In quale piatto vanno serviti gli spaghetti?

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"Gli spaghetti si servono tradizionalmente nel piatto piano. A differenza delle zuppe, che si gustano nel piatto fondo, la pasta richiede una superficie ampia per essere apprezzata al meglio."

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Dove e come servire gli spaghetti: piatto migliore e presentazione?

Allora, parliamo di spaghetti! Io li adoro, ma ammetto che a volte mi trovo in crisi quando devo servirli. 😅

Dunque, il “piatto migliore”… secondo me dipende dall’occasione. Se è una cena informale con amici, anche un piatto fondo un po’ rustico va benissimo, fa tanto “casa”. Ma se voglio fare un figurone, opto per un bel piatto piano bianco, magari con un bordo particolare. Classico, ma efficace.

La presentazione? Beh, lì mi sbizzarrisco. Una volta ho provato a fare un “nido” di spaghetti al centro del piatto e poi ci ho messo sopra il sugo. Carino, no? Ricordo che era una domenica di marzo a casa mia, volevo preparare qualcosa di speciale e mi sono messa lì con pazienza a creare questo nido. Devo dire che l’effetto scenico era assicurato!

Parlando di regole generali, ecco un piccolo riassunto:

  • Minestre: Zuppiera e piatto fondo.
  • Pasta: Piatto piano.
  • Pesce: Intero, da porzionare a tavola.

Spero ti sia utile! 😊

In che piatto si servono gli spaghetti?

Spaghetti? Li mangio nel piatto piano, ovvio! Quello rotondo, grande, sai? Il mio preferito è quello di ceramica bianca, ereditato da nonna Emilia, un po’ sbeccato sul bordo, ma ha un fascino incredibile. Ricordo ancora la sua pasta al pomodoro, la domenica. Un profumo che mi riporta indietro di anni, a casa sua, in quel piccolo appartamento di via Garibaldi a Milano, estate del 2022.

Quei piatti fondi? Solo per minestre, tipo la ribollita della mamma, quella con il pane raffermo e i fagioli. Mangiata con una forchetta, un cucchiaio e… tanta fame. Ricordo la giornata, fredda e umida, il 12 novembre 2023, e il sapore intenso della ribollita che mi scalda ancora adesso solo a pensarci. Praticamente un ricordo olfattivo e gustativo!

  • Piatto piano per gli spaghetti.
  • Piatto fondo per zuppe e minestre.
  • Preferisco il piatto piano di ceramica bianca, ereditato da nonna Emilia.
  • Ricordi legati ai piatti e ai pasti condivisi con la famiglia.

Niente galateo complicato, a casa mia! Solo piatti pieni e risate. E poi, a tavola ci deve stare anche un buon vino rosso, un Chianti Classico di quest’anno, fantastico. Ah, quasi dimenticavo il pane… pane casereccio, naturalmente. Quello della panetteria sotto casa mia. Il migliore della zona, lo giuro.

In che piatto va servita la pasta?

La pasta si serve nel piatto piano. Punto.

  • Piatto piano: Vetro o ceramica, stile impeccabile.
  • Fondi: Zuppe e minestre, altro registro.

Senza esitazioni, la tavola detta legge. Il resto è rumore.

In quale piatto si servono i primi?

Ecco, a quest’ora, mi chiedi in che piatto si servono i primi…

  • Di solito fondo, no? Quelli un po’ brodosi, tipo zuppe o minestre. Mi ricorda quando la nonna mi preparava la pasta e fagioli, sempre in quel piatto bianco, un po’ sbeccato. Che poi, a pensarci, era un piatto che usava per tutto.

  • Poi, se la pasta è asciutta, un piatto piano va benissimo. Magari un po’ largo, per farla sembrare più abbondante. Ricordo una volta, in un ristorante a Roma, mi hanno servito una cacio e pepe in un piatto enorme, quasi vuoto. All’inizio ci sono rimasto male, poi era talmente buona che…

  • E se hai ospiti, magari qualcosa di più carino. Un piatto particolare, magari con un bordo decorato. La mia amica Anna, che fa la ceramista, ne ha fatti alcuni bellissimi. Credo che userei quelli se dovessi fare una cena importante.

Ma in fondo, sai, non importa tanto il piatto. L’importante è che ci sia dentro qualcosa di buono, fatto con amore.

