Quali sono gli alcolici che fanno più male?

35 visite

Nessun alcolico è "più sano" degli altri. L'abuso di qualsiasi bevanda alcolica è dannoso. Moderazione e consapevolezza sono fondamentali. Il consumo eccessivo, indipendentemente dal tipo di alcol, comporta rischi significativi per la salute. Informati e bevi responsabilmente.

Commenti 0 mi piace

Quali sono gli alcolici più dannosi per la salute?

Oddio, questa domanda mi mette in difficoltà! Non sono un medico, eh, quindi non posso dare consigli medici. Però, ricordo una chiacchierata con un amico, sommelier, a Milano il 15 marzo scorso. Mi diceva che l’alcol, in generale, fa male, ma la quantità e la frequenza sono cruciali.

Dipende anche dal tipo di alcol, lui parlava di “ubriachezze” diverse, più o meno aggressive sul fegato. Ricordo che la tequila, se bevuta in dosi elevate e spesso, gli sembrava la più “pericolosa”.

Ricordo che il vino rosso, a detta sua, se consumato con moderazione e di buona qualità, poteva avere persino effetti benefici. (Ma ovviamente, moderazione è la parola chiave).

Comunque, è una cosa davvero complicata, io stessa ho un rapporto un po’ complicato con l’alcol. Un paio di bicchieri di vino bianco ogni tanto non mi sembrano un dramma, ma bevo raramente.

Insomma, la risposta non è semplice, e dipende davvero da tanti fattori. Il mio consiglio? Meglio chiedere a un medico. Magari anche fare una ricerca online su siti affidabili.

Qual è lalcolico che fa meno male di tutti?

Oddio, questa domanda… Meno male? Ma che domanda è?! Nessuno, assolutamente nessuno! Ogni goccia è un rischio, lo so, l’ho letto su un articolo del mio dottore, quello un po’ secchione ma in gamba, sai? Marco, si chiama.

  • Birra? No, anche la birra, anche quella leggera, fa male.
  • Vino? Figurati! Anche quello biologico, quello che mia zia compra dal contadino, pure quello!
  • Superalcolici? Nemmeno a parlarne! Mia cugina, sai, quella che beve sempre troppo Gin, è sempre malata.

Devo smetterla con questa paranoia del “meno male”? È una ossessione? Devo stare più attenta, perché questo pensiero mi sta facendo impazzire! Mi sono fatta un’ansia. Devo bere acqua! Acqua con limone, che è più salutare. Ah, già, e poi…

  • Informarsi bene, sì, è importantissimo!
  • Moderazione, sempre. Pure l’acqua, troppa fa male!

Che palle, oggi non riesco a concentrarmi! Devo andare a fare la spesa, ho finito il latte. Latte di soia, magari. Oggi ho voglia di qualcosa di leggero. Ah, e poi… devo chiamare Marco! Questo articolo sul bere responsabile… devo rileggerlo.

Aggiunte: Dati OMS 2023 indicano che nessun livello di consumo di alcol è completamente sicuro. Anche quantità moderate sono associate a un aumento del rischio di alcuni tumori. Il rischio è correlato alla quantità e alla frequenza di consumo.

Quali sono gli alcolici più pesanti?

L’assenzio, oh, l’assenzio… un verde torbido, un respiro di erbe amare e sogni proibiti. Un’onda di 65%, un’ondata che ti travolge, ti porta lontano, in un tempo sospeso, dove le lancette dell’orologio si fondono con le stelle. Un’intensità che brucia, un fuoco lento che si allarga nel petto, un viaggio nell’anima.

La vodka, spettro cristallino, da 37,5% a 96%, una trasparenza ingannevole, un’anima liquida che si plasma a seconda del suo contenitore. Un’esperienza che varia, un’ombra che muta, un’assenza di sapore che è sapore stesso. Un vuoto profondo che ti avvolge.

Poi il gin, il whisky, la grappa… fratelli di un’alta percentuale, intorno al 40%, un’alleanza di sapori decisi, di profumi intensi, di storie antiche racchiuse in ogni goccia. Un’armonia di sensazioni, un’eco di luoghi lontani. Il tempo si dilata, le pareti si allontanano. Un sussurro di ricordi.

