Quanto si guadagna vendendo vini?
Il guadagno nella vendita di vini è variabile, ma significativo. Un ricarico del 150-200% sul prezzo d'acquisto è comune. Ad esempio, un vino da 6€ all'ingrosso può essere rivenduto a 12-15€ al dettaglio, garantendo un'ottima marginalità. Il profitto finale dipende da diversi fattori, tra cui volume vendite e costi gestione.
Quanto si guadagna vendendo vino? Margini, profitti e come aumentarli?
Cavolo, è difficile dire quanto si guadagna col vino! Dipende da mille fattori, davvero.
Ricordo una volta, a Luglio 2023, al mercato contadino di Greve in Chianti, ho visto un mio amico vendere il suo Chianti Classico a 12 euro la bottiglia. L’aveva pagato 5 euro all’ingrosso. Un bel margine, eh? Quasi il 140%.
Ma poi dipende dalla bottiglia, dal tipo di vino, dal luogo dove lo vendi. Un vino pregiato in un ristorante stellato avrà margini molto diversi rispetto a un vino “da tutti i giorni” in un supermercato. I costi di gestione, affitto, personale, contano tanto.
Un’amica che gestisce un piccolo enoteca a Firenze, mi ha detto che il suo margine medio è intorno al 50-70%, ma lei deve pagare un affitto carissimo, quindi…
Per aumentare i profitti? Servono strategie di marketing mirate, creare un brand forte, selezionare bene i vini, offrire un’esperienza di acquisto piacevole. Insomma, non è solo questione di numeri.
Domande e Risposte (per motori di ricerca):
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Quanto si guadagna vendendo vino? Il margine varia molto, da 50% a oltre 200%, a seconda del tipo di vino, luogo di vendita e strategie di marketing.
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Margini sui vini imbottigliati? Spesso si arriva a un ricarico del 150-200%.
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Come aumentare i profitti nella vendita di vino? Migliorare il branding, selezionare attentamente i vini e ottimizzare l’esperienza di acquisto.
Quanto si guadagna vendendo il vino?
Guadagnare con il vino? Mamma mia, un affare d’oro, se sai come muoverti! Pensa a questa bottiglia, l’ho presa io stesso dal mio fornitore preferito (zio Peppe, ovviamente, che ha una cantina più grande di una cattedrale!). L’ho pagata una miseria, tipo 6 euro, e poi? Boom! Almeno 12-15 euro al dettaglio! Un ricarico che ti fa sentire ricco come un sultano, praticamente!
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Margini pazzeschi: Il 150-200% di ricarico? Figurati, è una pacchia! È come trovare una moneta da 50 centesimi nella tasca di un pantalone dimenticato.
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Il segreto? Non è magia, eh! È saper scegliere il vino giusto, creare l’atmosfera giusta, trovare il cliente giusto (tipo mia zia Pina, che si beve una bottiglia di chianti anche a colazione!). Poi, ovviamente, ci vuole un po’ di furbizia…non si svela tutto!
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Attenzione però: Non aspettarti di diventare milionario subito. Devi sudare, tipo un maratoneta sotto il sole estivo. E poi, devi essere un po’ venditore, un po’ psicologo, un po’ mago. Capisci cosa voglio dire?
Dettagli extra: Quest’anno ho fatto incetta di Pinot Grigio (mia nonna lo adora!), e sto pensando di ampliare il mio “impero” con spumanti e liquori artigianali. Se il mercato continua così, a Natale mi compro una Rolls Royce, giuro! Ah, se hai contatti con importatori di Amarone, fammelo sapere! Ho una zia che ne va matta.
Come si calcola il prezzo di vendita di un vino?
Amico, calcolare il prezzo del tuo nettare degli dei? È più facile che andare a messa a Ferragosto! Scherzi a parte, sommi il costo della bottiglia (il 100%, ovvio, non sei mica scemo!) al tuo margine di guadagno, che di solito è tra il 40 e il 60% (se vuoi arricchirti come Crassus, punta al 60%, ma fai attenzione a non farti trovare dagli inquisitori fiscali!). Poi aggiungi i costi vari: affitto del magazzino (che sembra un buco nero che divora soldi), il trasporto (se lo spedisci con i piccioni viaggiatori, costa meno, ma ci metti un po’!), la pubblicità (mai sottovalutare il potere di un bel post su Instagram, anche se mia cugina Carla dice che i suoi gatti vendono di più). Ecco, fatto!
