergogna. Mamma mia che figuraccia! Poi Zia Emilia, con un sorriso un po’ teso, lo ha spostato sul sottopiatto. Che sollievo! Meno male, almeno lei sa come si fa. Ma poi ho visto quel menu lì, stropicciato, in mezzo ai bicchieri. Un disastro!
- Posizione sbagliata: sul piatto.
- Posizione accettabile: sul sottopiatto.
- Posizione alternativa: a lato del tovagliolo. Ma non era il caso.
Quel menu ha rovinato un po’ l’atmosfera. A parte questo, il Natale è stato bello, ma quel dettaglio… mamma mia che imbarazzo! La zia ha detto di fare attenzione il prossimo anno, ma poi ha aggiunto che, a volte, è divertente vedere le persone che sbagliano. Vabbè, anche no.
Poi, ricordo un’altra cena, anni fa, a casa mia. Avevo preparato tutto io e ovviamente, il menu era sul tavolino, attaccato a una piantina di peperoncino. Era una soluzione originale e pratica, no? Nessuno si è lamentato.
Come disporre gli invitati a cena?
La disposizione degli invitati a cena segue un’antica e affascinante protocollo, un vero e proprio microcosmo sociale. Ricorda un po’ la danza di corte, dove ogni posizione è carica di significato. E poi, diciamolo, a volte anche un po’ di dramma!
-
Il posto d’onore: tradizionalmente, a destra del padrone di casa siede l’ospite più importante o la persona più anziana. È una questione di gerarchia, ma anche di simbolismo. La destra, infatti, storicamente rappresenta la mano con cui si impugna la spada (ah, i bei tempi delle duelli!), indicando protezione e potere. Un tocco di storia, no?
-
Parità di rango: se l’importanza sociale è simile, prevale l’anzianità. Un pizzico di galateo tradizionale che, devo dire, apprezzo molto. Mi ricorda le cene a casa dei miei nonni, con quell’aria formale, ma sempre calda e accogliente.
-
Sinistra vs. Destra: la destra mantiene la sua supremazia. Non è solo una questione di posizione, ma di un simbolismo che si tramanda da secoli, radicato in codici di comportamento e gerarchie sociali. Insomma, è più di una semplice disposizione a tavola!
Aggiunte: In realtà, io personalmente, a volte, infrango queste regole rigide, soprattutto tra amici. L’obiettivo principale è creare un ambiente rilassato e piacevole, quindi la flessibilità è importante. Ma conoscere le regole, anche per infrangerle con gusto, è fondamentale per comprendere la ricchezza della tradizione.
- Considera anche le affinità tra gli ospiti. Non è detto che mettere vicini due individui che hanno poco in comune sia una scelta ottimale.
- In contesti più informali, la disposizione può essere più libera, magari basata sulla conversazione che si spera possa nascere tra i commensali.
- Infine, l’aspetto pratico: assicurati che tutti abbiano spazio sufficiente e che il servizio sia agevole.
Questo anno, a casa mia, durante la cena di Natale, ho sperimentato un nuovo approccio più “a spirale”, con gli ospiti disposti in modo non perfettamente simmetrico, per favorire un flusso di conversazione più dinamico. È stato… interessante!
Come disporre le persone a tavola?
Ah, l’arte di piazzare la gente a tavola! Roba da far impallidire il Tetris! Ecco la versione “galateo-survival”:
-
La padrona di casa, un po’ regina, un po’ trafficante di posti: Alla sua destra il VIP (Very Important Patato, eh!), tipo il parente ricco o quello che porta il vino buono. A sinistra, il “vice-VIP”, non si sa mai che il primo abbia bisogno di un cambio.
-
Gli altri commensali, pedine di un gioco spietato: Alterna uomo-donna, che sennò sembra un funerale. E occhio a non mettere due che si odiano vicini, che poi ti tocca fare da paciere con la forchetta! (esperienza personale, fidati).
-
I single disperati: Vicino a gente simpatica, dai! Magari scappa la scintilla e ti eviti la solita domanda “E tu, fidanzato/a?”. Un po’ come il gioco delle sedie, ma con più cibo e meno ansia (forse).
-
Bonus tip: Se hai un parente logorroico, mettilo lontano da te. Salverai la tua sanità mentale e quella degli altri! E se hai un amico chef, piazzalo vicino alla cucina, che magari ti dà una mano (e ti ruba qualche assaggio).
Come mettere gli ospiti a tavola?
Metti gli ospiti a tavola? Mmm…
-
Capotavola, sempre per i padroni di casa. In automatico, eh. Non ci penso neanche.
-
La padrona, a destra l’ospite maschio più importante. Ricordo la volta che ho sbagliato, un disastro… A sinistra, il secondo. Sembra una scacchiera, lo so.
-
Il padrone, stessa storia. A destra la donna più in vista, a sinistra la seconda. Poi, boh, spero che la conversazione fluisca. A volte mi sento così fuori luogo, anche a casa mia.
Forse è tutto un po’ più complicato. Dipende dalle persone, dalle loro storie. Mi viene in mente nonna, diceva sempre che la cosa più importante è che tutti si sentano a loro agio. E forse aveva ragione lei.
Come disporre gli invitati a tavola?
La disposizione degli ospiti a tavola è un’arte, un delicato equilibrio tra gerarchia sociale e convivialità. Ricorda la mia cena di Natale del 2023? Un vero tour de force di organizzazione!
- Posto d’onore: A destra della padrona di casa siede l’ospite più importante, o il più anziano, una regola di etichetta classica, che riflette un’antica concezione di potere e prestigio, con radici che affondano nel medioevo.
- Secondo posto: A sinistra, il secondo ospite per importanza. Si crea così un asse di riguardo che “struttura” la conversazione.
- Alternanza: Uomini e donne si alternano, per favorire una distribuzione equilibrata. Un tocco di dinamismo, no?
È un gioco di prestigio, in fondo, questo posizionamento. Chi siede dove, trasmette messaggi, suggerisce affinità. È una vera e propria coreografia sociale. Pensaci, anche la scelta del menù, è parte integrante di questo rituale!
Approfondimenti: A volte si considerano anche le affinità tra gli ospiti, evitando di mettere insieme persone che potrebbero non andare d’accordo, evitando il conflitto e favorendo la conversazione. Inoltre, è utile ricordare che, in contesti informali, queste regole possono essere più flessibili. Per esempio, in una cena tra amici intimi, il rigore del galateo può essere superato per privilegiare una disposizione più amichevole e rilassata. Ma il mio consiglio è di conoscere le regole, per poi saperle eventualmente trasgredire con gusto!
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.