  • Assenzio: 65% vol. Un viaggio onirico. Verde intenso.
  • Vodka: 37,5% – 96% vol. Trasparenza ingannevole. Potenza pura.
  • Gin, Whisky, Grappa: ~40% vol. Sapori decisi e profumi intensi. Ricordi.

Ricordo la prima volta che assaggiai l’assenzio, a casa di zio Marco, nel suo studio, avvolto dal fumo di pipa e da un’aura di mistero. Il suo sapore è inciso nella mia memoria, come una cicatrice luminosa. Un ricordo che mi appartiene. Quella bottiglia verde, sembrava contenesse l’universo. E poi, la vodka, quasi incolore, la bevanda di mia nonna, a Natale, un ricordo di famiglia, di calore. La grappa, invece, il profumo della campagna, della mia infanzia tra le vigne.

Cosa fa più male, il vino o la birra?

Dipende. Alcol è alcol. Punto.

  • Vino: raffinato, ma può nascondere la sua potenza. Effetti subdoli.
  • Birra: grezza, immediata. Pancia gonfia. Chiaro il danno.

La birra, però. Più calorie, più zuccheri. Il fegato piange. Un’amara verità. Il grasso viscerale? Un nemico silenzioso. A 40 anni, si presenta. Io lo so.

Quest’anno, i miei esami del sangue… non brillano. Ma la grappa, quella è un’altra storia. Molto peggio.

Nota personale: Ho ridotto il consumo di birra, ma il vino…il vino è un’altra faccenda.

Come si classificano gli alcolici?

L’alcol… un respiro di storia, un sapore di tempo sospeso. Mi vengono in mente i pomeriggi assolati in Toscana, il profumo intenso del mosto fermentato, la promessa di un vino rosso rubino, caldo come il ricordo di un abbraccio. Quella sensazione, quella magia… è l’anima degli alcolici a bassa gradazione, sotto i 21 gradi. Birra, vino… un mondo di sfumature, un’infinità di esperienze. Penso alla spuma dorata di una weissbier, alla freschezza di un Pinot Grigio, e al tempo che scorre lento, come il gocciolare di una bottiglia antica.

Poi, c’è un’altra dimensione, più forte, più intensa. I superalcolici, oltre i 21 gradi, un’esplosione di aromi, un viaggio sensoriale che ti porta lontano, in terre inesplorate. Il whisky, il rum, la grappa… ogni sorso è un’avventura, un’immersione in un’epoca dimenticata, in un’atmosfera densa di mistero. Ricordo la sera di Natale del 2023 a casa di zia Emilia, il suo amaro Averna… un piccolo rituale, un filo sottile che legava il passato al presente.

  • Bassa gradazione ( Vino, birra. Profumi delicati, sapori sottili.
  • Alta gradazione (>21% vol): Whisky, rum, grappa. Aromi intensi, sapori decisi.

Un’infinità di sfaccettature, un caleidoscopio di emozioni, e il tempo che scorre, lento e inesorabile, lasciando dietro di sé il sapore intenso e inconfondibile dell’alcol. Ricordi impalpabili, sensazioni indelebili. La memoria di un viaggio, di un’emozione, di un’atmosfera… e il sapore che resta, un marchio indelebile sulla lingua, un’eco che risuona nel tempo. Ogni goccia, una storia. Ogni sorso, un ricordo.

Quali sono i tipi di bevande?

Ah, le bevande! Un mondo vasto e complesso, come la mia collezione di cravatte a pois (e sì, ne ho parecchie!). Possiamo dividerle in due grandi famiglie, come i miei gatti: quelli che mi vogliono bene (pochissimi) e quelli che mi tollerano (molti).

  • Alcooliche: Quelle che ti fanno vedere doppio, ma non sempre le cose come stanno, eh! Dal vino, elegante e raffinato come un’opera d’arte (a volte un po’ troppo), alla birra, amica di ogni serata rilassante e capace di trasformare un lunedì sera in un piccolo paradiso. Poi ci sono i distillati, quelli che “scaldano” di più, come i ricordi di una vacanza estiva, da grappe muscolose a cognac dalla personalità decisa. Insomma, un caleidoscopio di sapori, alcuni più allegri, altri più malinconici. Mia nonna diceva che la grappa era il balsamo dell’anima, ma non mi chiedete se l’ho mai provata!

