Che vino si beve a Palermo?

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A Palermo, si gustano vini rossi intensi come Nero d'Avola, Syrah e Perricone. Tra i bianchi, spiccano Inzolia, Catarratto e Grillo. Da provare anche il Novello e i vini dolci da vendemmia tardiva. Un'ampia scelta per tutti i palati.

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Quali vini bere a Palermo? Guida definitiva

A Palermo, vino? Un bel dilemma! Io, ad esempio, ricordo una sera di luglio 2023, a Mondello, (cena romantica, 80 euro circa, ma questo non centra). Abbiamo bevuto un Nero d’Avola, corposo, perfetto con il pesce. Delizioso.

Altro ricordo? Un Grillo, fresco e leggero, perfetto per un pranzo estivo a Luglio del 2022, in un ristorantino vicino al Teatro Massimo. Costo? Meno della cena a Mondello, diciamo sui 50 euro, ma con un’atmosfera diversa.

Per i rossi, oltre al Nero d’Avola, ho apprezzato un Syrah robusto, ma non sono un’esperta, eh. Preferisco i bianchi. Inzolia e Catarratto, ho notato, sono spesso in carta, perfetti con antipasti di mare, e costano meno dei rossi, spesso.

In definitiva? Dipende dal pasto e dal vostro gusto! Provate, sperimentate! Ogni vino a Palermo ha la sua storia, il suo sapore. Trovate il vostro.

Che tipo di vino è il Catarratto?

Ah, il Catarratto, quel siciliano verace!

  • È un vitigno bianco che fa vini freschi come un limone appena colto. Perfetto per l’aperitivo, altroché prosecco!
  • Origini sicule, ovviamente! È come dire pizza e pensare a Napoli. Insomma, un classico.
  • Superstar in Sicilia: lo piantano ovunque, un po’ come i turisti in estate. E poi dicono che l’isola è piccola…
  • Fa un sacco di vino: a livello nazionale è tra i bianchi più gettonati. Roba che neanche il Pinot Grigio se la tira tanto!

Comunque, parlando di vini, l’altro giorno ho assaggiato un Catarratto con gli amici… mamma mia, sembrava di stare seduti in riva al mare con un piatto di pesce fresco! Quasi quasi mi tatuo una bottiglia sul braccio!

Che vino si beve per aperitivo?

Aperitivo? Vino? Ah, bella domanda! Dipende se ti senti Champagne da matrimonio di zia Bruna o vino cotto rubato dalla cantina del nonno.

  • Prosecco: Il classico, il jolly. Sai, quello che ti fa sentire elegante anche se indossi ancora il pigiama sotto il vestito. Perfetto per chi non si complica la vita e ama il frizzantino come me, dopo una giornata passata a combattere con la burocrazia.

  • Pinot Grigio: Leggero come una piuma, perfetto con antipasti di pesce. Ideale se devi poi guidare, altrimenti rischi di volare un po’ troppo in alto. Mia cugina, esperta di vini e matrimoni falliti, lo adora.

  • Rosato corposo: Se invece vuoi un aperitivo con più carattere, un rosato strutturato è la scelta giusta. Un po’ come me: apparentemente tranquillo, ma con un vulcano di imprevedibilità dentro.

  • Franciacorta: Ah, il Franciacorta… la Rolls Royce degli aperitivi. Solo per occasioni speciali, o quando ti senti particolarmente ricco (o almeno, hai trovato una banconota da 50 euro per terra).

  • Gewürztraminer: Aromatico, intenso, un po’ come il mio gatto quando gli neghi il tonno. Dipende molto da cosa mangi, ma se ami i profumi intensi, è una scelta vincente. Provato una volta a un evento aziendale… che dire, serata memorabile.

Extra: Quest’anno ho scoperto un ottimo Vermentino di Sardegna, fresco e saporito, ottimo anche con formaggi delicati. Provatelo!

Cosa abbinare al Catarratto?