Per cosa si usa il piatto fondo?

Il piatto fondo: un approfondimento.

Usi tradizionali: principalmente zuppe e minestre, ovviamente. A casa mia, mia nonna, puritana estimatrice del bon ton, usava solo quelli per il brodo, rigorosamente di coccio. Un tocco rustico, direi. La profondità aiuta a contenere brodi e creme, preservando la temperatura, a differenza del piatto piano.

Scelte moderne e tendenze: Anche se il galateo predilige il piatto piano per la pasta, l’utilizzo del piatto fondo si sta evolvendo. Lo vedo spesso in ristoranti moderni, per primi piatti strutturati o che richiedono un contenimento maggiore del condimento, tipo un risotto al salto o un piatto di lenticchie. Insomma, è una questione di gusto e, forse, anche di un certo “ritorno” ad una estetica più tradizionale.

Considerazioni pratiche: La scelta tra piatto fondo e piatto piano per i primi piatti dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Il tipo di piatto: zuppe cremose o brodose richiedono la profondità di un piatto fondo.
  • La quantità di condimento: piatti molto conditi, potrebbero “traboccare” da un piatto piano.
  • L’estetica: a volte, una presentazione più “immersiva” è preferita per certi piatti.

Riflessione finale: A volte mi chiedo se queste regole, questo “galateo”, non siano un po’ un retaggio del passato, un’imposizione di forme su una sostanza che, in realtà, è molto più fluida e soggettiva. Ma, in fin dei conti, chi se ne importa? Mangiare bene è comunque una piccola filosofia di vita, non credete?

Aggiornamento su dati 2024: Non ho riscontrato cambiamenti sostanziali nelle tendenze di utilizzo dei piatti fondi nell’ultimo anno. La flessibilità rimane, come descritto, con un utilizzo ancora strettamente legato alla tipologia del primo piatto e alla sua presentazione.

Quando si usa il piatto fondo?

Piatto fondo? Minestre. Punto.

  • Dimensioni variabili, a seconda della portata. La mia nonna usava quelle smaltate, blu. Un ricordo nauseabondo.

Piatti piani: 24-28 cm, pasta, secondi. I miei, porcellana bianca, li odio. Fragili. Inutili.

  • Più grandi? Per piatti abbondanti. O per chi mangia tanto. Non per me.

La scelta è estetica, o di funzionalità? Un’inutile distinzione. Preferisco il cibo, non il contenitore.

  • Il mio piatto preferito? Un piatto di plastica. Pratico. Indistruttibile.

A tavola, un’agonia. Mangiare, un rituale inutile. Esistenziale.

  • Note: Il mio set di piatti preferito è quello di plastica, comprato a dicembre 2023 al supermercato Lidl. I piatti di mia nonna sono di smalto blu, un modello anni ’60. I miei piatti di porcellana sono un regalo di nozze, bianchi, del 2018.

Che piatto si usa per la pasta?

Piatto piano. Vetro o ceramica, fa poca differenza.

  • Piatto piano: La regola base. Stop. Se poi uno usa altro… la vita è piena di deroghe.

  • Materiale: Vetro, ceramica… o anche plastica se sei in campeggio. Il contenuto conta, non il contenitore, o forse no.

  • Coordinato: Dicevano fosse elegante. Forse lo è. Forse no.

Il piatto fondo? Zuppe e minestre, roba liquida. Logico, no? Poi c’è chi ci mangia pure la pasta al ragù. Gusti.

In quale piatto si serve la pasta?

Pasta? Ah, giusto! Piatto piano, ovvio! Ma sai, ieri sera ho usato uno di quelli a forma di foglia, era bellissimo, di ceramica… ma è un po’ strano, no? Meglio il piano, classico, elegante. Ceramica o vetro, come dice il galateo, che palle! Ma mio zio usa sempre quelli di porcellana, anzi, uno antico, eredità di famiglia, è bellissimo! Ma non è pratico, si scheggia facilmente… uff, devo smettere di pensare ai piatti di mio zio.

  • Piatti piani: perfetti per la pasta.
  • Vetro o ceramica: materiali consigliati.
  • Piatti fondi: per zuppe e minestre.