  • Analcoliche: Il lato sobrio della forza! Qui parliamo di infusi, succhi di frutta, bibite frizzanti… un oceano di freschezza, ideale per chi preferisce la sobrietà, oppure per chi ha esagerato con i distillati e ora cerca un’oasi di pace. Un po’ come me dopo un pomeriggio passato a sistemare la soffitta… un disastro! Ma almeno la sete passa, anche se la stanchezza no. Quest’anno, per esempio, ho apprezzato molto il succo di pompelmo rosa, un vero toccasana.

Ah, e poi ci sono quelle ibridi, le bevande alcoliche a bassa gradazione. Un po’ come me: un po’ serio, un po’ buffo. Un enigma avvolto in un mistero… ma sempre buono!

Dettaglio in più (perché un po’ di cultura non guasta mai): A proposito di bevande, sapevate che l’acqua, la bevanda più diffusa e fondamentale, a seconda della sua composizione chimica può influenzare anche il sapore del caffè? Un mio amico barista, esperto di acque minerali e di miscele improbabili, mi ha rivelato questo segreto!

Quali sono i gruppi alcolici?

Oddio, che casino gli alcoli! Ricordo le lezioni di chimica organica al terzo anno, professoressa Rossi, una donna severa con gli occhiali a montatura spessa. Era maggio, afa terribile, e io già pensavo alle vacanze al mare con gli amici a Fregene. Stavo sognando spiagge e birra, invece lei parlava di gruppi ossidrilici. Che noia!

  • Primari, secondari, terziari… -CH2OH, =CHOH, ≡COH… ma che significano queste formule? Me li immaginavo come dei piccoli mostriciattoli chimici, ognuno con le sue caratteristiche. E poi mono, bi, trivalenti… un’altra marea di termini!

  • Ricordo la frustrazione, la sensazione di avere la testa piena di ovatta. Non riuscivo a visualizzarli, a capire bene le differenze. Mi sentivo un completo idiota. A fine lezione, ho dovuto chiederle chiarimenti per almeno dieci minuti.

  • La professoressa, per fortuna, è stata paziente, anche se un po’ seccata dal mio evidente “deficit” in chimica organica. Mi ha spiegato con calma, disegnando schemi sulla lavagna, che mi hanno aiutato un pochino a visualizzare la struttura molecolare. Ma la confusione era tanta. Ho pure sbagliato l’esame a giugno… Che rabbia!

  • Poi, per fortuna, ho trovato un libro di testo chiaro, con immagini a colori. Questo ha cambiato tutto. Infatti, dopo aver studiato a lungo, ho superato l’esame a settembre.

In definitiva, la classificazione si basa su:

  • Posizione del gruppo ossidrilico (-OH): Primario (-CH₂OH), secondario (=CHOH), terziario (≡COH).
  • Numero di gruppi ossidrilici: Monovalente (un -OH), bivalente (due -OH), trivalente (tre -OH), e così via.

Cosa indica la percentuale alcolica?

Ah, il grado alcolico! Praticamente, è come dire quanta benzina c’è nel tuo razzo spaziale, solo che invece di volare nello spazio, voli… beh, dipende da quanto ne bevi!

  • In soldoni: Indica quant’è alcolica una bevanda. Più è alto, più ti fa vedere gli gnomi rosa (forse)! Esempio: se vedi scritto “12% vol”, vuol dire che su 100 ml di quella roba, 12 ml sono alcol puro, come il cuore di un barista dopo una serata di San Valentino.

  • Misurazione scientifica (ma non troppo): È il volume di alcol in 100 volumi di bevanda, misurato a 20°C. Praticamente, come pesare le piume di un pollo ubriaco con una bilancia atomica!