Catarratto… che casino, cosa ci sta bene? Ah, sì, pesce! Soprattutto quello al forno, tipo branzino. Oppure gamberi, con un po’ di limone. Ma anche carni bianche, pollo arrosto, magari con delle patate al forno. Mmm, verdure… melanzane alla parmigiana, perfetto!

Formaggi? Pecorino fresco, ma anche quelli un po’ più stagionati, non troppo però. Provolone, forse? Devo pensarci. E poi, quel vino siciliano… con i piatti elaborati, capisci? Pasta con le sarde, un classico. O un buon involtino di melanzane. Ma la pasta al pesto di pistacchio? No, troppo forte. Troppo… intenso.

  • Pesce al forno
  • Gamberi al limone
  • Pollo arrosto
  • Melanzane alla parmigiana
  • Pecorino fresco
  • Provolone (non troppo stagionato)
  • Pasta con le sarde
  • Involtini di melanzane

Ah, dimenticavo! La versione passita del Catarratto è una bomba con i formaggi stagionati. Tipo un pecorino vecchio, sapete? Quelli che solo mia nonna compra dal caseificio di paese! E poi, con i dolci secchi… questo non l’avevo detto. Biscotti secchi, mandorle tostate… devo ricordarmi di provarlo.
Devo andare, ho la cena stasera!

Come si degusta un vino bianco?

Temperatura: 7-12 gradi. Varia a seconda del vino. Ovvio.

Calice: Fondamentale. Un dettaglio che cambia tutto. Come sempre.

  • Temperatura bassa esalta acidità, profumi delicati. Troppo freddo? Anestetizza.
  • Calice a tulipano. Concentra i profumi. Li lascia esprimere.
  • Colore. Giallo paglierino, dorato, ambrato. Indizi sulla sua storia.
  • Profumo. Fruttato, floreale, minerale. Un universo. Il mio preferito? Gewürztraminer. Note speziate. Intenso.
  • Sapore. Asciutto, amabile, dolce. Persistente. Equilibrio. Una questione di chimica. E di poesia.

L’anno scorso ho visitato una cantina in Alto Adige. Vigneti terrazzati. Pendenza impossibile. Un’ostinazione che si sente nel vino. Quest’anno invece, Sicilia. Viti baciate dal sole. Un’altra storia. Stessa passione.

Come si serve un vino bianco?

Qui, nel silenzio della notte, ripenso a quella volta che… che versavo il vino bianco. Freddo, doveva essere freddo. Come le mani di qualcuno che non ti vuole più toccare. Sette, tredici gradi, dicono. Ma chi li sente davvero quei gradi? È una sensazione, un brivido leggero sul vetro.

  • Temperatura: Fondamentale. Troppo freddo, e il vino si chiude, muto. Troppo caldo, e… e perde la sua delicatezza, diventa sguaiato. Come certi ricordi che sarebbe meglio lasciare sopiti.

  • Bicchiere: Importante anche quello. A calice, ampio, per farlo respirare. Per farlo vivere, almeno un po’. Come quei sogni che tieni stretti, nella speranza che prendano forma. Io uso sempre i calici di cristallo, quelli che mi ha regalato mia nonna. Un po’ sbeccati ormai, come me.

Una volta, a una cena… forse era il compleanno di Marta, non ricordo bene… avevo dimenticato il vino in frigo troppo a lungo. Ghiacciato. Nessuno ha detto niente, ma ho visto le loro facce. E ho capito. Un errore, come tanti altri.

  • Servizio: Lento, delicato. Versare piano, senza fretta. Come se stessi cullando qualcosa di prezioso. Come un segreto che non vuoi svelare. Riempire il bicchiere fino a… un terzo, forse un po’ meno. Lasciare spazio, per l’aria, per i profumi. Per la speranza. Ricordo il vino di quella sera, un Gewürztraminer. Profumo di rose e litchi, dicevano. Io sentivo solo il gelo.
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