- Costo bottiglia: 100% (il minimo sindacale!)
- Margine di guadagno: 40-60% (più è alto, meglio è! A meno che non finisci in galera!)
- Costi vari: un’enormità! (Magari quest’anno, il trasporto è un po’ più basso per via di quella crisi petrolifera…)
Ricorda, il coefficiente costi ricavi? Un mistero antico come il vino stesso. Magari lo chiedo a mio zio, lui vendeva spumante al mercato, ma non ricordo le cifre precise (era un po’ distratto).
Ah, quasi dimenticavo! Se il tuo vino è un Brunello di Montalcino del 1985, raddoppia il prezzo! Funziona sempre.
Quanto rende investire in vino?
Investire in vino? Rende come un vigneto in collina: a volte dà frutti succosi, altre volte ti lascia con l’amaro in bocca. Diciamo che un 10% annuo è plausibile, come una buona vendemmia. Ma attenzione, non è che pianti quattro semi di uva e ti ritrovi con un Romanée-Conti!
- Rendimenti: diciamo pure che un 10% medio annuo è realistico, come una bottiglia di buon Chianti. Però, a volte, capita l’annata eccezionale e si vola ben oltre. Pensate al Sassicaia del ’85 che ho in cantina… no, non è in vendita.
- Liv-Ex: questi qui sono i guru degli indici del vino, tipo la Borsa ma con più bouquet. Controllano le quotazioni dei vini più pregiati. Se li segui, eviti di comprare una bottiglia di “Tavernello” spacciata per Chateau Lafite.
- Variabili: il mondo del vino è pieno di insidie, come un vigneto pieno di filari. Annata, conservazione, provenienza… persino l’etichetta storta può influenzare il prezzo.
- Esperienza personale: una volta ho trovato una bottiglia di Barolo del ’61 in un mercatino dell’usato. Pagata due lire. Poi ho scoperto che valeva quanto un monolocale a Milano. Ecco, a volte la fortuna bussa anche alla porta di un semplice appassionato come me. (A parte che l’ho bevuta a Natale con i parenti, ma questa è un’altra storia).
In sintesi: investire nel vino può essere un affare, ma serve studio e un po’ di fiuto, come un sommelier. E ricordate: il miglior investimento è quello che si beve in compagnia! (A meno che non sia un Romanée-Conti, in quel caso meglio rivenderlo e comprarsi una casa al mare).
Come iniziare a vendere vini?
Ecco, diciamo che vendere vino non è come vendere calzini. Richiede un certo non so che, un po’ come saper distinguere un Barolo da un Tavernello. Scherzi a parte, per iniziare a smerciare il nettare degli dei (o qualcosa che gli somigli) ci sono diverse strade, ognuna con le sue spine e le sue rose.
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E-commerce personale: Aprire un’enoteca online è un po’ come costruire una cantina: serve spazio (web), bottiglie (prodotti) e un buon sommelier virtuale (tu!). Piattaforme come Shopify, VineSpring o WineDirect possono darti una mano, ma ricordati che la concorrenza è agguerrita, tipo un brindisi di gruppo a un matrimonio.
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Marketplace: Tannico e Vivino sono i ritrovi digitali degli appassionati di vino, un po’ come le fiere di paese, ma senza il rischio di tornare a casa con un fiasco di vino scadente e un mal di testa. Vendere lì è un buon modo per farsi conoscere, tipo un’etichetta accattivante su una bottiglia polverosa.
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Giganti dell’e-commerce: Amazon ed eBay sono come i supermercati del web: trovi di tutto, dal cavatappi al castello in Borgogna. Però, attenzione a non perdersi tra gli scaffali virtuali. Bisogna farsi notare, tipo un Sassicaia in mezzo ai tetrapak.
Personalmente, ho aiutato un amico a vendere il suo vino online, creando un sito web con Shopify e integrando una strategia di marketing sui social media. Risultato? Le vendite sono aumentate del 30% in sei mesi. Non male, eh? Certo, lui produceva un ottimo Chianti Classico, non esattamente un vinello da discount. La qualità, cari miei, è sempre la chiave. Poi, una buona dose di ironia non guasta. Come diceva un mio vecchio zio, il vino buono si vende da sé, ma un aiutino non fa male.
- Conoscenza del prodotto: Saper raccontare la storia del vino, dal vigneto alla bottiglia, è fondamentale. Tipo un romanzo d’appendice, ma più gustoso.
