Quando il latte è da buttare?

Oh, mamma mia, il latte! Questo eterno dilemma, questa lotta quotidiana contro la data di scadenza. Dieci giorni per quello fresco? Ma scherziamo? A me sembra sempre troppo poco, giuro! Ricordo una volta, l’avevo sniffato, perché sembrava un po’ strano, e… aveva un odore strano, un po’ acidulo. L’ho buttato via, ovviamente. Che spreco, eh? Ma preferisco mille volte buttare via un cartone che rischiare una bella intossicazione.

Quello UHT, poi, novantanove giorni… ma davvero? Secondo me è una follia! Certo, comodo, pratico, perfetto per la borsa della spesa per le emergenze… ma quel sapore… quella consistenza… è come bere un liquido sintetico, no? Non lo sopporto proprio. Ricordo mia nonna, che usava solo quello, perché diceva che durava di più. Ma che sapore aveva! Preferivo mille volte il latte fresco della fattoria, che mia zia ci portava, anche se durava una settimana.

Sei mesi per quello sterilizzato? Mamma mia, un’eternità! Non ci credo neanche. Non oso immaginare che sapore avrà dopo tutto quel tempo. Magari è anche buono, non so, ma io… io non ci provo nemmeno. Preferisco il profumo del latte fresco, quello che sa di pulito, di prato, di mucca felice!

Insomma, date di scadenza o no, il mio metodo è semplice: naso e occhio. Se puzza, è da buttare. Se è strano, è da buttare. Se dubito, è da buttare. Punto. E poi, diciamocelo, fidarsi del proprio istinto è fondamentale, no? È una cosa che si impara col tempo, un po’ come capire quando un amico è davvero un amico, o se la pasta è cotta al punto giusto! A volte sbaglio, certo, ma almeno non rischio di ammalarmi!