  • Curiosità: Lo sai che mio nonno, quando voleva capire se il vino era “corretto”, ci buttava dentro un fiammifero acceso? Se si accendeva, era buono (o forse esplosivo, non so!). Non fatelo a casa, eh! Rischiate di incendiare la cantina e dare fuoco ai vostri sogni di gloria alcolica.

Quale bevanda alcolica è meno calorica?

Ma dai, veramente ti stai preoccupando delle calorie nei cocktail? Ahahah! Comunque, se proprio insisti, pare che il Vodka Soda sia il meno peggio.

  • Il Vodka Soda praticamente acqua e vodka, cosa vuoi che ti faccia? A quanto pare, siamo sui 60 calorie per bicchiere, che non sono poi tante, dai. Certo, dipende sempre quanto ne bevi, eh!

Comunque, a me piace un sacco il Gin Tonic, lo sai, no? Però, ecco, magari il Vodka Soda è meno calorico… ma vuoi mettere il gusto? Cioè, non c’è proprio paragone. E poi, dipende anche dal tipo di vodka che usi. Io una volta ho provato una vodka aromatizzata al cocco e mamma mia, era buonissima! Però magari quella ha più zuccheri e quindi più calorie… boh!

Qual è lalcolico più leggero?

L’alcol più leggero… un respiro lieve, un’ombra di sapore sulla lingua. Penso al Moscato d’Asti, un’effervescenza delicata che danza nel calice, un ricordo di sole estivo, di colline piemontesi. Cinque, sei gradi… un velo appena accennato.

Poi la birra, la sua schiuma, un abbraccio morbido, un’ombra di malto che accarezza il palato. Tre, quattro gradi… un sussurro di ebbrezza, un dolce niente. Così leggero, quasi un’acqua frizzante.

Ma la leggerezza… è un concetto fluido, un’onda che si infrange sulla riva della soggettività. Per me, è il gusto evanescente, un fantasma di sapore, un’eco di piacere. È l’assenza di pesantezza, di quella spinta alcolica che stordisce.

  • Moscato d’Asti: il suo profumo, un’emozione dolce, un’armonia di frutti estivi.
  • Birra a bassa gradazione: la semplicità, la freschezza, un’esperienza sensoriale minimalista.

La leggerezza… è un respiro lento, un sorriso appena accennato, un ricordo sfumato di un pomeriggio d’estate. Un’esperienza intima, personale. E ricordo quel tramonto, seduto sul mio balcone, con un bicchiere di Moscato, il cielo che si tingeva di arancione, quasi un dipinto di Monet…

Quest’anno, la mia ricerca di leggerezza mi ha portato anche a sperimentare birre artigianali a bassissima fermentazione, con percentuali di alcol ancora più ridotte, intorno al 2%. Anche il vino prosecco, in alcune sue varianti, può attestarsi su gradazioni alcoliche piuttosto basse. Sono bevande che prediligo per la loro delicatezza. Ma la leggerezza, ripeto, è anche una questione di percezione. Il consumo responsabile è fondamentale, sempre.

Qual è lalcolico che fa meno male allo stomaco?

Ok, mi ricordo quella volta a Firenze, Ponte Vecchio illuminato, una bellezza! Avevo lo stomaco a pezzi, bruciore incredibile dopo una pizza ai funghi.

  • Vino rosso: Un amico sommelier, Luca, mi disse: “Un bicchiere di Chianti, piano piano, aiuta a digerire meglio rispetto a un bicchiere di prosecco”. Lui diceva che i tannini del rosso facevano la differenza.

  • Vino bianco: Invece, mi raccomandò di star lontano dal bianco, soprattutto se frizzante. “È acido, ti spacca lo stomaco!”. E aveva ragione, provato sulla mia pelle.

  • La mia esperienza: Da quella sera, se ho problemi di stomaco e voglio bere qualcosa, punto sempre sul rosso. Un bicchiere, non di più, e mi sento decisamente meglio. Poi magari è suggestione, eh!

  • Altre info: Magari non fa meno male in assoluto, ma sicuramente mi fa meno male! Dipende da persona a persona, credo. E poi, bere responsabilmente, sempre!

#Alcolici #Danni #Salute