Quali sono i principi della somministrazione del pasto nella persona disfagica?

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Per una deglutizione sicura, la persona disfagica dovrebbe consumare piccoli bocconi, attendendo la completa deglutizione precedente prima di introdurne un altro. Verificare lassenza di residui in bocca e tossire di tanto in tanto per liberare le vie aeree.

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La Somministrazione del Pasto nella Disfagia: Un Approccio Multifattoriale alla Sicurezza

La disfagia, ovvero la difficoltà a deglutire, rappresenta una condizione complessa che richiede un approccio multidisciplinare e attento alla sicurezza del paziente. La semplice azione di alimentarsi, data per scontata nella maggior parte delle persone, diventa un atto delicato e potenzialmente pericoloso per chi soffre di questo disturbo. La somministrazione del pasto, pertanto, non può essere affidata al caso, ma necessita di un protocollo preciso e personalizzato, basato su principi fondamentali volti a prevenire rischi di aspirazione polmonare e soffocamento.

Uno dei principi cardine è la frazionamento del pasto. Invece di porzioni abbondanti, il cibo deve essere somministrato in piccoli bocconi, di consistenza e dimensioni adeguate alle capacità individuali del paziente. Questa strategia permette un migliore controllo del bolo alimentare e riduce il rischio di sovraccaricare il meccanismo della deglutizione. È fondamentale che il paziente attenda la completa deglutizione di un boccone prima di introdurne un altro. La fretta e la somministrazione di bocconi troppo grandi possono compromettere la sicurezza, aumentando il rischio di aspirazione.

La monitorizzazione costante è altrettanto cruciale. Dopo ogni boccone, è necessario verificare attentamente la presenza di residui alimentari nella bocca del paziente. La persistenza di cibo in cavità orale rappresenta un chiaro segnale di difficoltà di deglutizione e aumenta il rischio di aspirazione, soprattutto durante il sonno. In questi casi, è fondamentale intervenire prontamente, aiutando il paziente a pulire la bocca con delicatezza.

La tosse svolge un ruolo protettivo importante. Una tosse occasionale durante il pasto può indicare la presenza di cibo nelle vie aeree superiori. Incoraggiare il paziente a tossire, se necessario, contribuisce a rimuovere eventuali particelle alimentari che potrebbero compromettere la respirazione. Tuttavia, una tosse persistente o difficile da controllare richiede un’immediata valutazione medica.

La postura durante l’assunzione del cibo influisce significativamente sulla sicurezza della deglutizione. Una posizione eretta, con la schiena dritta e il mento leggermente abbassato, facilita il passaggio del bolo alimentare verso l’esofago, riducendo il rischio di aspirazione.

Infine, è imprescindibile sottolineare l’importanza della personalizzazione del piano alimentare. Ogni persona disfagica presenta un quadro clinico unico, con difficoltà specifiche. La valutazione logopedica è fondamentale per determinare la consistenza e la tipologia di alimenti più adatti, garantendo un’alimentazione sicura ed efficace. Questo potrebbe includere l’utilizzo di modificazioni di consistenza (purea, tritato, ecc.) e di tecniche di deglutizione specifiche.

In conclusione, la somministrazione del pasto in una persona disfagica non è un semplice atto di assistenza, ma un’azione complessa che richiede competenze specifiche, attenzione costante e un approccio personalizzato. Solo un’attenta osservazione, combinata con una valutazione professionale, può garantire la sicurezza e il benessere del paziente, permettendogli di nutrirsi con dignità e senza rischi.