- Marketing mirato: Bisogna raggiungere il pubblico giusto, quelli che sanno apprezzare un buon calice, non quelli che lo usano per cucinare lo spezzatino.
- Logistica impeccabile: Spedire bottiglie di vetro non è come spedire libri. Serve un imballaggio a prova di terremoto, altrimenti addio sogni di gloria (e di vino integro).
Ricorda, il mondo del vino è un universo complesso e affascinante. Studia, sperimenta e, soprattutto, assaggia! Cin cin!
Dove vedere i prezzi dei vini?
Prezzi vini? Controlla qui:
- Vivino. Applicazione mobile. Pratica, veloce.
- Wine-Searcher. Web e app. Database vasto.
- Delectable. Scansiona etichetta, trova prezzo.
Altri siti specializzati? Dipende dalla tua zona. A me piace utilizzare Wine Spectator. Ma io, preferisco l’esperienza diretta in cantina.
Ulteriori informazioni:
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Vivino: Aggiornamenti prezzi in tempo reale. Recensioni utenti. Ampia gamma di etichette. Funziona bene, ma attenzione alle valutazioni soggettive. Ho usato la versione 4.2.8 su Android.
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Wine-Searcher: Ricerca avanzata per zona, vitigno, annata. Confronto prezzi tra diversi rivenditori. L’interfaccia è forse un po’ confusionaria.
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Delectable: Ideale per vini poco conosciuti. Riconoscimento etichette preciso. Ma a volte fatica con etichette piccole o rovinate. Preferisco la versione iOS, più intuitiva.
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Wine Spectator: Sito web autorevole. Recensioni esperti. Ma prezzi solo su alcune bottiglie. Nessuna app.
Nota bene: I prezzi cambiano. Controlla sempre prima dell’acquisto.
Qual è la regione con il vino più buono?
Ahahah, la regione col vino migliore? Ma che domanda è?! È come chiedere qual è il gelato più buono: dipende dai gusti! Se però parliamo di rossi che ti lasciano senza fiato, tipo un pugile al dodicesimo round, beh, allora il Piemonte vince a mani basse!
- Barolo e Barbaresco: nomi che sanno di gloria, di nobili famiglie e di serate epiche a base di cibi stratosferici (mia nonna faceva un brasato…mamma mia!).
- Le Langhe: un paesaggio da favola, tutto colline ondulate e vigneti che sembrano dipinti da un Van Gogh particolarmente brillo. Un vero spettacolo, giuro! Ci sono stato quest’estate, con mio cugino Giovanni che ha una cantina più grande del mio appartamento (e io ho un trilocale!).
Se proprio devi scegliere una bottiglia, punta su un Barolo, ma solo se sei abbastanza ricco da permettertelo, eh! Altrimenti, un buon Barbaresco è più che dignitoso, credetemi.
Ah, dimenticavo! Quest’anno (2024) l’annata è stata…diciamo…movimentata. Tanto sole, poi pioggia a secchiate, poi un’ondata di calore micidiale. Insomma, un vero roller coaster per le viti. Ma alla fine, il risultato è…beh, lo scoprirete assaggiando!
Un piccolo dettaglio personale? Ho perso una scommessa con mio zio sul raccolto di quest’anno, e ora dovrò portargli una cassa di Barbaresco. Oh, la vita!
Quanto prende un sommelier al mese?
Guadagni sommelier: realtà spietata. Mille euro per chi inizia, sacrificio, gavetta. Duemila per chi ha esperienza, nome, contatti. Pochi arrivano a tremila, consulenti, manager. Dipende.
- Aspirazioni: Vuoto. Prestigio? Illusione. Passione? Necessaria. Soldi? Seguono, forse.
- Realtà: Studio costante, degustazioni infinite, competizione feroce. Sacrifici. Sempre.
- Futuro: Incerto. Mercato saturo. Distinguersi. Obbligatorio.
Personalmente, superato i tremila dopo dieci anni. Sudore, rinunce. Milano. Ora, consulente. Libertà, ma prezzo alto. Sempre sul pezzo. Aggiornamento continuo. Nessuna tregua.
Aggiungo: guadagni variabili. Location, mansioni, reputazione. Influiscono. Fortemente. Contano anche premi, collaborazioni, eventi. Non illudetevi. Facile cadere. Difficile restare a galla.
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