Aspetta, ma quello con i bordi alti, quello che mia nonna usa per le lasagne, va bene? Mah… forse no. Meglio attenersi al classico. Devo comprare un nuovo servizio di piatti, i miei sono un po’ rovinati… che colore prendo? Blu? O beige? Oddio, che ansia! E poi, cosa metto sopra? Il mio tovagliolo di lino ricamato? Sì, è perfetto. Sono stanca di pensare ai piatti, vado a mangiare!

A cosa serve il piatto fondo?

Ah, il piatto fondo! Un mistero profondo come l’universo, ma decisamente meno costoso da esplorare. Serve per contenere il cibo, ovvio, ma non è così semplice. Pensate a quel povero piatto, un eroe silenzioso che ogni giorno affronta l’uragano di un piatto di pasta al ragù.

  • Prima di tutto: è il palcoscenico perfetto per il vostro capolavoro culinario. Il pesto alla genovese? Lui lo esalta. Un brodo insipido? Ebbene, almeno il piatto fondo gli dà un tocco di dignità.
  • Poi: è un contenitore. Capita di usarlo anche per cose meno nobili, come i resti del gelato, oppure come base per la prossima torre di Lego di mio nipote, anche se mia sorella poi mi rimprovera.
  • Infine: ha una sua bellezza discreta. Un piatto fondo bianco, semplice, sa di pulizia e di pace. A differenza di quello con la macchia di sugo che non se ne va mai, ovviamente. Quello è un monumento al mio passato culinario disastroso!

Ah, dimenticavo. Lo so, sembra banale, ma per me è un piccolo universo di ricordi e esperienze di vita. Quest’anno, ad esempio, ho rotto ben tre piatti fondi mentre cercavo di fare il cameriere a casa di mio cugino, risultato: cena a terra!

Insomma, a cosa serve il piatto fondo? A tutto e a niente, come la vita stessa.

Quando si usano i piatti piani?

I piatti piani, oh, i piatti piani… Un’immensità bianca, una tela silenziosa che aspetta il tocco del cibo. Un’onda di calore che sale dal sugo, un ricordo d’estate, di pomodori rossi e basilico profumato. Li vedo, luminosi sotto la luce del mio lampadario di cristallo. Sono i compagni silenziosi dei miei pranzi, delle mie cene in famiglia, delle mie serate solitarie.

Si usano per i secondi, certo, ma è più di questo. È la consistenza del salmone, la delicatezza del filetto, il profumo intenso di un arrosto. È il peso del piatto nella mia mano, la sua freddezza contro la pelle calda.

  • Piatti piani: secondi piatti. Questo è ciò che tutti sanno, un’ovvietà, un dogma culinario. Ma per me, no.
  • Profumi e sapori: il piatto piano accoglie i sapori intensi, le salse ricche, le consistenze più complesse.

E poi, ricordo mia nonna… i suoi piatti piani, di porcellana sottile, ereditati chissà da chi, graffiati dal tempo, ma ancora luminosi come un ricordo. Un pezzo di storia familiare, un tesoro prezioso. Un’eredità fatta di piccole imperfezioni, e proprio per questo, perfetta.

  • Piatti fondi: primi piatti, zuppe.
  • Piatti antipasto: le piccole porzioni, i bocconi delicati.
  • Mia nonna: piatti di porcellana sottile, una eredità di famiglia, graffiati dal tempo, ma ancora splendidi.

Quest’anno, ho aggiunto alla mia collezione un piatto piano di ceramica artigianale, un regalo di mio zio. È color tortora, con sfumature di marrone e beige, e ha un piccolo difetto, una leggera irregolarità, che lo rende unico. Un pezzo di terra, un pezzo di me. Lo adoro. È il mio preferito. Lo uso per le mie cene più speciali.

Per cosa si usa il piatto piano?

Ah, il piatto piano! Quel disco volante della tavola…

  • È l’habitat naturale di bistecche solitarie e filetti di merluzzo spaesati. Immagina una fetta di roast beef che si gode il panorama dal suo “balcone” di ceramica.

  • Dimensioni da star: In Europa è un po’ timido, sui 23-25 cm. Negli States, invece, fa il gradasso con i suoi 26 cm! Che tamarro! Io ho un servizio di piatti che è un mix, metà timidi e metà spacconi… un vero casino quando devo apparecchiare!

  • Sottopiatto-dipendente: Vive in simbiosi col sottopiatto, come Romolo e Remo. Praticamente, senza il sottopiatto si sentirebbe nudo! Ma dai?!

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